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Sanità Puglia/ Tre Asl nel mirino l’ora dei rimpasti

Le dimissioni della manager dell’Asl di Bari Lea Cosentino, finita nell’inchiesta sul giro di affari ed escort che farebbe capo all’imprenditore Tarantini, sono ormai nell’aria, ma occorrerà attendere domani, giorno della seduta della giunta regionale, per sapere quali decisioni intende prendere il presidente della Regione Nichi Vendola. Le sue ferie in Canada, che terminano oggi, sono state travolte dal «terremoto» scatenato dalla Procura di Bari con le quattro inchieste su sanità, festini e coca, basate su intercettazioni che coinvolgono non solo la Cosentino ma il vicepresidente della giunta regionale Sandro Frisullo. E, dicono nei corridoi della presidenza, ad ore potrebbe arrivare anche un avviso di garanzia per l’assessore, il che allargherebbe ancora di più di quanto già non lo sia la questione dei «rimpasti» che Vendola troverà sulla sua scrivania. Le volontà del governatore sono chiare da tempo: uscire nel modo più repentino possibile dal cono d’ombra di fango, gossip e sospetti che sta colpendo la sua giunta e le aziende sanitarie, onde dimostrarne l’estraneità ed evitare di trasformare il fine mandato del suo governo in un’agonia avvelenata. Ma ogni sostituzione dovrà fare i conti anche con gli equilibri politici che vengono intaccati: l’eventuale uscita di scena di una colonna del Pd come Frisullo o di qualchemanager Asl, a cominciare da Bari, non potrà non essere «concertata» col più grosso partito di maggioranza, già indispettito a suo tempo dall’immediata sostituzione dell’assessore Tedesco con un tecnico come Fiore senza aver ascoltato il Pd.

Dipenderà, dunque, dalle notizie che giungeranno nelle prossime ore dalla Procura di Bari il «peso» che avrà nella vicenda anche il sostegno di Michele Emiliano (in ferie sino a venerdì), primo interlocutore del governatore sia in qualità di sindaco di Bari (la Asl guidata da Cosentino) sia in quella di segretario regionale del Pd. La Cosentino, in questi anni fortemente sostenuta dal governatore alla guida dell’Asl di Bari, sottolinea: «aspetto il rientro dalle ferie del presidente per per prendere qualsiasi decisione». Prima di un confronto col governatore, dunque, nessun passo. Ma potrebbe non essere, la sua, l’unica «poltrona» da sostituire: le inchieste coinvolgono infatti almeno altre due Asl, Bat e Foggia, coi rispettivi manager (Canosa e Castrignanò) finiti nel tritacarne e per i quali è ritenuta inevitabile una sostituzione. Così come, problemi (ma non di natura giudiziaria) si pongono nell’Asl di Lecce. Dunque, se non proprio un azzeramento dei sei vertici delle Asl, quantomeno è probabile un’operazione chirurgica di avvicendamenti. «Il problema – dice non a caso l’assessore alla Salute Tommaso Fiore – non è quello di ragionare sulla Asl di Bari, ma più in generale su tutta la nostra politica sanitaria. Dovremo fare il punto sull’inchiesta interna e prendere provvedimenti».

 BEPI MARTELLOTTA