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Riceviamo e pubblichiamo/ Lomelo: “Presidente…non ci sto”

Lettere aperta dell’ex assessore regionale al Diritto allo Studio, "licenziato" dal governatore pugliese.

 

Il capogruppo dei Verdi alla Regione Puglia, Mimmo Lomelo, ha rivolto la seguente lettera al presidente della Giunta regionale, Nichi vendola. “Domenica 5 luglio durante la consultazione individuale degli assessori allora in carica, il Presidente Nichi Vendola non mi ha spiegato i motivi per cui io, e con me altri quattro assessori, siamo stati espulsi dalla Giunta Regionale. Ho aspettato che nelle ore successive questa spiegazione arrivasse, visto che tutti la richiedevano (partiti, consiglieri, assessori espulsi e non). Ma così non è stato! Con la riforma del Diritto allo studio, approvata durante il mio mandato, sono state eliminate ben 60 poltrone!…non voglio certo difendere la mia, ora! In più occasioni ho dimostrato il mio attaccamento alla Politica, non a ruoli di potere! Ma per fare politica ho bisogno di capire e lei, sig. Presidente, mi deve spiegare. Leggendo la stampa delle ultime ore mi viene in mente L. Sciascia e penso: “Contraddisse e si contraddisse!”. Mi spieghi, Presidente Vendola, cosa significa “…intervenire chirurgicamente sulla macchina pubblica per estirpare i fenomeni strutturali di malcostume e di corruzione”…e poi affermare che … “per gli altri assessori com’è noto, non esiste alcun possibile legame con vicende di pubblica immoralità e con indagini penali in corso. Barbieri, Ostilio, Russo, Lomelo hanno lavorato in modo universalmente apprezzato e penso che il segno di trasparenza introdotto in settori chiave degli apparati regionali resterà impresso come un dato di innovazione ormai strutturato”? Allora qual è il problema? Dobbiamo accettare questa sua contraddizione? Innoviamo le strutture, rinnoviamo gli apparati e poi… veniamo sbattuti fuori e accomunati a una questione morale che non c’è…La vicenda sarebbe ancora più amara se leggendo i quotidiani noi assessori non fossimo diventati “merce di scambio inconsapevole” per un riequilibrio sul dibattito in corso del Partito Democratico. Non ci sto! Non è questo il nostro compito, noi abbiamo (e quando dico “noi” mi riferisco ai rappresentanti dell’area ecologista e di sinistra e quindi anche a lei signor Presidente) il compito di lavorare per il cantiere di Sinistra e Libertà. La nostra missione è duplice: da un lato favorire la partecipazione e dall’altro dare dignità ai cittadini. La partecipazione è una garanzia contro ogni deriva autoreferenziale dei gruppi dirigenti, siano essi nazionali che locali. L’obbiettivo è riappropriarsi di una funzione e di un processo politico molto più ampio; è costruire un soggetto aperto alle differenze e non al pensiero unico. Sono questi i concetti espressi a Roma il 3 luglio 2009 al primo seminario delle forze di Sinistra e Libertà. La teoria e la pratica di “un uomo solo al comando” è in contraddizione con la cultura istituzionale che deve guidare il progetto Sinistra e Libertà. In Puglia si sta sperimentando un laboratorio che rischia, con questo rimpasto, di invertire la missione. Sono preoccupato perché con gli ultimi eventi si rischia di restringere e non di allargare i recinti della nostra coalizione e di metterla in crisi. La tensione che si è creata non rientra e non aiuta nell’obbiettivo di rilanciare un progetto basato su un programma ed una alleanza politica di fine legislatura per il prossimo futuro”.