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Vieste/ Riceviamo e pubblichiamo – La cultura, un investimento nel tempo –

La cultura è veramente un investimento per una città o magari una spesa di cui  possiamo fare a meno?

 

Vieste ha subito una drastica trasformazione nel giro di un trentennio; ha stravolto i suoi canoni che un tempo la vedevano cittadina agricola e dedita alla pesca fino ad essere considerata, oggi, una delle mete turistiche più rinomate al mondo, così come riportato dal New York Times, che la annovera tra le prime trenta località da visitare almeno una volta nella vita. 
C’è però da chiedersi se, in questo territorio, lo sviluppo economico ha accompagnato per mano lo sviluppo sociale. Credo, guardando qua e là per Vieste, che nessuno ci abbia mai pensato seriamente.
Finora l’impegno maggiore è stato rivolto soprattutto verso la crescita economica del territorio, purtroppo la stessa attenzione non è stata rivolta all’aspetto socio-culturale.
Una città in cui si pensa unicamente ad edificare e a costruire villaggi ed alberghi, senza avere l’accortezza di investire anche nella cultura rischia di rimanere ai margini, pur avendo tecnicamente nel proprio territorio i migliori villaggi ed alberghi. Una politica che guarda esclusivamente a tali interessi e non mostra attenzione per la cultura è una politica fallimentare sotto tutti gli aspetti.
Un città senza cultura rischia la desertificazione.
Insieme allo sviluppo economico un popolo deve mirare allo sviluppo culturale, se vuole che il proprio territorio sia territorio abitato e frequentato non solo nel periodo estivo ma anche durante tutto il resto dell’anno. Purtroppo il turismo che abbiamo impostato è di tipo “mordi e fuggi”; tolta la stagionalità estiva il nostro diventa un paese disabitato e privo di ogni iniziativa di tipo culturale. Vieste è un piccolo gioiello incastonato in uno scrigno, “il Gargano”; non possiamo e non dobbiamo permettere che si possa utilizzare il nostro territorio solo per una vacanza estiva per poi metterlo nel dimenticatoio. Il nostro territorio può andare oltre la vacanza e può essere meta attrattiva anche in altri periodi dell’anno. Ma aldilà degli impegni che si devono affrontare per la destagionalizzazione, bisogna oggi guardare al bisogno degli abitanti abituali e dimoranti a Vieste. Chi abita Vieste abitualmente è afflitto da questa situazione e sovente capita di ascoltare espressione del tipo:“qui non si fa nulla, qui non c’è niente, qui si  è costretti a rimanere nelle quattro mura di casa”.
La poca lungimiranza e l’avere come unico obiettivo solamente quello di fare del proprio orticello l’unica fonte di ricchezza ci ritornerà contro come un boomerang. Il dover consegnare, domani, le nostre attività ai nostri figli senza aver pensato e pianificato che è necessario investire nella cultura non troverà senz’altro interesse da parte loro nell’accettare le redini per condurre le attività che abbiamo creato. Tutto ciò è inevitabile; avendo acquisito, nella quasi totalità dei casi un elevato grado di istruzione e avendo vissuto per qualche anno in altri contesti hanno potuto apprendere oltre a nozioni umanistiche o tecniche anche nozioni del vivere civile, in un mondo fatto di sociale e di cultura.
La classe politica e quella imprenditoriale devono affrontare oggi questa grande sfida: oltre a creare spazi abitativi o spazi di villeggiatura, si deve di pari passo migliorare la vivibilità della nostra città, così da rendere questo territorio che madre natura ha dotato di una bellezza unica nel suo genere, un territorio ricco di iniziative e di stimoli che permetteranno ai suoi abitanti di viverci in armonia. La spesa per la cultura ed il sociale non sia una spesa inutile ma un INVESTIMENTO per dare modernità alla nostra città.
Politicamente si è fatto poco e quel poco s’è fatto male; la mia non vuole essere pura demagogia o atto provocatorio ma piuttosto essere da sprono al fine di rimboccarci le maniche e progettare dei piani mirati allo sviluppo, questa volta unicamente e solamente SOCIALE e CULTURALE. Non è più, infatti, possibile attendere oltre.
Provate a fare un sondaggio e magari anche una statistica di quanti giovani tornano a Vieste, ultimati gli studi universitari, per iniziare un’attività o per mettere a frutto le loro conoscenze; io ci ho provato e di quanti conosco nessuno è tornato e mai pensa di tornare qui dopo gli studi. Nessuno di loro ambisce a mettere su famiglia in questo territorio.
Mi chiedo ? Chi resterà qui ?
Credo in tutta sincerità che nessuno sia disposto a farlo in questa situazione. Nessuno è disposto a vivere in un territorio dove potrebbe senz’altro gestire attività proficue ma paradossalmente dove non può avere una condizione di socialità tale da permettergli di vivere in armonia con la sua terra.
A mio modesto avviso è necessario dar vita ad un vero e proprio  patto tra sistema pubblico, mondo imprenditoriale ed editoriale per pianificare e promuovere la diffusione di un PROGETTO-SOCIALE che possa invertire una tendenza che  altrimenti rischia di lasciare indietro la nostra città. C’è bisogno di nuove politiche e maggiori investimenti da direzionare verso un progetto sociale che dovrà essere il nostro investimento a lungo termine e che sicuramente ci permetterà un ritorno certo solido e duraturo.
Investire nel Sociale e nella Cultura, significa investire nel futuro.

Michele Nobiletti