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Regionali in Puglia/ Asse Emiliano-Poli contro Vendola e Udc

«La fabbrica di Nichi» contro la conferenza programmatica dell’Udc: sarà un fine settimana decisivo, quello del 13-15 novembre, per sciogliere i nodi sulle candidature alle prossime Regionali. Da un lato il governatore uscente Nichi Vendola, che domenica prossima riempirà lo spazio 7 della Fiera del Levante per mostrare agli alleati (presenti e, forse, futuri) quanto la piazza sia dalla sua parte; dall’altro il leader dei centristi Pierferdinando Casini, che nei giorni precedenti verrà a Bari per rimettere la palla al centro, consegnando al Pdl e al Pd un progetto di governo per la Puglia nel quale non è compreso l’at – tuale presidente della Regione.

«L’Udc va avanti da sola come ha detto ai propri elettori, perché noi siamo in Parlamento nonostante il Pdl e nonostante il Pd. Laddove – ha ripetuto ieri Casini – ci sono amministratori seri, per bene, con programmi che ci convincono, certamente non avremo paura di essere contaminati e lo faremo guardando in faccia i nostri elettori».
Il punto è sempre lo stesso: «contaminarsi » col candidato del Pdl Stefano Dambruoso o convincere D’Alema e Bersani che l’unica possibilità di un patto con loro passa da un altro nome e che quell’unico nome possibile è Michele Emiliano, affiancato da una vicepresidenza all’alleata Adriana Poli Bortone? Sul sindaco di Bari, infatti, le pressioni da pezzi dell’Idv, da «Io Sud» e dall’Udc si fanno sempre più forti. E pressing arrivano anche da quel pezzo del Pd che al neo-presidente del partito aveva assegnato il 30% dei consensi nella sua corsa alla segreteria.

Non c’è solo Bari, ma anche un bel po’ di Salento, rimasto «orfano» dei suoi punti di riferimento nel governo regionale – gli ex assessori Enzo Russo e Sandro Frisullo – proprio a causa del rimpasto di giunta voluto dal governatore uscente. Oggi, intanto, il segretario Pd Sergio Blasi terrà una prima riunione coi consiglieri regionali per rilanciare il confronto sulla proposta di modifica della legge elettorale e l’alleanza alle regionali. La sua missione è blindare sinché possibile Vendola, «costringendo» i centristi a correre da soli.

Ma la posta è altissima è c’è anche il rischio che Casini, scongelato il rapporto con Berlusconi, porti il suo bottino di voti (che in Puglia sfiora il 10%) a favore del Pdl. Per Vendola c’è anche da ricomporre i pezzi di Sinistra e Libertà. Ieri i Verdi «cacciati» dal neo-segretario Bonelli (Cento, Francescato e De Petris) si sono riuniti con lui per decidere come proseguire in Sl, ma sulla sua ricandidatura pesa, tra gli ecologisti, lo scetticismo di Mimmo Lomelo, altra «vittima» del rimpasto di giunta.

Acque più calme tra i Comunisti italiani: sia il Pdci che il Csp (guidato da Marco Rizzo) sono pro-Vendola. E Mino Borracino, che il 24 novembre terrà l’assemblea regionale del Csp, ha gioco facile nel dire: «Il Pdci dialoga col Pd di Bersani, non critica più Vendola e anzi spera in un accordo. Ed io, che sostenevo queste stesse identiche tesi, sono stato espulso dal partito».

BEPI MARTELLOTTA