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Bari, medici di famiglia accusano la Regione: manca sistema informatico

Giovanni Sportelli, 53 anni, barese, da due mesi è segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), i medici di famiglia. Durante il congresso provinciale di categoria che si è tenuto nei giorni scorsi, è intervenuto l’assessore regionale Tommaso Fiore, medico anch’egli, che ha chiesto collaborazione per contenere la spesa farmaceutica, nell’ambito di un piano di contenimento della spesa sanitaria regionale per far fronte al deficit accumulato (351 milioni per lo sfondamento del patto di stabilità per due anni consecutivi) per il quale è allo studio un piano di rientro. L’assessore Fiore ha inviato ai medici una circolare con la quale annuncia il sistema di trasmissione on line dei certificati medici come previsto dal decreto Brunetta.

Perché i medici di famiglia sono critici con Fiore?

«Perché ci sono difficoltà che dipendono dall’Asl. Gli studi medici di Bari e pugliesi sono tutti informatizzati e per ogni paziente c’è la cartella clinica. Il problema vero è il sistema di trasmissione che deve esserci fornito dall’Asl. Su mille medici di famiglia, 700 hanno le segretarie. Ma il sistema di trasmissione non c’è: l’Adsl e il collegamento con i programmi dei sistemi di gestione Sac (Servizio accentramento centralizzato) del Ministero delle Finanze devono essere realizzati. È un problema che non riguarda solo i medici di famiglia ma anche gli specialisti, visto che la trasmissione elettronica diviene un obbligo per legge. Il decreto Brunetta prevede sanzioni pesantissime come licenziamento e radiazione dall’Ordine dei medici. Anche negli ospedali non è pronto il sistema telematico. Ora c’è il cartaceo ma il passaggio al sistema informatico non è agevole».

Le responsabilità della Regione?

«Dovrebbero assegnarci il pin e il codice telematico ma dovremmo avere anche il sistema di trasmissione. Ora il percorso prevede che il medico di famiglia o l‘ospedaliero invii elettronicamente il certificato al Sac che lo spedisce all’Inps che lo gira all’Inps regionale che lo smista ai singoli enti di appartenenza del cittadino. Fiore ha annunciato la distribuzione dei pin ma non parla del sistema. Invece andrebbero predisposte linee riservate. L’ho detto all’assessore Fiore, ma non ha dato risposte».

Altra proposta per risparmiare?

«La “prescrizione diretta” come avviene in Toscana e in Emilia: i farmaci più costosi devono essere distribuiti dagli ospedali ai pazienti: c’è il risparmio del 50 per cento. Non c’è concertazione. Noi possiamo contribuire a limitare la spesa farmaceutica ma perché la Regione non comincia ad adottare la prescrizione diretta»?
Manlio Triggiani