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“CultRurale”, una rassegna per unire cibo e cultura in Capitanata

Unire il teatro alla riscoperta dei prodotti tipici della Capitanata, in un connubio finalizzato alla promozione delle ricchezze del territorio della provincia di Foggia. È l’obiettivo di ‘CultRurale’, un progetto inedito promosso dall’assessorato provinciale alla Cultura in collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura e la Coldiretti, unitamente ai Comuni di Foggia, Vico del Gargano, Candela e Lucera, in cui la cultura e la ruralità, due elementi strettamente legati tra loro e al territorio, giocano un ruolo fondamentale attraverso lo spettacolo e il teatro.
“L’obiettivo, scaturito dall’esigenza di legare il teatro alla riscoperta dei prodotti della Capitanata – ha spiegato l’assessore provinciale alle Politiche Culturali, Billa Consiglio, nel corso della presentazione dell’iniziativa – è coinvolgere la gente in modo divertente, restituendole o facendole provare per la prima volta il piacere di conoscere il passato attraverso il racconto di storie ‘minori’ per capire le radici del presente, scoprire cultura e sapori del territorio”. “Abbiamo creduto fortemente nell’importanza di investire nella divulgazione culturale – ha aggiunto l’assessore Consiglio – soprattutto dando spazio, in via sperimentale, alla prima edizione di una rassegna italiana che vede protagonisti autori ed attori nuovi”. Alla presentazione della rassegna ‘CulRurale’ erano inoltre presenti l’assessore provinciale all’Agricoltura, Savino Santarella; Giuseppe Scagliola e Angelo Marseglia, rispettivamente direttore e vicedirettore della Coldiretti di Foggia che ha scelto, tra i suoi migliori associati, le imprese aderenti alla prima rassegna italiana ‘CultRurale’; Paola Procaccini, ideatrice della rassegna, autrice e co-regista degli spettacoli; Stefano Del Pozzo, architetto e scenografo. “Nel corso delle cene-spettacolo e durante le degustazioni presso gli stand – ha spiegato Scagliola – saranno offerti i prodotti enogastronomici caratterizzanti il territorio daun
o nella più alta qualità e genuinità, grazie alla partecipazione del mercato di ‘Campagna Amica Coldiretti’”.
La rassegna ‘CultRurale’ partirà il 31 luglio da Foggia per diramarsi in diverse città della Capitanata: Vico del Gargano, Candela e Lucera. Quattro città per quattro serate, dunque, una serie di eventi che ruotano attorno al teatro come mezzo di espressione e di riscoperta di usi e abitudini di altri tempi, da cui derivano le nostre tradizioni. Tradizioni tramandate attraverso le parole molto spesso dette attorno ad una tavola, attraverso il convivio, i saperi e i sapori della nostra cultura contadina. Quattro cene-spettacolo, ‘Pane, olio e fantasia’; ‘Oliade’; ‘PaneGirico’; ‘Convivio diVino’, in cui il pane, l’olio e il vino, elementi basilari della cucina mediterranea, sono raccontati tra una portata e l’altra giocando sul filo dell’umorismo e dell’allegria, unendo il cibo del corpo al cibo dello spirito, il pasto alla poesia e alla saggezza.
Due spettacoli teatrali, ‘Ulisseide’; ‘Pietre parlanti e graffiti graffianti’, gettano invece luce su storie note e meno note del mondo antico, dipingendo un quadro più realistico di questo stesso mondo, troppo spesso e falsamente raccontato come lontano e diverso dal nostro. ‘Foggia e il pane, l’olio, il vino’ è il titolo della serata ambientata in piazza Addolorata presso la Taverna del Gufo dove, a partire dalle ore 21.00 del 31 luglio, si susseguiranno la cena-spettacolo ‘Pane, olio e fantasia’, momenti di degustazione di prodotti tipici ed un’anteprima degli spettacoli ‘Ulisseide’ e ‘Pietre parlanti e graffiti graffianti’.
La seconda serata, il primo agosto, vedrà protagonista Vico del Gargano e l’olio; sempre a partire dalle 21.00 nel Largo del Conte ci saranno la cena-spettacolo ‘Oliade’, la degustazione dei prodotti tipici locali presso gli stand e gli spettacoli ‘Ulisseide’ e ‘Pietre parlanti e graffiti graffianti’.
Candela e il pane è in programma il 2 agosto in Piazza Plebiscito con la cena–spettacolo ‘PaneGirico’ e lo spettacolo teatrale ‘Pietre parlanti e graffiti graffianti’; non mancheranno gli stand per la degustazione dei prodotti.
La rassegna si chiude il 3 agosto con Lucera e il vino. Lo scenario della serata sarà l’Anfiteatro romano, recentemente restaurato e riaperto al pubblico, che ospiterà la cena-spettacolo ‘Convivio diVino’, gli stand per le degustazioni e, a partire dalle 23.00, gli spettacoli teatrali ‘Ulisseide’ e ‘Pietre parlanti e graffiti graffianti’.
