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CIAO, ROMANO!

Romano Conversano se n’è andato. Non in punta di piedi, com’era abituato nelle frequentazioni coi suoi amici e conoscenti, ma in un assordante silenzio: quello dei suoi carghi-tavuti, delle case di Peschici come lui le vedeva e sentiva, delle sue donne tristi e problematiche, dell’intera sua opera che prima l’ha attorniato sul letto dell’ultimo respiro e poi ha deciso di seguirne l’anima in quel paradiso degli artisti in cui e con cui continuerà le sue dissertazioni di uomo appartenente non a una terra sola ma al mondo intero. Il cuore è gonfio di una sofferenza indicibile. E il primo fotogramma che ci è apparso dinanzi agli occhi della memoria al momento della notizia ferale è stato lui seduto in mezzo metro di acqua adriatica, appena otto anni fa e proprio di questi tempi, giocare con le onde come un bambino che non vuole uscire dal mare. In questo istante non troviamo le parole adatte per ricordarne tutte le gesta, autentiche gesta di Normanno “trampigno” con alcune radici affondate in questa terra del Gargano che ha amato come solo si può mare una compagna di vita.

Ciao Romano, resterai nel nostro cuore per tutto quanto ci hai regalato in attesa di reincontrarci e di trascorrere insieme le stesse identiche ore passate in una non lontana estate del 2002.

p.g.