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Screening mammografici: Puglia tra le ultime

Ogni anno circa 1.800 nuove diagnosi e 500 decessi. Solo una donna su dieci accede al servizio: nel 2007 sono state 28mila (l’11,7%).

 

Solo una donna pugliese su dieci accede allo screening mammografico: 28.000 le donne coinvolte nel 2007, l’11,8% delle aventi diritto. Ogni anno circa 1.800 nuove diagnosi e 500 decessi. Un dato di gran lunga inferiore alla media nazionale. “Salute Donna onlus chiede pubblicamente di voler considerare l’accesso omogeneo allo screening mammografico una priorità dell’azione di governo per i prossimi anni”: inizia così la Lettera aperta al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al Ministro della Salute, Ferruccio Fazio letta oggi da Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus, in occasione del Forum Istituzionale “Screening mammografico, un Diritto delle donne, un Dovere delle Istituzioni” organizzato in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale Screening e il Gruppo Italiano Screening Mammografico con il sostegno di Roche. La fotografia dei programmi di screening per il tumore della mammella in Italia è purtroppo in bianco e nero. Nel nostro Paese sono esclusi circa 2 milioni e mezzo di donne: sono infatti meno del 70% le donne tra i 50 ed i 69 anni, fascia target dello screening mammografico organizzato, ad essere inviate a fare la mammografia biennale. E circa la metà aderisce all’invito: ovvero solo 1 milione e 300.000 donne, il 36% delle aventi diritto, esegue la mammografia. E soprattutto, ancora oggi sono profonde le differenze territoriali tra Nord, Centro e Sud. Il cancro al seno, il tumore femminile più diffuso, fa registrare ogni anno circa 38.000 nuovi casi, che si aggiungono alle oltre 450.000 donne che attualmente convivono con la malattia, una vera e propria “malattia sociale”. Lo screening mammografico organizzato, inserito dal 2001 tra i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), è risorsa strategica per la diagnosi precoce e la riduzione del rischio di mortalità. “Sono molteplici i vantaggi offerti dallo screening organizzato” – dichiara Marco Zappa, Direttore Ons – “soprattutto in termini di accesso ad un percorso strutturato e codificato e di qualità della prestazione. Nel 2008 sono stati invitati a fare lo screening per il tumore del seno, della cervice e del colon retto oltre 8 milioni e mezzo di persone”. Molti i progressi degli ultimi anni, ma resta ancora molto da fare, soprattutto per garantire l’equità nell’accesso allo screening alle donne del Sud del nostro Paese.