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Tremiti / Puglia unita contro le trivelle. Il governo rallenta

«Non c’è e non verrà fatto nessun buco in mare». Alle isole Tremiti «non è stata autorizzata nessuna trivellazione». «L’allarme è comprensibile, ma totalmente ingiustificato. Perché al momento non c’è nessuna volontà espressa dal governo». Intorno alle 14, quando le agenzie di stampa diffondono alcune dichiarazioni rilasciate a Roma dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, qui a San Domino si è appena conclusa la manifestazione che a benificio di macchine fotografiche e telecamere ha simulato l’ennesimo spiaggiamento dei capodogli.

La notizia – non si sa ancora quanto davvero rassicurante (quel «al momento» lascia aperte tutte le possibilità) – arriva peraltro nel bel mezzo di una giornata che, a ragione, per gli abitanti delle isole Tremiti può essere giudicata storica. Le parole del ministro (va sottolineato che non pronuncia mai la parola petrolio) arrivano infatti nel giorno della mobilitazione generale qui sulle Diomedee. Per tutta la mattinata, nella sede del Centro Polifunzionale di San Domino (l’aula consigliare a San Nicola è troppo piccola), s’è svolta una seduta straordinaria e monotematica del consiglio provinciale. Per un giorno, queste che da sempre sono figlie di un dio minore (solo pochi anni fa volevano annettersi al Molise) si son prese l’ardire di portare la battuta. Per un giorno, l’urlo del sindaco Giuseppe Calabrese (Udc) ha tenuto insieme tutto il fronte politico-istituzionale della Capitanata e non solo. Per un giorno, è stato preso sul serio (seppur con qualche distinguo, seppur con le solite polemiche) l’allarme che già un anno fa è partito dalla Regione ed in particolare dall’assessore all’Ambiente, Onofrio Introna (Sel). E così, in mattinata, il salone del Centro polifunzionale è stracolmo. C’è il consiglio provinciale al completo, con in testa il presidente Antonio Pepe. Ma ci sono anche un europarlamentare (il finiano Salvatore Tatarella), una senatrice (Colomba Mongiello del Pd), lo stesso Introna e due consiglieri regionali (Arcangelo Sannicandro e Pino Lonigro, entrambi di Sinitra ecologia libertà) nonché il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, il commissario del Parco nazionale del Gargano, Giandiego Gatta, e il presidente della Camera di Commercio di Capitanata, Eliseo Zanasi. Una vera e propria carovana, che in tarda mattinata, dopo un lungo e per tanti versi rituale dibattito, approva un ordine del giorno che decreta sostanzialmente il primo vero «no» della Provincia di Foggia alle esplorazioni (al largo delle isole Tremiti) sollecitate dalla società irlandese «Petroceltic Elsa srl». Un «no», partorito anche dopo un paio di più o meno misteriose telefonate (in pieno stile democristiano) giunte a ripetizione da Roma. Della prima (l’ha effettuata l’europarlamen – tare di Lucera, Barbara Matera) ne dà notizia Paolo Mongiello, capogruppo del Pdl in consiglio provinciale, il quale riferisce che «la commissione Via ha chiesto di riesaminare la pratica». Significherebbe che c’è stato un sostanziale dietrofront della stessa commissione che era stata chiamata ad esprimere il parere sulla Via (valutazione di impatto ambientale). La seconda telefonata (anche questa rassicurante, del capo di gabinetto del ministro Prestigiacomo) arriva in diretta proprio durante l’intervento conclusivo del presidente della giunta provinciale, Antonio Pepe. In mezzo, c’è il dibattito. L’ennesimo intervento accorato del sindaco Calabrese. Quello di Tatarella, tra i primi la scorsa settimana a chiedere che il governo non autorizzasse le esplorazioni. Quello dell’assessore Introna che ricorda come la Regione sia intervenuta tempestivamente a tutela delle isole Tremiti e di tutto il Gargano. Alla fine, il voto è unanime. Ma restano, profonde, le differenze. Dice Pepe (Provincia): «Questa è una battaglia che inizia oggi». «Incredibile – gli fa eco Introna -. La Regione questa battaglia la porta avanti, da sola, da almeno un anno».

STEFANO BOCCARDI