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Occupazione femminile: in Capitanata lavora solo il 25,4% delle donne

"Che Foggia generiamo? Strategie d’intervento per lo sviluppo delle politiche di genere nella provincia di Foggia." Questo il tema al centro del dibattito svoltosi nella Sala del Tribunale di Palazzo Dogana. Il convegno, è stato promosso dall’Agenzia di Pianificazione e sviluppo locale, Euromediterranea con la collaborazione del Consorzio Aranea, dell’Associazione Meters, di Smile Puglia e di Medtraining onlus con il sostegno di Regione Puglia ed Unione Europea e con il patrocinio della provincia di Foggia.  Ai lavori, moderati da Marzia Campagna, hanno preso parte tra gli altri: l’Assessore regionale alla solidarietà sociale, Elena Gentile e Paolo Cessàri, Capo della Segreteria Tecnica del Dipartimento delle Pari Opportunità. Il Trattato di Lisbona stabilisce che, entro il 2010, a livello europeo il tasso di occupazione femminile debba raggiungere la soglia del 60%. Se a livello nazionale nel 2007, si registra un tasso di occupazione nelle donne di età compresa tra i 15 ed i 64 anni, pari al 58,7%, a livello provinciale i numeri si fanno più modesti. Nello specifico la provincia di Foggia, con il suo 25,4%, si colloca all’5° posto nella graduatoria delle province italiane con il più basso tasso di occupazione femminile. Solo facendo il paragone con il 61% del tasso di occupazione maschile, si comprende l’ineguaglianza di genere ed il gap che ancora esiste nella nostra provincia, tra uomo e donna. Secondo i dati Istat, inoltre, diminuisce in Capitanata la percentuale di disoccupazione che si attesta intorno al 12,9%. Un dato, questo, che non deve però trarre in inganno. Una riduzione del tasso di disoccupazione si traduce sostanzialmente in una diminuzione del numero di donne in cerca di lavoro. L’incontro di questa mattina è servito anche ad illustrare "Agenda Donna", un documento programmatico che ha l’obiettivo di rafforzare le strategie d’intervento in materia di politiche di genere e di conciliazione vita-lavoro.