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La Regione internalizza Vieste, Vico, S. Nicandro…esternalizzano

Mentre la Regione Puglia segue l’indirizzo delle internalizzazione sulla scia dell’operazione “cerignolana” Sanitaservice, in una parte del territorio, al contrario, vengono esternalizzati i servizi. Stiamo parlando degli Udt (Unità di degenza territoriale) di Vico del Gargano, San Nicandro Garganico e Vieste, per i quali si è chiusa lo scorso 16 dicembre la procedura della gara d’appalto da poco più di 4 milioni di euro.

Alla procedura “aperta” per l’affidamento dei servizi di assistenza infermieristica, di ausiliariato e di somministrazione dei pasti, hanno partecipato sette società—tra le quali figurano le coop La Speranza, San Pio, La Rete e Logos—e ad aggiudicarsi la gara è stata la cooperativa sociale Css di Isernia, ben radicata nel territorio grazie ai numerosi appalti vinti e alle sedi distaccate di Foggia, San Giovanni Rotondo ed Apricena.
Sono loro a creare, ora, un “punto di rottura” con il processo intrapreso con l’adozione dell’ex omnibus e, in particolare, coni dettami dell’articolo 32 che detta le linee guida per le internalizzazioni e le stabilizzazioni del personale. Come è possibile, dunque, che gran parte dei servizi dell’Asl foggiana è stata internalizzata nella società in house appositamente costituita, mentre vengono affidati a privati alcuni servizi? Come mai a Cerignola vale il discorso Sanitaservice e sul Gargano, in questo caso, no? Forse perchè qui nelle tre strutture sono coinvolti a malapena una decina di lavoratori e dunque il peso politico sarebbe stato finora marginale?
Fatto sta che questo problema dovrà essere necessariamente affrontato e non è l’unico. “La stessa cosa potrà accadere nei centri Adi (assistenza domiciliare integrata) — dice Dino Marino, presidente della commissione regionale Sanità—una cosa è certa, non potranno revocare l’appalto e dunque la società dovrà portarlo a termine. Poi si opterà per l’eventuale internalizzazione”.
Una delle giustificazioni ufficiali sulla manata internalizzazione arriva proprio dall’amministratore unico di Sanitaservice, Antonio Di Biase, che afferma: “La gara è stata definita solo adesso dopo molti mesi in cui è stata congelata ed è stato prorogato il servizio — spiega-, le domande sono partite, se non ricordo male, tra luglio ed agosto del 2008. Il problema principale che ha determinato il ritardo, è stato determinato dalle sostituzioni della direzione generale”. Il problema, insomma, qualora ci fosse, secondo Di Biase sarebbe constatabile solo “a posteriori”, dopo gli sviluppi delle vicende. A corroborare la questa tesi, il responsabile di tutto il procedimento “biblico”, il dottor Donato Marzano, che ammette di aver sollevato “dubbi” alla direzione generale: “E’ evidente che non sarebbe stato possibile revocare l’appalto per evitare il rischio di un’eventuale impugnazione — ci dice -, fatto sta che la gara stava durando obiettivamente troppo e avevamo necessità di stringere, per questo abbiamo chiesto delucidazioni alla nuova direzione generale, dopo il passaggio da Troiano — che aveva dato il via all’appalto – a Castrignanò, il quale ha comunicato di chiudere il procedimento”. Insomma, dopo il necessario “confronto” con la Regione Puglia, la decisione sarebbe stata indirizzata verso l’esternalizzazione dei servizi in seno ai tre Udt. “Al di là delle scelte politiche, semmai ve ne siano state — continua Marzano — a me interessa solo l’aspetto tecnico. Ed a questo punto di vista la trasparenza è stata massima”. A Cerignola, invece, le cose sono andate diversamente, con l’internalizzazione dei servizi di ausiliariato. Ma lì, il personale da assorbire in Sanitaservice era molto più numeroso. E c’era pure l’ex subcommissario dell’Asl Fg/2, Di Biase, l’uomo che ha tracciato la linea interpretativa della “nuova” sanità pugliese, quella cavalcata da Vendola con la lotta al precariato e fatta propria dalla lunga manus Arcangelo Sannicandro con Sanitaservice.

Michele Iula
L’Attacco