Una sera qualsiasi della scorsa estate , mentre in cerca di novità, numerosi turisti si apprestavano a visitare le contorte stradine del Centro storico di Vieste, mi fermai – come spesso sono solito fare – per scambiare o contraccambiare qualche parola con l’artista Michele Circiello ,noto a tutti…ma non troppo!! Con l’aria di chi vuol far intendere di non conoscere ma in realtà già sa, mi chiese cosa ne pensassi dell’attuale Amministrazione Comunale o di quali critiche favorevoli o negative ne godesse da parte della cittadinanza. In realtà non volli esprimere troppi giudizi, né mi soffermai a parlare delle tante promesse elargite durante la campagna elettorale …e perse col vento. Volli però soffermarmi sulle condizioni dell’aiuola esistente all’innesto di via di Porto Aviane con il lungomare Europa, perché è proprio lì che spunta un’opera di grandi dimensioni, alta circa undici metri, ispirata alla leggenda di "Cristalda e Pizzomunno" e sistemata nel 1998 su commissione del Comune di Vieste ,di cui Michele Circiello è l’autore.
Ben visibile dal porto, ma anche dallo stesso lungomare Europa, è un’opera d’arte moderna che ci ricorda il passato annebbiato dal tempo e dalla leggenda, posta in quel punto cruciale per dare lustro alla città ed un autentico biglietto da visita. I nostri amministratori però hanno dimenticato troppo presto questo regalo realizzato per le generazioni viestane, e non hanno mai inteso dare dignità a quest’opera invidiata da tanti.
Riuscivo a leggere un po’ di amarezza in Michele che mi confidò il desiderio di aver voluto sistemare l’aiuola a proprie spese se le possibilità economiche glie lo avrebbero concesso… pur di non vedere ancora quella creatura a malapena illuminata ed abbandonata tra erbacce, pietre e polvere.
Provai anche io la stessa rabbia, proprio quella che si prova quando l’ entusiasmo viene contraccambiato dalla sciattoneria e dal disordine, o quando i propri ideali vengono prevaricati dalla presunzione di chi è convinto di poter fare meglio ma dimostra solo spavalderia.
Sognai di vedere quella aiuola arricchita da qualche blocco di pietra ( perché non utilizzare i blocchi dell’antico porto aviane abbandonati sulla rotonda a pochi metri??) elegantemente sistemati in sintonia con quanto ci racconta la stele e la natura del luogo con un semplice camminamento fatto da scaglie di pietra intervallato qua e là da piante grasse come l’ agave o il fico d’india, e da qualche pianta di cappero e rosmarino: piante autoctone che non avrebbero bisogno di acqua ma restituirebbero solo eleganza…a pochi soldi.
Michele Circiello, con le proprie opere, ha saputo riportare in vita le tracce che l’uomo ha lasciato sulle pareti delle caverne ….i nostri amministratori, privi di qualsiasi fantasia e volontà, ora riescono a fare esattamente il contrario!
Bartolo BALDI