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Peschici/ Quel balcone della discordia

La battaglia di un inquilino contro un presunto abuso. Ma nessuno lo ascolta. Lui si è rivolto amche alla Magistratura e al Tar.

 

Non sa più a che santo votarsi un cittadino di Peschici. Luigi Liberato, da anni sta conducendo una sua personale battaglia contro coloro che ritiene siano i “poteri forti” contro i quali si scontra perché vengano riconosciute quelle che ritiene siano le sue ragioni. Proprietario di un immobile, si è rivolto a Comune e magistratura per denunciare – spiega – l’abuso commesso, con la realizzazione di un balcone, dal suo confinante. Nonostante che il Comune abbia emesso un’ordinanza di demolizione del balcone, il provvedimento non è stato mai eseguito. “Siccome il Comune di Peschici – aggiunge Liberato – si è sempre disinteressato ho chiesto al Tar la nomina di un commissario ad acta. Nel frattempo, l’amministrazione comunale, ha rilasciato il permesso di costruire in sanatoria, pur essendo l’area sottoposta a vincolo sismico, senza alcuna autorizzazione del Genio civile, in contrasto con lo strumento urbanistico ed in violazione delle distanze legali.Per rivendicare i miei diritti, ancora una
volta impugnerò davanti al Tribunale amministrativo l’atto che ritengo sia illegittimo”. Liberato, che non si spiega il perchè il permesso di costruire in sanatoria sia stato rilasciato poco prima dell’udienza fissata davanti al Tar per la nomina del commissario ad acta, ha denunciato il dirigente dell’ufficio tecnico comunale “per omissione di atti d’ufficio, ma il procedimento è stato archiviato nonostante diverse diffide e messe in mora da me indirizzate al professionista, che non si è mai degnato di rispondermi”. Luigi Liberato si è rivolto al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro della Giustizia, al Prefetto, al procuratore della Repubblica, al Tar, a La Gazzetta perché – sottolinea – “sono ormai sfiduciato dopo le peripezie giudiziarie che ho subito e che sto subendo. Spero davver’ che questo mio ennesimo intervento riesca a darmi quella giustizia che non ho mai avuto e non ho mai visto”. Insomma una disputa sull’onda di ciò che si ritiene un abuso e una ingiustizia, ma ognuno se ne lava le mani, meno che Liberato disposto ad andare fino in fondo alla sua battaglia.

Francesco Mastropaolo