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Sull’alga rossa la politica deve smettere di tacere

Desta notevole preoccupazione la notizia sull’ordine di sospensione cautelativo e temporanea per la raccolta e la commercializzazione dei mitili ad una ditta di Foce Varano notificato dalla Asl di Foggia in seguito al rinvenimento all’interno dei molluschi della microcistina, la tossina sprigionata dall’alga rossa presente da mesi all’interno della diga di Occhito.  Il provvedimento di oggi si aggiunge all’ordinanza della Provincia di Campobasso che sin dal marzo scorso aveva emanato il divieto di pesca per la parte di lago che si trova in territorio molisano.Intanto la stagione irrigua è ormai partita e l’acqua di Occhito, senza passare per i filtri al carbonio attivo destinati solo al potabile, sta silenziosamente attraversando i campi della Capitanata per irrigare i prodotti agricoli che arriveranno a breve sulle tavole dei foggiani.In questo scenario il mondo politico della Capitanata non si è purtroppo distinto nel chiedere alle istituzioni regionali un impegno forte e concreto per il risanamento del lago di Occhito, aldilà delle rassicurazioni di circostanza che da mesi appaiono regolarmente sugli organi di informazione.La salvaguardia della salute dei cittadini deve essere un imperativo categorico che deve sovrastare qualsiasi interesse economico e di categoria.Per questo, per evitare che l’alga rossa si radichi stabilmente nell’invaso di Occhito come già purtroppo accaduto in altri laghi italiani, mettendo definitivamente fuori uso la principale risorsa idrica della Capitanata, è necessario che si intervenga subito, con risorse economiche certe e adeguate, per salvare il bacino idrico.I soldi ci sono: basterebbe utilizzare le risorse residue già destinate alla diga di Piano dei Limiti e ormai rivelatesi del tutto insufficienti per avviare i lavori. In questo modo, a fronte della mancata realizzazione di una diga ipotetica e futuribile come Piano dei Limiti (che, ricordiamo, non sarebbe comunque cantierabile perché non ha ancora la valutazione di impatto ambientale), si metterebbe in sicurezza l’acqua che già abbiamo, conseguendo un risanamento ambientale e un vero rilancio turistico di un’area ad oggi condannata all’oblio.E non si dica che i soldi non possono essere riallocati: sta alla politica foggiana imporre al governo regionale e nazionale le scelte strategiche per il futuro del nostro territorio.