Menu Chiudi

Sanità in Puglia/ Fiore rassicura troveremo i fondi

Sono due le àncore di salvezza cui si aggrappa la giunta Vendola per far fronte al deficit sanitario di 351 milioni, obbligata com’è a farlo entro luglio pena la decurtazione di 500 milioni sul riparto del Fondo sanitario 2010. Da un lato l’attesa sentenza del Tar Lazio cui la Regione si è rivolta presentando ricorso contro l’applicazione del Patto di Stabilità e il relativo sforamento dei conti contestato dal governo alla Puglia. Qualora, infatti, la magistratura contabile dovesse accogliere il ricorso della Puglia, potrebbero rientrare nelle casse della Regione circa 300 milioni. La seconda chance per il piano di rientro dal deficit che sarà varato entro il 15 luglio arriva dagli incassi relativi ai «gioielli» delle Asl, il patrimonio immobiliare inutilizzato che – in sede di Bilancio – la giunta decise nel 2006 di mettere sul mercato tramite una società-veicolo. In questo caso i «profitti» per la Regione si aggirerebbero sui 60 milioni. Ambedue le (possibili) soluzioni saranno note a giorni e potrebbero consentire al presidente Nichi Vendola, che in Consiglio ha annunciato di voler rivedere tutto il sistema della rete ospedaliera e colpire le fonti di spreco (ricette in testa), di tirare un sospiro di sollievo.

La corsa anti-deficit è scattata da tempo per l’assessore Tommaso Fiore, ieri chiamato dai consiglieri Pd a fornire chiarimenti. Le rassicurazioni fornite da Fiore avrebbero placato i mal di pancia manifestati nei giorni scorsi da alcuni consiglieri, i quali temono la rivolta delle comunità locali per le sforbiciate ai consultori e ai presidi ospedalieri desueti.

A sollecitare, invece, che la giunta regionale faccia luce sugli sprechi è la senatrice Adriana Poli Bortone: «Io Sud interverrà in Commissione Speciale sulla Sanità per colmare questa carenza conoscitiva ed aiutare il governo regionale a far luce sulle tante, troppo disfunzioni che hanno connotato – dice – oltre un decennio di onerosa gestione della sanità».

Vendola paga oggi «la campagna terroristica contro il coraggioso piano ospedaliero della giunta Fitto – dice Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl) – e la spada di Damocle del piano di rientro lo sta inducendo a porre riparo chiudendo in fretta e furia ben 24 ospedali. Quello che oggi dice sembra quanto sosteneva l’allora presidente Fitto: per tutelare davvero la salute dei cittadini, occorre razionalizzare la gestione ospedaliera, potenziare i servizi e non pretendere di avere un ospedale in ogni paese e sotto casa».