Menu Chiudi

Bari/ Lettera alla paziente morta La Asl si scusa dopo la gaffe

Il direttore generale Calasso scriverà ai parenti. La donna invitata a farsi visitare era deceduta da tre anni.

 

Il database anagrafi­co dell’Asl Bari è aggiornato fi­no al 2005. Quello che è accadu­to negli ultimi quattro anni nel­la provincia – come cambiamen­ti di residenza o decessi – risul­ta ignoto all’azienda sanitaria. Perché non è stato ancora regi­strato nei suoi archivi. Da qui nasce l’errore nell’invio delle lettere alle donne baresi tra i 50 e i 69 anni per invitarle a sotto­porsi gratuitamente ad una mammografia di controllo. Ec­co perché la mamma del 30enne Piero Ruggiero – nono­stante sia deceduta nel dicem­bre del 2006 uccisa da un tumo­re al seno, come raccontato ieri dal Corriere del Mezzogiorno ­ha ricevuto, la settimana scor­sa, la lettera dall’azienda sanita­ria. «Siamo addolorati, spiacen­ti, possiamo capire la rabbia del signor Ruggiero», non ha paro­le per giustificare la gaffe Ales­sandro Calasso, direttore gene­rale pro tempore dell’Asl. «Sto preparando una lettera per chie­dere scusa alla famiglia», antici­pa Calasso. L’errore – come det­to – scaturisce da un mancato aggiornamento del database. «La nostra anagrafica – spiega Nicola Morelli, responsabile del programma screening – è datata. Quanto accaduto è incre­scioso e, a questo punto, la solu­zione del problema diventa prioritaria. Abbiamo già rag­giunto un accordo con i Comu­ni – prosegue – per correggere il database, fermo al 2005. Ades­so, però, dobbiamo accelerare l’iter per evitare d’incappare in altri sbagli». Intanto – per am­missione degli stessi dirigenti dell’Asl – negli uffici dell’azien­da continuano a tornare indie­tro lettere inviate ad indirizzi sbagliati o a persone che non vi­vono più nel Barese. «Eravamo a conoscenza del problema lega­to all’anagrafica – ammette Ca­lasso – ma d’altronde non ave­vamo tante alternative. Non c’era il tempo materiale per ag­giornare il database, quindi o decidevamo di partire con que­sto handicap oppure di rinviare il programma di screening. E tra le due opzioni abbiamo pre­ferito pensare alla salute della popolazione femminile». Porre rimedio al nuovo dolore provo­cato alla famiglia Ruggiero è im­possibile, non restano che le scuse ufficiali. Ieri il Corriere del Mezzogiorno – tramite le pa­role indignate del figlio Piero ­ha raccontato la storia della 55enne deceduta nel dicembre del 2006. «La invitiamo ad ese­guire una mammografia per il controllo del seno il 25/08/09 al­le ore 14». A distanza di quasi tre anni dalla sua morte, dicem­bre 2006, la signora (della qua­le non pubblichiamo il nome su richiesta dei familiari) la set­timana scorsa ha ricevuto una lettera dall’Asl con la quale veni­va invitata – nell’ambito del pro­gramma regionale di screening del carcinoma mammario – a sottoporsi all’esame radiologi­co gratuito. Parole che sono ri­suonate beffarde al figlio 30enne. «Una presa in giro», la sua rabbia. La 55enne venne operata al seno nel maggio del 1997. L’esito dell’intervento fu definito positivo dai camici bianchi. Ma la donna, nel corso degli anni, tornò ad avvertire dolori fisici. Fino al novembre del 2004, quando la 55enne si accorse che qualcosa non anda­va, le sofferenze fisiche aumen­tavano. Mentre i medici la tran­quillizzavano, dicendole che il decorso filava liscio, le metasta­si la divoravano. La diagnosi ­dopo l’insistenza dei familiari della paziente – arrivò però so­lo tra marzo e aprile del 2005. Quando orami era troppo tardi.
Vincenzo Damiani