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D’Anelli: “Gatta via dal Parco”. La replica: “Sono solo falsità”

Dietro la disputa gli appetiti sulla riperimetrazione dell’area.

 

Da cinque anni l’ho sopportato e supportato, anche quando le cose non andavano bene; ora, però, basta: Giandiego Gatta deve andar via e lasciare che siano i rappresentanti “veri” del territorio a gestire l’ente parco”. Il presidente della comunità del parco, il sindaco di Rodi Garganico, Carmine D’Anelli, non usa scorciatoie per invitare il commissario dell’ente parco, Giandiego Gatta, a farsi da parte, visto che “tutta la sua gestione è stata a dir poco fallimentare”. Sempre più caldo il rapporto tra commissario e presidente della comunità del parco. Tutto nato all’indomani dell’assemblea dei primi cittadini, tornata a riunirsi a distanza di un anno, nel corso della quale è stata messa sotto accusa la gestione dell’ente parco da parte, appunto, di Giandiego Gatta. Giudizi pesanti come macigni quelli di D’Anelli, pienamente condivisi da alcuni dei suoi colleghi.
“Un parco – ha spiegato il sindaco di Rodi Garganico – che esiste solo sulla carta, prova ne è che, in tutti questi anni, di tutt’altro si è parlato meno che di programmi, tantè che ci troviamo di fronte ad un territorio agonizzante: i boschi del Gargano stanno morendo, i lavori forestali sono fermi da anni, gli interventi di ingegneria naturalistica non si fanno più e il promontorio frana.
E poi la promozione turistica. A Rodi Garganico, per esempio, il centro visita, inaugurato cinque anni fa, non ha avuto un solo euro di finanziamento e, purtroppo, saremo costretti a chiuderlo alla vigilia dell’estate. Quello di Lesina, da tempo, ha cessato l’attività proprio per mancanza di risorse che avrebbe dovuto garantire l’ente parco’. Gatta, naturalmente respinge le accuse D’Anelli al quale
ricorda le difficoltà in cui si dibatte l’ente per l’esiguità dei finanziamenti e la dotazione organica – come ampiamente riconosciuto dagli stessi sindaci – sotto dimensionata e i tagli all’erogazione di risorse economiche sempre maggiori”. Gatta, ritenendo che le accuse del sindaco di Rodi Garganico
siano strumentali “agli appetiti di qualcuno verso la prestigiosa carica di presidente dell’area protetta”, ricorda che “Con buona pace di D’Anelli sarà il ministro, e solo il ministro, Stefania Prestigiacomo, a pronunciare l’ultima parola su questa vicenda. Per conto mio, quattordicimila elettori (i voti ricevuti nell’ultime elezioni regionali) hanno già detto la loro”. Dello stesso parere non è D’Anelli per il quale il bilancio che può presentare Gatta lascia poco spazio alle giustificazioni. Una dell’inadempienza più grave – ricorda D’Anelli – la mancata adozione del piano del parco che è stata diretta conseguenza del taglio dei contributi europei. Poche risorse che, tra l’altro, sono state gestite a pioggia, senza una programmazione oggettiva, anzi, favorendo comuni come Manfredonia, per cui chiederemo una dettagliata relazione. Ciò che deve essere chiaro è che a Gatta non sarà più consentito di rimanere al vertice dell’ente, in questo senso abbiamo già chiesto un incontro al Ministro Prestigiacomo nel corso del quale presenteremo, in modo dettagliato e documentato, il fallimentare bilancio della sua gestione. In caso ci fossero resistenze da parte ministeriale, ci sarà una vera e propria sollevazione popolare per riaffermare il diritto dei garganici ad aver un candidato di proprio gradimento”.