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Manfredonia/ La Banca di Campo non si fa

Sfuma il progetto dell’ex sindaco di Manfredonia. Ma in realtà non si è mai avviato. 31 fondatori e 750.000 euro di capitale iniziale ma gli stakeholders valutarono fin da subito poco redditizio il business.

 

I fondatori dell’iniziativa della Finanziaria Gargano SpA sono 31 ed hanno contribuito alla composizione del capitale iniziale, pari a 750.000 euro, versando interamente le quote, che non possono superare per legge il 5% del totale.
Gli organi sociali eletti nel corso dell’assemblea dei soci seguita alla costituzione della Finanziaria Gargano S.p.A. Nel Consiglio di Amministrazione compaiono Francesco Andretta, presidente; Ciro Gelsomino e Giovanni Rotice, vice presidenti; Salvatore De Salvia, Valentina Passalacqua e Aurelio Trombetta, scomparso lo scorso ottobre, con il ruolo di consiglieri.
Il collegio sindacale è invece composto da Saverio Belviso, presidente; Stefano Dell’Atti e Pompeo La Torre, sindaci effettivi; Michele Angelo Giuffreda e Giuseppe Tomaiuolo, sindaci supplenti.
Nei mesi scorsi il CdA della Finanziaria e in particolare il presidente, l’avvocato Francesco Andretta, erano stati delegati a coinvolgere altri imprenditori per procedere all’aumento del capitale, in una o più sottoscrizioni, fino a 20milioni di euro, cifra indispensabile all’apertura dei
due sportelli bancari minimi. Tutta l’operazione era sospesa già lo scorso settembre: sia a Vieste sia a Manfredonia, non vi erano siano stati contatti tra il CdA della società e altri potenziali investitori interessati al business della banca di Paolo Campo. Alcuni altri stakeholders si sono tirati fuori sin dall’inizio, perché hanno valutato il business poco redditizio.
Se non addirittura fallimentare. Sarebbe stato questo il motivo del totale disinteresse degli attori economici manfredoniani assimilabili alle posizioni dell’attuale sindaco Angelo Riccardi.
“L’ipotesi era quella di valutare l’ingresso non soltanto di nuovi soci, ma anche di un istituto bancario che avrebbe dovuto entrare nella società con una quota del 10%- commentò un imprenditore vicino ad ambienti sipontini – bisognava lavorare e individuare una banca interessata all’operazione per accelerare una serie di procedure e per evitare che tutto il progetto essere percepito come meno affidabile. Questa ipotesi era funzionale anche per l’acquisizione dell’autorizzazione da parte della Banca d’Italia. Ma a tutt’oggi a noi non risulta l’ingresso di nessun istituto bancario”. Col tempo, la situazione è peggiorata. Oggi il progetto è in fase di stallo. Archiviato, secondo Paolo Campo.

Antonella Soccio
L’Attacco