Menu Chiudi

Coste a rischio tsunami e sisma Analizzate quelle della Puglia

Primo anno del progetto di Ogs e Cnr.

Anche la Puglia tra le regioni finora oggetto di analisi per realizzare la mappatura dei fondali marini per identificare le zone a rischio geologico che potrebbero causare fenomeni sismici e maremoti. Si tratta della campagna oceanografica ‘Magic’ (Marine Geohazards along the Italian Coasts), promossa dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale di Trieste e dal Cnr per 5 anni.

Un’area di 7.500 chilometri quadrati tra Puglia e Calabria è stata monitorata per poi procedere alla realizzazione delle prime 5 carte preliminari delle 72 che andranno a comporre la Carta di pericolosità dei fondali marini: Si tratta di un utile strumento di prevenzione, gestione e monitoraggio delle eventuali emergenze per la Protezione Civile, tra i finanziatori dell’iniziativa. Il 20 aprile scorso si è conclusa la prima fase, della durata di un anno, in cui la nave Ogs Explora ha analizzato i fondali pugliesi da Torre Pali (Lecce) a Taranto. I risultati hanno evidenziato la presenza di banchi carbonatici composti molto probabilmente da coralli bianchi: “Si tratta – ha spiegato la responsabile scientifica Silvia Ceramicola – si ecosistemi delicati e preziosi per la biodiversità e su cui sarebbe meglio evitare di posare, per la loro fragilità, gasdotti o altre opere”. Sono state rilevate anche numerose frane tra cui una molto consistente con depositi sedimentari tipici di correnti di fondo, ‘altre frane a vari stadi di attività’, ‘strati piegati con inclinazioni improbabili’, ‘troncati’, ‘erosi’ e ‘faglie da cui esce gas’. “La qualità dei dati raccolti – ha spiegato la responsabile – è stata ottima e le informazioni geofisiche registrate sono state elaborate a bordo da speciali software che permettono di osservare in tempo reale la batimetria e le sezioni acustiche del fondale marino su cui si naviga. L’Italia – ha concluso la Ceramicola – è un Paese giovane e dinamico e particolarmente attivo con molte zone che presentano potenziali rischi, tra cui anche Stromboli e Pantelleria”.