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Vieste/ Turista deluso scrive a Vendola. Gargano inospitale o una bufala? (2)

Di seguito pubblichiamo i passi più significativi della lettera inviata alla Gazzetta del Mezzogiorno dall’ospite deluso dal Gargano, con i riferimenti alla presunta differenza tra il soggiorno comprato on line e quello realmente offertogli dal centro vacanze.

 

Come Ogni anno ho svolto una attenta ricerca, utilizzando le potenzialità di internet, sulla località di vacanze in cui trasferirmi nei quindici giorni di ferie con la mia famiglia, composta da moglie e una bambina di due anni non ancora compiuti. Quest’anno abbiamo orientato la scelta verso la Puglia. La scelta in particolare è caduta sul residence Viestemare club vacanze, situato in località Molinella a nord di Vieste. Dal sito si evincevano alcune caratteristiche, altre erano specificate nel dettaglio, altre ancora erano lasciate alla libera interpretazione del visitatore. Un appartamento in villino, a 600 metri dal mare, con spiaggia attrezzata convenzionata, piscina, rete wireless, parco giochi per bambini. Dopo alcune considerazioni, una telefonata ed alcune mail scambiate con i proprietari della struttura, finalmente la nostra decisione di prenotare e di effettuare un bonifico di quasi un terzo della cifra pattuita.
All’avviso di ricevimento del bonfico i proprietari ci avvisano che non avrebbero accettato per il saldo né assegno né carte di credito né bancomat, chiedendoci di premunirci con l’importo in contanti (1000 euro circa) da consegnare all’arrivo. (..) Finalmente il gran giorno. All’arrivo la con- ferma, in mezzo a grandi sorrisi stereotipati di circostanza, della necessità di svuotare i bancomat della zona per poter effettuare il pagamento in contanti. Poi la sorpresa, in giornate all’insegna dei 34/35 gradi, dell’assenza di aria condizionata; si, in effetti, non era citata sul sito internet, ma in una regione del sud si dava per scontata, così come si danno per scontati la presenza di un materasso sul letto o di un lavandino in bagno, pure essi non citati sul sito. Ma tant’è incauti noi a non aver chiesto. Le sorprese però non finiscono mai e all’arrivo ci viene riferito per la prima volta che non esiste acqua potabile: i rubinetti eruttano solo acqua desalinizzata con un terribile odore. Anche per lavare i denti o per fare il caffè si deve utilizzare l’acqua minerale. Il bel paesaggio, il sole, il mare di questa bella terra ci inducono ancora una volta ad. . . abbozzare. Con spirito positivo ci impossessiamo del mini appartamento e andiamo a piedi a visionare la spiaggia “attrezzata” in cui ci è stato riservato un ombrellone con lettino e sdraio. La spiaggia dovrebbe essere a seicento metri e raggiungibile a piedi. In effetti, invece, è a seicento metri in linea d’aria dalla struttura, ma il percorso per raggiungerla è di 1100 metri e rappresentato da una stradina impervia, stretta e molto trafficata! Con una bambina piccola questa non specificata distanza “reale” si traduce in continui spostamenti in auto. Il lido attrezzato è invece un fazzolettino di spiaggia in cui sono stipati un numero inverosimile di ombrelloni, senza una struttura di ricezione fissa, ma con un gazebo a fungere da direzione/bar. Senza un bagno, senza una doccia calda, senza tutti quei piccoli e grandi servizi che una spiaggia attrezzata prevede. La domanda è come mai vengano date spiagge in concessione a lidi che non hanno neanche un bagno per i propri ospiti. (..) Facciamo buon viso, tornati nella struttura del “Club vacanze”, anche di fronte a un frigorifero che non raffredda costringendoci a gettare i cibi dopo due giorni, o di fronte all’assenza di un vero e proprio televisore pubblicizzato sul sito ma di fatto sostituito da uno schermo da computer appeso a due metri di altezza e di fatto inutilizzabile. Oppure quando ci rendiamo conto che il parco giochi per bambini è costituito da due o tre piccoli giochi in cattivo stato disposti lungo una discesa brulla; o quando veniamo a sapere che la decantata rete wireless non riguarda gli appartamenti e i villini, ma solo i pochi metri quadrati all’aperto di fronte all’ufficio di direzione. (..)Ma i guai le magagne non sono solo riferiti a una struttura che ci ha ospitati (per la prima ed ultima volta), ma un po’ tutta la zona, dove il turista vien troppo spesso considerato “gallina da spennare”, pur non in presenza di un turismo di élite ma essenzialmente costituito da ceto medio: una pizza tavolo tra i nove e i dieci euro, gelatii al tavolo dai sei ai sette euro, supermercati con prezzi oltre il lecito, parcheggi abusivi a 5 euro per un’ora (Peschici) così via. Insomma, un’idea di turismo usa e getta dove il cliente viene attirato sia dalle bellezze naturali, sia dai prezzi, sia dalle lusinghe via internet e, nella considerazione che non tornerà più, sfruttato senza pietà. L’intento di questa lettera è esporre dei fatti senza indicare colpevoli o rimarcare di essere stati raggirati con pubblicità ingannevoli. (..) Una esperienza del genere lascia l’amaro in bocca, induce a sentirsi traditi, chiudere a riccio il consumatore che ritira la delega affettiva e di fiducia con la conseguenza che l’anno sucessivo opterà per altre méte, per altre popolazioni, per altre comunità.

Alessandro Turchi
Salerno

 

 

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