Menu Chiudi

Riceviamo e pubblichiamo/ La democrazia del turismo

La questione delle armi chimiche che giacciono sui fondali dei nostri mari e dei rifiuti tossici che potrebbero giacere sul fondale al largo del Gargano non interessa nessuno perché non minaccia immediatamente l’economia turistica? Mi sono posto la domanda mentre leggevo sulla folle idea di trivellare il nostro mare. Tutti, ambientalisti, politici, cittadini ci siamo uniti intorno allo slogan:"salviamo l’economia turistica".
Devo dedurre, che se il Gargano fosse stato un cesso di posto senza peculiarità paesaggistiche e dal mare catramoso, molti avrebbero detto :"salviamo l’economia, si al petrolio".
In realtà, la politica, i media, gli ambientalisti con il culto della personalità, non mirano ad attirare l’attenzione delle TV nazionali sulla problematica delle armi chimiche e dei rifiuti tossici. Avete mai visto il presidente della provincia Pepe davanti a una telecamera della Rai parlare di armi chimiche e di rifiuti tossici intombati nelle nostre acque?
Avete mai visto il sindaco delle Isole Tremiti Calabrese denunciare davanti ai mass media la presenza nelle acque di Pianosa di metalli pesanti?
Per il No al Petrolio hanno perfino scomodato la Prestigiacomo. E, state attenti, dalla documentazione scientifica del dott. Amato si parla di mutazioni genetiche dei nostri pesci.
Che succede ai nostri organi vitali quando mangiamo un piatto di alici all’arsenico?
Perché, a differenza del petrolio, il video di Saso mandato in onda alle 21.00 su Rai 1 o un servizio di Gianni Lannes mandato sulle tv di Berlusconi (molto improbabile) in prima serata, potrebbero urtare la sensibilità dei nostri turisti e riportarci all’età della pietra.
Perché, un conto è manifestare contro una criticità allo stato dei fatti remota, un conto è parlare di terribili sospetti e realtà.
Perché un conto è vedere il disastro sulle coste della Lousiana, un contro è parlare di arsenico e metalli pesanti presenti nelle nostre acque, per buona pace del sindaco delle Isole Tremiti Calabrese.
Il 27 ottobre 2009, durante una conversazione telefonica con Francesco Bellizzi del quotidiano L’Attacco ( http://rauzino.files.wordpress.com/2009/10/fg_07.pdf ), mi domandavo :"la risaputa presenza sui fondali del mare al largo del Gargano di tantissimi ordigni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale ha svolto un ruolo di attrazione per i mercanti di veleni? E se la presenza degli ordigni e la presenza di arsenico è servita ad attrarre e camuffare i rifiuti tossici?”.
Gli interrogativi nascevano dalla banale osservazione della realtà cittadina. Prendevo atto che in determinati luoghi di Vieste, i cittadini continuavano e continuano a buttare immondizie da tantissimo tempo negli stessi luoghi. E mi chiesi:"Discarica chiama discarica?", “Monnezza chiama monnezza?”.
Forse avevo visto bene. Quello che era l’intuito di uno studente universitario ha trovato conferma nel libro di Andrea Palladino dal titolo “ Bandiera nera, le navi dei veleni”.
Maurizio Torrealta e Rainews presentano tre libri e quattro giornalisti che si occupano delle navi dei veleni [n studio anche il “nostro” giornalista di Rainews Angelo Saso, autore dell’inchiesta “Quella nave insabbiata” ( http://www.youtube.com/watch?v=voNgN3HdC7g)]:
http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=19084
http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=19083

Lazzaro Santoro
P.s.: ci riprova Legambiente ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e speriamo dei media sulle criticità affrontate in questo breve articolo.
venerdì 7 maggio 2010
Ora: 18.00 – 21.00
Luogo: Palazzo Fioritto – San Nicandro Garganico (Fg)
Descrizione: "SCACCO AL GARGANO" crisi del Parco, trivellazioni, navi dei veleni e altri guai che mettono in ginocchio la Montagna del Sole.