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Palese (FI): “Vendola pensi a lavorare e la smetta con le minacce”

Il capogruppo di FI in Consiglio regionale, Rocco Palese, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Nervoso per gli atroci mal di pancia della sua maggioranza e per le diatribe tra il suo partitino e il PD, distratto dal fine settimana milanese alla Bit di Milano, il Presidente Vendola ha preso una gran cantonata.  Se lui e i suoi collaboratori trascorressero più tempo nel Palazzo della Regione e meno tempo in giro per l’Italia, probabilmente si sarebbero accorti subito, proprio come noi, della decisione del Consiglio dei Ministri. Non sappiamo a chi e a che ora il Presidente abbia telefonato per chiedere le motivazioni dell’impugnativa. Sappiamo che a noi è bastato come ogni venerdì essere attenti alle agenzie di stampa e cercare su Internet. Al Presidente, forse, basterebbe avere uno staff più efficiente che segua l’esito del Consiglio dei Ministri più che seguire lui nei fine settimana non sempre istituzionali.
Resta la assoluta gravità delle illazioni di Vendola che non perde occasione per sfoderare il suo rancore. Anche in questa occasione ha preferito sollevare un polverone sperando così di coprire i gravissimi errori contenuti nella Legge regionale e frutto dell’ormai consueto disastro amministrativo, burocratico, gestionale e politico che ha portato alla Regione Puglia.
Smetta di dire sciocchezze e smetta di minacciare ad ogni piè sospinto (e solo quando gli conviene) di interrompere il dialogo istituzionale con il Governo. Un dialogo che in questi mesi e in questi giorni, Vendola dovrebbe saperlo bene, ha giovato certamente più alla Regione Puglia che al Governo, posto che non poche castagne gli sono state tolte dal fuoco per il bene della comunità pugliese.
Stia attento piuttosto: non vorremmo che i suoi toni così astiosi e decisamente inopportuni, possano compromettere i rapporti con il Governo. Ma conosciamo il Presidente Berlusconi e il ministro Fitto e sappiamo che nell’interesse dei pugliesi considereranno quella di Vendola come una gaffe istituzionale".