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Obama già in Paradiso prima ancor di iniziare

Ora che il coro mondiale Obama nell’alto dei cieli si è finalmente assopito, possiamo riflettere su cosa è accaduto? Si è trattato di un caso gigantesco di Illusionismo planetario. Senza precedenti. Da studiare a livello sanitario, psicologico e psichedelico. Dunque, un uomo che non ha mai governato uno Stato, una città, di cui nulla si sa oltre le parole e soprattutto l’immagine, viene eletto “a pelle” la Speranza del Cosmo. Conoscevamo star planetarie, da Kennedy a Madre Teresa di Calcutta e Papa Wojtyla, ma anche Madonna o Di Caprio. Conoscevamo pure statisti definiti Uomo della Provvidenza, come il Mussolini nostrano. Ma non era mai capitato un caso di santificazione a priori, di elevazione preventiva di un leader a Uomo della Provvidenza. Non Santo subito ma Santo prima di nascere. Un caso eccezionale, senza precedenti, di allucinazione globale. Neanche Gesù Cristo fu accolto così: sì, un target limitato di pastori e di re magi lo adorò subito come Nostro Signore, ma il resto del mondo e dell’Impero romano, lo trattò con indifferenza e diffidenza. (…) (…) Obama no, è passato alla storia prima di entrarvi. Ieri la demenza dei nostri tg si è ancora spesa generosamente: Obama ripete il giuramento? Si, però non aveva sbagliato lui ma il giudice, perché Obama è infallibile. Poi le solite immagini stucchevoli delle sue bambine e altre follie. Come la notizia data da Borrelli in sciarpa schoking come il suo cervello: Caroline Kennedy rinuncia a subentrare alla Clinton in Senato «per stare vicino a suo zio Ted che sta male». Davvero? Ma ci prendi per scemi a raccontarci queste favole per bambini cerebrolesi? È più credibile Cappuccetto rosso… Ma non distraiamoci, torniamo al Fenomeno Allucinante. Si sa solo come parla, come balla, si conosce la sua dentizione, si conoscono i suoi pettorali, perché come tutti gli uomini della provvidenza Obama ha mostrato il suo corpo nudo, e gli stessi che ironizzavano sui nudi duceschi, sono accorsi ad adorarlo fin dentro il costato. Fu condannato per blasfemia un presidente del Consiglio – che faticosamente tende a suo modo di spacciarsi per un piccolo dio – solo perché osò definirlo abbronzato. Peccato mortale. L’aspetto grottesco della vicenda è che da noi la stessa gente che liquida il predetto Berlusconi come un prestigiatore, un venditore di immagine, parole e annunci, si sia poi genuflessa a pregare e adorare Barack Obama di cui finora non si sa nulla nemmeno come presidente di una squadra di calcio o di una rete tv. Un mondo intero sotto effetto di stupefacenti. Dose planetaria via etere. Badate bene che in quel che dico non c’è un filo di polemica e di antipatia versoBarack. Anzi, lo avrei votato anch’io, lo dissi prima delle sue elezioni, ai tempi del ballottaggio con l’insopportabile Hillary Clinton, pompata consorte dello spompato Bill. Il fatto che Obama sia nero non aggiunge e non toglie nulla al suo ipotetico valore. Ma è ipotetico, signori. Non abbiamo prove per confermarlo o confutarlo. Vogliamo dire che siamo contenti di vedere un nero alla casa Bianca? Sì, diciamolo, per le ragioni storiche e umane che voi dite ma anche per un’altra, leggermente più perfida: spero che con l’arrivo di Obama al Vertice del Mondo, avendo ormai centrato l’obiettivo nel punto più alto, finisca quell’insopportabile canone mediatico e cinematografico in base al quale il negro in tv, al cinema, ovunque è sempre il giudice saggio, il poliziotto bravo e corretto, la vittima e mai dico mai il cattivo, il violento, il delinquente… Non dite che si tratta solo di fiction perché in America la mancanza di storia è colmata proprio dalla flction: il cinema assolve al ruolo di racconto storico, funge e colma il deficit di memoria, supplisce quel vuoto e perciò è fondamentale. Ed è ridicolo che noi in Europa e in Italia, benché carichi di storia, stiamo facendo la stessa cosa.
Mi sembra surreale questo illusionismo planetario che ha fatto passare un annuncio per un evento, una promessa per un fatto accaduto, un neonato presidente per un gigante della storia. E qui vengo al tema finale che vorrei sottoporvi. L’ateismo. Ma che c’entra, direte voi. C’entra eccome. Ritenere Obama l’incarnazione del Bene Assoluto e della Storia è un atto di fede, indotto dalla Fabbrica del Consenso. Da quando si denuncia l’assenza di Dio in cielo, ce lo fabbrichiamo in terra usando gli stessi ingredienti. La Pubblicità, l’industria dei Media assolve al ruolo della Chiesa che è ponte tra l’umano e il divino, esattamente come la Chiesa. La pubblicità è sposa di Cristo, in questo caso di Obama. Basta avere i mezzi (e Obama ne ha avuti a disposizione senza precedenti), ed è possibile generare dal Nulla un fenomeno di Fede Planetaria. Tutti credono in Obama, senza prove. Una fede verso un “Dio momentaneo”, ma pur sempre una fede. Irrazionale, idolatra, feticista. Insomma l’ateismo non segnala fine di Dio ma solo lo spostamento del Signore in altri ambiti. L’umanità non sa vivere senza il divino e quando non lo trova in cielo lo trova nell’etere. Senza Dio si adora l’Idolo. La pubblicità è la continuazione della teologia con altri mezzi. Altro che regimi totalitari. La democrazia dispone di un apparato illimitato di controllo ed espansione dell’Opinione Pubblica. Ora, a Obama facciamo con tutto il cuore i migliori auguri. E sono auguri sinceri perché sono nel nostro interesse. Quindi ci dovete credere. Ma al di là di lui, resta la follia di un Sistema Mondiale che riesce a costruire e abbattere le immagini sul nulla e nel nulla, e a rendere la Verità così volatile e leggera da scambiare i ruoli con la Falsità con assoluta disinvoltura. Tra illusione e realtà, come tra fiction e storia non c’è più differenza. E questo, se permettete mi preoccupa. Sono conservatore e apocalittico? Può essere, ma voi che siete dentro questo Gioco, siete automi ipnotizzati, sotto effetto da svariati giorni. Sveglia, ragazzi, era solo uno show.

Marcello Veneziani