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Vieste/ Al Poliambulatorio ci sono tre ambulanze ma solo una opera per le emergenze

 

La realtà sanitaria di Vieste si presenta sempre più a facce. A Bari si allarga a tutta la gestione della sanità in Puglia, nomine, appalti, forniture e accreditamenti, l’inchiesta della Dda che ha portato negli scorsi mesi alle dimissioni dell’allora assessore regionale alla sanità, Alberto Tedesco (quello che contestò a Vieste di voler l’uso del servizio di eliambulanza cpme fosse un taxi). A Vieste la sanità vive la sua solita stagione estiva fra carenze nei servizi e personale che vorrebbe fare di più ma non ha mezzi o gli aiuti necessari per migliorarli. Spesso però l’Asl pecca soprattutto in organizzazione e coordinamento.

E’ il caso degli automezzi adibiti ad ambulanze. Attualmente presso il Poliambulatorio di Vieste ce ne sono a disposizione ben tre. Però, a conti fatti, solo una di queste opera per l’emergenza, con le altre relegate al ruolo di “comparse” o di non si sa quale utilizzo preciso ed efficace. L’unica usata per le emergenze è quella afferente al 118, fornita, in convenzione con l’Asl, dalla cooperativa “Gargano Servizi” di Peschici. E’ discretamente attrezzata ed è la sola riconosciuta a livello operativo dal servizio 118. Certi ogni tanto c’è qualche piccolo problema: il rifornimento del carburante o, ad esempio, il cambio del bombolino dell’ossigeno (quando scarico) per il quale bisogna attendere che venga portato a Peschici, ricaricato e riconsegnato al mezzo di Vieste. Non sarebbe opportuno avere un secondo bombolino in dotazione? La seconda ambulanza, fornita sempre in convenzione dalla cooperativa “La Speranza” di Vico, è quella che fa riferimento al PPI, il Punto di Primo Intervento (usualmente noto come Pronto Soccorso). A bordo non c’è nessuna attrezzatura, viene usato unicamente per il trasferimento di qualche paziente in ospedale, giammai per delle emergenze, tanto che per il 118 quel mezzo formalmente non esiste. C’è, infine, la terza ambulanza, arrivata da pochi giorni, fornita in convenzione dalla cooperativa “ASVI San Pio” di San Giovanni Rotondo. Formalmente è stata data per “supporto della continuità assistenziale”, non si però bene cosa debba fare. Anche questa non è riconosciuta dal 118 e così fa bella mostra di sé nel parcheggio del Poliambulatorio o qualche volta la si vede in giro per l’abitato. In conclusione, ci sono tre ambulanze però solo una è utilizzabile per le emergenze. Così, se il 118 viene allertato anche per una questione banale (non si potrebbe fare un’azione di filtro a livello di centrale operativa per attivare nel caso la guardia medica per la verifica della gravità della richiesta?), l’ambulanza esce. Se dopo poco arriva una chiamata per una reale emergenza le altre due “colleghe” non possono muoversi e si deve iniziare la ricerca di un’ambulanza disponibile sul territorio, fra Vico, Peschici e Rodi. Forse a Foggia, nelle stanze della direzione dell’Asl, non hanno capito che a Vieste è necessaria una seconda ambulanza collegata al 118, specie nel periodo estivo? Restando in tema di gestione dell’emergenza, ma sul fronte del personale, sembra che spesso i medici del 118 svolgano (non si sa se per scelta o perché imposto) sequenze di turni che li portano a lavorare di continuo per svariare ore, sballottati fra le varie postazioni del 118 presenti sul territorio. Non c’è allora il rischio per loro di veder offuscata dalla stanchezza fisica quella lucidità mentale necessaria per essere sempre al massimo dell’operatività in caso di emergenze?
Per restare sempre in tema di organizzazione nella gestione delle emergenze, ci preme fare una notazione in merito all’intervento sanitario che ha visto di recente coinvolto l’amico Michele Mattera, poi deceduto. Chiamata al 118, arrivo dell’ambulanza con successivo trasferimento alla pista dell’Omnisport per il trasporto con l’elisoccorso, atterraggio dell’elicottero allertato su Foggia dopo circa 20-25 minuti. E poi… una lunga attesa, sembra oltre un’ora sulla pista prima della partenza. Perchè? Si è cercato di fare un qualche atto medico? Perché si è tenuta una persona in gravi condizioni sotto il sole per tutto quel tempo?