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Pd, ancora polemiche tra Minervini e Blasi: salta la nomina della direzione

L’assemblea avrebbe dovuto eleggere i 50 componenti.

 

L’assemblea che avrebbe dovuto segnare il ritrovo dell’unità nel Partito Democratico pugliese, ieri a Bari, non fa che confermare invece l’esistenza di attriti interni tra le varie mozioni, in particolare tra quella facente capo all’assessore regionale Guglielmo Minervini e quella del segretario regionale Sergio Blasi.

È stata infatti sospesa in tarda serata per mancanza del numero legale dei delegati, rimasti in 27 al momento della votazione dell’Ufficio Politico (50 componenti), del tesoriere, della Direzione e della Commissione di garanzia, proprio in seguito alla polemica scoppiata in precedenza.

“La colpa non è dei delegati – ha commentato a caldo Blasi – ma dei dirigenti”. Questo il motivo di discussione: la segreteria regionale del Partito (15 membri), diretta emanazione di Blasi e che per questo motivo non soggiace a votazioni da parte dell’assemblea, sarebbe stata composta senza alcuna consultazione preventiva, secondo quanto affermato da Minervini: infatti Chieco, appartenente al suo gruppo, avrebbe immediatamente rinunciato all’incarico, in polemica con la mancanza di dialogo preventivo.

La dinamica è stata smentita da Blasi, che afferma come ci sia stato un incontro pregresso con Minervini. L’assessore ha detto: “Il problema è del Pd, io ho svolto una libera critica e continuerò a farlo sempre nelle liste del Partito”. Sembra quindi definitivamente tramontata l’ipotesi che Minervini potesse ricoprire la carica di coordinatore regionale del Pd. La frizione interna al Partito contrasta con l’aspetto conciliante del discorso iniziale di Blasi:

“Il Pd deve parlare meno di sé e costruire un nuovo vocabolario e programmi che guardino agli interessi dei cittadini, come ha fatto in questi 5 anni alla Regione. Le nostre liste devono mettere in campo le energie migliori e avere almeno il 30% di donne candidate”.