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I “Buchi” neri dell’Atletico

La sindrome di accerchiamento di cui soffre da moltissimo tempo l’Atletico Vieste ha toccato il picco più alto lunedì scorso, nel corso della trasmissione “Bar Sport” su Teleregione, quando con la “delicatezza” solita è entrato in un tranquillo dibattito di approfondimento sportivo il DS della società. Fino a che punto i tifosi, gli sportivi e gli addetti ai lavori, nonché gli sponsor sono disposti a sopportare questi atteggiamenti di arroganza e presunzione di tale personaggio? La cosa che meraviglia di più è la pretesa che non si deve parlare dell’Atletico, se non in termini positivi. Chiunque si permette di accennare alla più lieve critica, viene invitato a tacere e a non intromettersi negli affari altrui. Questo è successo lunedì sera, quando all’invito diretto a Michele Mascia, addetto stampa dell’Atletico, di difendere la società lo stesso è stato messo all’angolo senza tentennamenti accusato d’essere entrato a gamba tesa e in maniera smodata e in atteggiamento di assoluta arroganza nella trasmissione che voleva in maniera tranquilla e costruttiva analizzare la partita della domenica. Il nervosismo del DS (sic!) dell’Atletico tradisce sicuramente molti peccati di gestione della squadra più amata della città. Le critiche nei mesi scorsi sono state mosse in maniera tranquilla anche al vecchio allenatore, grande gentiluomo, ma attaccare il “suo” allenatore è diventato un peccato. Invece di stare lui in silenzio, parla! Ma se deve parlare deve spiegare ai tifosi, agli sportivi, agli sponsor, che molto hanno dato e danno, la politica societaria di questi ultimi tempi. Gli sforzi economici della società sono enormi e in questo momento molto delicato della stagione non possono essere vanificati dal comportamento sconsiderato di un personaggio che chiede conto della gestione di una società tranquilla e disinteressata quale è la Daunia Vieste. Piuttosto dica perché col nuovo corso del “suo” allenatore i giovani viestani, a suo dire, trascurati e bistrattati dal vecchio mister, continuano ad ammuffire in panchina. Eppure dovevano essere valorizzati! Niente di tutto questo! Giocano sempre i soliti e solo in casi di emergenza gioca qualcuno (vedi Pellegrino domenica, e per giunta fuori ruolo). La solfa e la musica sono sempre le stesse. La verità è che l’Atletico Vieste è diventato nel tempo un mero e semplice contenitore vuoto. Il “buco nero” dell’universo calcistico viestano ha fagocitato tutto! E’ stato azzerato letteralmente il vivaio, per anni fiore all’occhiello della società. Se venissero a mancare i giocatori forestieri, quale futuro avrebbe l’Atletico Vieste? Invece di aggredire chi tanto ha dato all’Atletico, compreso il sottoscritto, bisogna che tuteli in maniera diversa il grande patrimonio dell’Atletico Vieste, unica bandiera della città. Il momento cruciale della stagione richiede l’umiltà e la serenità per raggiungere gli obiettivi che la dirigenza si era preposta. L’augurio è proprio questo, mettendo da parte i personalismi e cancellando il sospetto dell’accerchiamento. Sottolineando  che l’Atletico Vieste è nel cuore di tutti gli sportivi e gli addetti ai lavori in quanto simbolo della città di Vieste e dell’intero comprensorio garganico. Ad maiora!

Fabrizio Losito