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Federalismo, Fitto: “Impegnati a ricomporre le divergenze”

“Garanzie sulle risorse finanziarie altrimenti non ci sarà federalismo perché ci metteremo di traverso”. Le Regioni lo hanno ribadito con intransigenza, seguite dalle Province che ritengono “necessarie deroghe specifiche al patto di stabilità per escludere gli investimenti infrastrutturali già programmati”. Sulla stessa linea anche i Comuni che hanno chiesto un chiarimento con Berlusconi: “Se il monte disponibile è quello del 2009 partiamo con almeno 1,2 mld in meno solo per l’Ici. Se poi consideriamo i tagli e i costi della politica rischiamo di avere un ammontare del tutto insufficiente e inadeguato per garantire le funzioni dei Comuni”. Da Roma non arrivano buone notizie né sul federalismo né sulla manovra anticrisi: “Si parte male. Il federalismo non può –  hanno detto gli enti locali – diventare un modo surrettizio di tagliare la qualità dei servizi”. Tuttavia il ministro Fitto agli Affari regionali cerca toni concilianti: “I punti di divergenza emersi tra Regioni e Governo hanno trovato il governo concretamente disponibile e impegnato a ricomporli”. In particolare sugli ammortizzatori sociali (partita che vale 8 miliardi  da destinare in due anni al sostegno al reddito: 5,3 mld nazionali e 2,6 mld chiesti alle Regioni) ha detto: Gli emendamenti (che per le Regioni erano “irrinunciabili”, ndr) su cassa, liquidità, copertura attraverso risorse nazionali hanno incontrato la massima attenzione del governo così come le questioni riguardanti lo specifico impiego del Fondo sociale europeo nelle forme chieste dalla Regioni”. Poi ha rilanciato: “Il pieno coinvolgimento delle Regioni in un accordo per fronteggiare gli esiti sul mercato del lavoro nella crisi internazionale è in questa forma e con queste procedure un evento inedito che segna una nuova assunzione di responsabilità delle istituzioni centrali e territoriali”.