Menu Chiudi

Puglia, posti barca un record negativo

Sono 10.829 i posti barca in Puglia, questo almeno secondo gli ultimi dati dell’Ufficio nazionale di statistica del ministero dei Trasporti (2008). Ma il trend è in continua crescita da un decennio, tanto che nel 1998 se ne contavano solo 7.892. Niente in confronto al Nord Italia o altre regioni marittime quali il Lazio o la Toscana: il divario è sensibile, 58 posti barca per chilometro quadrato contro gli 11 delle regioni meridionali tra cui la Puglia.

Ciò che manca da noi sono i porti turistici e cioè delle strutture organizzate per il diporto capaci di offrire servizi e attirare l’utenza esterna. Infatti dei 10mila posti barca pugliesi solo 2892 si riferiscono a porti turistici, altri 3.642 si trovano in approdi turistici (cioè in porti polifunzionali che hanno una parte vocata al diporto) e ben 4295 sono «punti di ormeggio» strutture a carattere precario e amovibili spesso in concessione a circoli nautici privati i quali forniscono servizi principalmente ai loro soci.

Il gap pugliese è stato evidenziato anche in un recente studio dell’ Ocse, organizzazione intergovernativa che si occupa di programmazione e sviluppo economico, che in una analisi tra punti di forza e debolezza della nostra regione ha evidenziato proprio la carenza di infrastrutture per lo sviluppo del diporto. I progetti per i nuovi porti ci sono e spesso anche i finanziamenti grazie anche agli accordi siglati di recente tra la Regione e Italia Navigando – società che ha come scopo sociale quello di costruire e gestire porti e collegarli in rete – ma molte realizzazioni rimangono prigioniere di lentezze burocratiche, oppure letteralmente sepolte da sabbia e fango.

Perché una delle questioni più urgenti è che molti dei nostri porti minori sono insabbiati e non hanno fondali adeguati, gli ultimi dragaggi risalgono ad un periodo compreso tra venti e cinquanta anni fa! Il problema riguarda tutti i porti, ma solo per citare alcuni esempi ci sono il porto vecchio di Bari, Trani, Giovinazzo, piccoli scali come Torre a Mare, Savelletri o Villanova nei quali attualmente il pescaggio è così basso da non permettere il transito alle barche a vela dai 12 metri in poi.

I dati del ministero sui porti pugliesi evidenziano anche la carenza di servizi e sempre in riferimento ai 10mila posti barca, nel 75% viene fornita acqua in banchina, nel 68% c’è anche la corrente elettrica, nel 34% viene offerta la possibilità di rifornirsi di carburante (le pompe di benzina a mare sono una vera rarità sul nostro litorale!) nel 77% vi è il servizio di vigilanza, nel 73% ci sono i servizi igienici e la raccolta rifiuti, e solo nel 45% la possibilità di parcheggio e nel 42% informazioni turistiche.

Questa ultima voce è molto importante perché si rivolge soprattutto all’utenza esterna e cioè a chi potrebbe scegliere la Puglia come meta per un itinerario in barca. Una rete portuale turistica deve servire a soddisfare l’utenza locale – che in Puglia cresce sensibilmente come mostrano i dati sul conseguimento e il rinnovo delle patenti nautiche in totale 2059 nel 2008 – ma anche quella che arriva da altre regioni o dall’estero e decide di ormeggiare qui la sua unità da diporto oppure semplicemente realizzare una navigazione dal Gargano al Salento e sino alla Basilicata Ionica.

Da una breve indagine sono ancora pochissime le unità di diportisti di altre regioni o stranieri che scelgono la Puglia come base nautica, circa il 6% del totale, eppure potremmo essere una destinazione ideale e sicura e, soprattutto, vicina a mete più gettonate come Grecia e Croazia. Specialmente durante il periodo estivo, però, qualche centinaio le barche in transito si ferma nei nostri porti prima di attraversare l’Adriatico, ma il dato è che la sosta dura sino ad un massimo di tre giorni più che altro per condizioni meteo avverse. Non riusciamo cioè a catturare l’utenza nautica di passaggio e ciò si deve sia alla carenza di servizi già evidenziata che alla mancanza di informazioni turistiche.

Negli ultimi due anni la situazione cambia in meglio grazie alla nascita di due nuove marine a Rodi Garganico e nello Ionio Marinagri . Luci e ombre nella gestione delle strutture già attive, in base ad un piccolo sondaggio condotto tra i diportisti che le hanno frequentate durante l’estate giudizi positivi e un trend in crescita per Bisceglie (Bisceglie Approdi, una società mista tra Comune e privati) mentre sono stati segnalati disservizi per le Marine di Bocche di Puglia e Santa Maria di Leuca.
Nicolò Carnimeo

 

 

 

 

 

Leggere è il cibo della mente
Quest’estate regalati

LA GRANDE IMPLOSIONE
rapporto sui viestani 1970 – 2007
il libro di ninì delli Santi

…”nulla è impossibile a Vieste
dove nulla è possibile”…

———————————————————-

LA CITTA’ VISIBILE
L’odonomastica di Vieste
dall’era antica ad epoca contemporanea
di Matteo Siena

in edicola o librerie
prenotazioni e spedizioni
0884/704191
oppure info@ondaradio.info

———————————————————————-