Gli spettacoli e le degustazioni sono ad ingresso libero. Per le cene-spettacolo è necessaria la prenotazione (fino ad esaurimento posti) da effettuare, entro il 30 luglio, telefonando al numero 329.3144833
Per ulteriori informazioni sulla rassegna è possibile consultare il sito www.cultrurale.it oppure telefonare sempre al 329.3144833
SINOSSI DEGLI SPETTACOLI
Pane, olio e fantasia – Oliade – PaneGirico – Convivio diVino
(cene-spettacolo)
di Enrico Cerquiglini e Paola Procaccini
con: Valerio Amoruso, Francesco Domenico D’Auria, Luca Tedeschi, Olivia Volpi e Gaetano Ventriglia
Il pasto serale, la cena, è un momento tipico dell’aggregazione umana, spesso ritualizzato, spesso reso metafora di pasto spirituale, di amicizia e, comunque, di sentimenti veri, autentici, arcaici e allo stesso tempo moderni e vivi. Le cene si ricollegano agli elementi basilari della cucina mediterranea (pane, olio e vino), agli elementi che hanno dato sostentamento e acceso la creatività dei nostri antenati nello studiarne le varianti e nell’esaltarne le essenze. Ogni elemento ha suscitato la fantasia di poeti e scrittori che ne
hanno colto aspetti sacri, ironici, scanzonati, didascalici. Ogni elemento conserva oggi un valore aggiunto che gli deriva dalla cultura, dalla tradizione alta e popolare e si/ci proietta in un futuro carichi di un irrinunciabile dono storico. Le cene uniscono, giocando sul filo dell’umorismo e dell’allegria, il cibo del corpo al cibo dello spirito, il pasto alla poesia, alla saggezza, al motto di spirito. Ogni intervallo rappresenta un entrare nel cibo o nella bevanda e un uscirne, un arricchirne il sapore alleggerendo l’umore. Una simbiosi tra cibo e cultura: prodotti tipici della Daunia accompagnati da testi della tradizione letteraria
(Luigi Pulci, Trilussa, Eduardo De Filippo, William Butler Yeats, Giuseppe Gioacchino Belli, Platone, Catullo, Piero Ciampi, Fortunato Depero, Carlo Goldoni, Orazio, Pablo Neruda, Marziale, ecc).
Pietre parlanti e graffiti graffianti
di Paola Procaccini
con: Valerio Amoruso, Francesco Domenico D’Auria, Luca Tedeschi e Olivia Volpi
violino: Flavia Pagano violoncello: Daniele Miatto scenografia: Stefano del Pozzo
Il narratore introduce il pubblico in un paesaggio cimiteriale in cui le iscrizioni funebri di antichi romani si animano raccontando in forma lapidaria qualcosa di sé e del loro mondo al viaggiatore che, incuriosito o interessato, si avvicina. Un attore, un soldato e un cane sono le prime pietre parlanti che si incontrano e danno l’opportunità di sottolineare non solo le affinità tra il nostro mondo e quello antico, ma anche quanto ancora oggi dobbiamo ai romani. Il bisogno di essere ricordati, la memoria, assumono in questo contesto una valenza particolare, tanto da rendere necessario scrivere sulle lapidi delle maledizioni per
tutelarsi dai profanatori. Ma nei cimiteri non ci sono solo pietre parlanti! Abbondano anche tavolette con formule magiche e incantamenti, tanto che nei pressi dei sepolcri vengono effettuati diversi riti per evocare gli spiriti dei defunti. Tra gli altri si cerca di maledire un gladiatore, che rappresenta una figura affascinante, soprattutto per le donne romane, alle quali vengono richieste precise virtù per essere mogli ideali. Il gladiatore permette di passare dal mondo dei morti, cioè delle pietre parlanti, a quello dei vivi e dei loro graffiti: dall’Appia antica a Pompei. Pubblicità di giochi gladiatori, manifesti elettorali, bordelli: i
graffiti gettano luce sulla storia meno divulgata del mondo antico e dipingono un quadro più realistico di un mondo troppo spesso e falsamente raccontatoci come lontano e diverso dal nostro.
Ulisseide
di Enrico Cerquiglini e Paola Procaccini
con: Gaetano Ventriglia e Luca Tedeschi
scenografia: Stefano del Pozzo
“Come gli atleti e coloro che tengono alla cura del corpo badano a rendersi forti non solo con la fatica, ma anche ogni tanto col riposo, che è creduto parte importantissima della ginnastica, così quelli che si dedicano agli studi penso che, dopo le pesanti letture, debbano riposare la mente, per averla poi più fresca al lavoro. E avranno conveniente riposo se cercheranno certi testi …, come io spero sarà ritenuto questo mio, che dovrà piacere non solamente per la bizzarria del soggetto e per la spensieratezza e anche per
avervi messe dentro molte finzioni che paiono probabili e verosimili, ma perché ciascuna delle baie che io racconto è una ridicola allusione a certi antichi poeti e storici e filosofi che scrissero tante favole e meraviglie. Molti altri fecero anche così, e scrivendo come veri i loro viaggi e esplorazioni lontane, narrano di bestie grandissime, di uomini crudeli, di costumi strani. A capo di tutti e maestro di ciarlataneria fu l’Ulisse d’Omero, che alla corte d’Alcinoo raccontò della cattività de’ venti, di uomini bestioni e selvatici con un solo occhio in fronte, di belve con molte teste, dei compagni tramutati per incantesimi e di tante altre bugie, che sciorinò innanzi a quei poveri sciocchi dei Feaci.” (Luciano Di Samosata).
C’è un mondo in cui realtà e fantasia, bugie e verità si intrecciano al punto tale che diventa difficile districarsi e distinguere il vero dal falso. Dall’intreccio di due libri, l’Odissea di Omero e La Storia vera di Luciano di Samosata, e dall’incontro di due uomini, Ulisse ed Omero, nasce l’Ulisseide, narrazione che va oltre il racconto epico, riscoprendo un Ulisse umano al punto tale da trasfigurare se stesso, con una unità psicologica e morale nuova, un non eroe, un uomo comune, anzi molto comune, proprio come tanti altri. Quest’uomo si racconta ad Omero e tra menzogne e verità verrà fuori la vera storia dell’Odissea, o no?