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La verifica alla Provincia (1)

Fiducia a Pepe ma non alla giunta. “Azzeramento di tutti gli assessori e anche degli incarichi dirigenziali”.

 

Hanno contribuito con io 0,4% a livello regionale ma hanno oltrepassato la soglia dell’l% a livello locale. Numeri non eccezionali per un singolo partito ma che diventano «massa» quando rientrano nelle coalizioni. Come nel caso dell’Udeur, la formazione politica di Mastella rinata a Foggia ed in Puglia ad un mese dalla scadenza elettorale. «Credo che sia stato fatto un miracolo. Intanto siamo riusciti a presentare le liste e poi abbiamo comunque preso voti. E’ evidente che il dato più significativo riguarda la provincia di Foggia. I miei 2500 voti non mi sembrano pochi, ma è l’l,l% complessivo ottenuto in Capitanata ci conforta rispetto alla prospettiva. Abbiamo iniziato a misurarci. Possiamo arrivare ai diecimila voti», afferma l’on. Nicandro Marinacci, consigliere provinciale a Foggia . Proprio la Provincia è il termometro per misurare la febbre al centrodestra dopo la consultazione per le elezioni regionali pugliesi. «Le ripercussioni locali dopo il voto non mancheranno, ma adesso mi pare chiaro che il centrodestra non deve fare in modo di far cadere ‘la Provincia. Abbiamo avuto momenti di forte contrasto critico, ma non ho mai sfiduciato il presidente Pepe. L’unica cosa che chiedo al presidente è di far entrare la politica dalla porta centrale di Palazzo Dogana, ora si può», afferma ancora Marinacci che fornisce anche alcune opzioni strategiche per il futuro: «In sei mesi è possibile riconfezionare un programma anche sulla scorta delle cose fatte fino in questo momento. In tre anni si realizza. Dobbiamo dare risposte sulle competenze istituzionali, ma fare qualcosa di più per il turismo, l’agricoltura e le aree interne». Il capogruppo dell’Udeur, tuttavia, non ha dubbi sulle modalità del percorso politico. Ed è una modalità forte. «Bisogna azzerare la giunta, tutte le commissioni, revocare gli incarichi ai tecnici e discutere di assessorati ed incarichi, a parte quelli riconosciuti al presidente e che non vengono messi in discussione, con le segreterie dei partiti e non più con singoli soggetti. Ci sono le condizioni per dimostrare che due anni fa il centrodestra ha vinto ed è in grado di fare una politica diversa».

Filippo Santigliano