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Il Pdl e Udc più vicini sul candidato che sfiderà Vendola

Ormai è partita la corsa contro il tempo: da un lato il premier che fa pressing sul Pdl perché si chiuda il cerchio dell’alleanza con l’Udc al Sud, dall’altro il Pd che – alle prese con le divisioni pre-congressuali – morde il freno per non farsi «scippare» i centristi anche in Puglia. Le regionali 2010 stanno riscaldando gli ultimi scampoli di ferie dei leader di partito anche nella regione, dove Berlusconi ha intenzione di smuovere i carrarmati pur di riconsegnare al centrodestra la poltrona del governatore. Ieri, non a caso, Gaetano Qua gliariello (il senatore incaricato dal premier di tessere le fila per la sfida pugliese) ha fatto nuovamente tappa a Otranto, dove il ministro Fitto è in vacanza e dove lo stesso leader dell’Udc Casini ha tenuto le ultime trattative nel consueto buen retiro degli Alimini.

E il cerchio tra Pdl e Udc pare proprio che si stia chiudendo, con un accordo che vedrebbe candidato un esterno della politica ma portato dai centristi. In pratica, un nome non di stretta osservanza «fittiana», che convinca anche i più diffidenti dello schieramento moderato (compresa la leader di «Io Sud» Poli Bortone) a tirarsi le maniche per espugnare la roccaforte di Lungomare Nazario Sauro al centrosinistra. Sfumata l’ipotesi del banchiere Marco Jacobini, che ha subito declinato l’offerta di un ingresso in politica, il mirino del centrodestra è sempre puntato su volti noti della società civile e nell’ultimo totonomine spunta il magistrato Stefano Dambruoso, impegnato al ministero di Alfano dopo l’incarico alla sede Onu di Vienna.

Il diretto interessato smentisce categoricamente di essere stato contattato, ma il suo insieme ad altri nomi ha cominciato a circolare nel tran tran di negoziati che il Pdl sta conducendo coi centristi (tenendo sempre pronti nel cassetto, in caso di mancate intese, quelli dello stesso Quagliariello, del senatore Divella e del capogruppo alla Regione Palese). La linea indicata dal leader degli scudocrociati è quella di restare, per ora, alla finestra, incassando gli inviti a nozze lanciati sia da una parte che dall’altra («Non abbiamo fatto voto di castità – dice Casini -, ma è singolare che tutti ci chiedano di scegliere proprio mentre, ogni giorno di più, certificano il proprio fallimento. Se lo mettano in testa Pd e Pdl: non siamo crocerossine, e non lo diventeremo ora che i fatti cominciano a darci ragione»).

Ma le divisioni interne al Pd stanno facendo storcere il naso non poco all’Udc: da un lato la ricandidatura di Nichi Vendola, sollecitata da una parte del Pd ma invisa ai centristi; dall’altro le bizze pre-congressuali tra il fronte dalemiano e quello franceschiniano, che dureranno sino al 25 ottobre minando – questa la convinzione dell’Udc – la campagna elettorale delle regionali e la possibile intesa su un patto «modello Brindisi», quello cioé che ha portato l’imprenditore Ferrarese a presiedere la Provincia. Dal canto suo il Pd punta a stringere i tempi: sollecitato da Letta, che ha chiesto una cabina di regia unitaria che inizi subito a lavorare alle alleanze e alle candidature per le elezioni regionali del 2010, Franceschini risponde convocando una riunione per il 2 settembre con la segreteria e i candidati alla leadership.

«È reale la preoccupazione di perdere, tutti concentrati solo sul congresso, i due mesi clou per fare le giuste alleanze in vista delle regionali, che questa volta saranno anticipate a marzo», incalza il deputato Francesco Boccia« L’impressione è che su questo terreno a destra stiano lavorando da tempo, per questo credo sia indispensabile discuterne fin d’ora in una sede politica e non burocratica» aggiunge. «L’esigenza di una direzione unitaria nella fase transitoria precongressuale è una idea assolutamente giusta» sostiene il senatore Nicola Latorre. Basterà questa accelerata ad aprire uno spiraglio nelle fila dell’Udc? «Per ora guardiamo sbalorditi a ciò che accade nella sinistra. Dentro il Pd – dice il capogruppo dei centristi alla Regione, Antonio Scalera – non riusciamo a decifrare i confusi rapporti dei leader regionale del partito con il presidente Vendola. E, sempre a sinistra, resta da capire l’aggressivo moralismo giustizialista con il quale l’Idv attacca il governatore e il Pd».

Quanto al Pdl «seguiamo con interesse – conferma Scalera – il lavoro del sen. Quagliariello, ma ci torna veramente ostico osservare la sfrontatezza con la quale l’on. Vitali, responsabile della rottura con l’Udc appena un anno fa, viene a porre le condizioni per la ripresa di un dialogo». «Il progetto del centrosinistra allargato all’Udc – incalza Mino Borraccino, capogruppo dei Comunisti-Sinistra Popolare alla Regione – non può che essere perseguito, a patto che si lavori ad un accordo che ruoti attorno alla ricandidatura a presidente di Vendola» .

BEPI MARTELLOTTA