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Indagato a Venezia professionista viestano

Due funzionari della provincia molto noti, Claudio Carlon e Domenico Ragno, indagati per associazione a delinquere e corruzione dalla procura di Venezia.

 

Carlon, ingegnere capo del settore Edilizia, è un "fedelissimo" di Ca’ Corner e ha seguito numerosi progetti di recupero e restauro. Nel 2005 fu premiato, assieme al presidente Davide Zoggia e Luigino Busatto, con il premio Torta per il restauro di San Servolo.
      Domenico Ragno, 54 anni, originario di Vieste, geometra e da molti anni dipendente della Provincia, è stato a lungo iscritto al Psi. Per due volte è stato assessore comunale: la prima dal 1990 al 1995, responsabile dell’urbanistica nella Giunta Grosso (Dc-Psi), la seconda dal 2004 fino agli inizi del 2006, quando ha rassegnato le dimissioni da assessore allo sport della Giunta Tallon per contrasti con la maggioranza di centrosinistra. Ragno era in quel periodo anche presidente della società di pallavolo femminile Elpis e proprio la sua difesa del gruppo sportivo, allora ai ferri corti con il Comune, l’aveva convinto a dimettersi. Fino alle elezioni amministrative del 2009, Ragno è rimasto consigliere comunale. L’ingegnere veneziano Carlon e il geometra  Ragno, hanno già nominato i loro difensori: sono gli avvocati Antonio Franchini e Cristiana Cagnin, ma le indagini non sono concluse tanto che il rappresentante dell’accusa ha chiesto al giudice di poter usufruire di altri sei mesi per far compiere alla Guardia di finanza gli accertamenti. Proprio per questo tutti i particolari sono coperti dal segreto istruttorio e la notizia è diventata di dominio pubblico, soprattutto all’interno degli uffici di Ca’ Corner, perché il codice costringe la Procura, a sei mesi dall’iscrizione nel registro degli indagati delle persone sottoposte ad indagine, ad avvertirle. Così, se ad esempio sono state disposte intercettazioni, è evidente che devono cessare perchè a quel punto gli indagati certamente difficlmente continueranno a parlare al telefono.
Dai reati contestati è possibile avanzare due considerazioni: un’a ssociazione a delinquere è composta almeno da tre presone, stando alle norme penali, e quindi è facile ritenere che prossimamente il numero degli indagati aumenterà. Inoltre, se c’è un corrotto è scontato che vi sia un corruttore e, dunque, è probabile che gli altri nomi che rischiano di finire sul registro degli indagati siano quelli di alcuni imprenditori, presumibilmente coloro che hanno pagato per ottenere gli appalti. Tra questi ci sarebbe anche chi ha deciso di raccontare agli investigatori delle «fiamme gialle» quello che avrebbe versato. 
Il condizionale è d’obbligo perchè gli accertamenti sono ancora in corso e nessun giudice ha volutato indizi e prove, dunque prima di arrivare ad una sentenza ci vorranno mesi. Nel frattempo le persone coinvolte hanno il diritto di essere considerate semplicemente degli indagati. Al centro dell’attenzione degli inquirenti sarebbero finiti oltre una decina di gare d’appalto per vincere le quali gli imprenditori avrebbero versato danaro, avrebbero ristrutturato gratuitamente le abitazioni di chi dava loro una mano a lavorare e avrebbero pure regalato automobili. Inoltre, i due indagati e alcuni imprenditori avrebbero anche compiuto gite fino in Croazia o Slovenia, attraversando l’Adriatico in motoscafo, per finire in ristoranti e casinò a festeggiare il buon esito delle gare.
Il settore edilizia della Provincia cura i restauri e le ristrutturazioni degli edifici che ospitano tutte le scuole superiori del territorio provinciali, le sedi delle forze dell’o rdine, in particolare i Commissariati di Polizia, e tutto il patrimonio edilizio dell’ente, come ad esempio l’isola di San Servolo in laguna.

 Il Gazzettino di Venezia