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Patano/ “Io andrò avanti: Anche altrove, a malincuore”

L’amministratore di “Spazi eventi”, Michele Patano, difende AUREA a spada tratta e annuncia che non intende arrendersi.

 

“Io amo ‘Aurea ‘ e, da pugliese, preferirei che la manifestazione non si svolgesse più piuttosto che portarla altrove: perché è figlia del nostro territorio, del Sistema Puglia, di tutti gli attori che hanno permesso la sua crescita. Ma come imprenditore non posso far altro che prendere atto della situazione e fare le mie doverose – e sofferte – valutazioni”. Il tono della voce cerca, senza riuscirci,
di nascondere l’amarezza che cresce quando il passato si sovrappone al presente, quando numeri che pure dovrebbero essere significativi non riescono a tradursi in un futuro, un qualsiasi futuro. L’amarezza di una sconfitta, perché credere fortemente in qualcosa, investirci tempo, energie e risorse e non poterla poi realizzare non è certamente esaltante. L’amarezza di un’esperienza e una professionalità pesantemente messe in discussione. Michele Patano, 48enne barese, amministratore di ‘Spazio Eventi’, società nata sei anni fa dalle ceneri del Consorzio Operatori Turistici Pugliesi – lui ne era direttore generale e amministratore delegato -, da settimane è al centro dell’attenzione e delle polemiche, ed è fin troppo facile prevedere che ci rimarrà ancora a lungo, vista la posta in gioco. Facciamo un passo indietro. “Volevamo puntare a un segmento turistico che registrasse
un incremento continuo, nonostante la crisi, e il turismo religioso rispondeva pienamente a queste caratteristiche. Un turismo che è anche culturale, perché le persone che vanno in giro per chiese e santuari sono anche alla ricerca di comodità e qualità, non necessariamente pellegrini che spendono poco”, ricorda. “Così è nata ‘Aurea non una semplice fiera ma una importante manifestazione capace di coniugare al dibattito e alla riflessione una serie significativa di workshop,. opportunità di contrattazione e incontro tra domanda e offerta”. Tutt’altro che casuale la scelta della sede: “Non solo a San Giovanni Rotondo, ma anche all’interno del Santuario: la sede perfetta, assolutamente naturale per un evento del genere. E la decisione di cambiare dopo le prime due edizioni è stata dettata puramente dalle esigenze logistiche che la crescita ha comportato, dalle richieste sempre più pressanti che venivano da partecipanti ed espositori. La prima bufera. “Location ideali, città come Roma o Napoli avevano manifestato interesse, ma rimanere sul territorio era la mia priorità. L’idea Bari era allettante, ad essere sincero, e avevo avviato contatti con la dirigenza della Fiera del Levante, per via dei problemi logistici e di collegamento della città di Foggia (prima di tutto l’aeroporto). Ma mi sono trovato di fronte all’energica presa di posizione del ‘Sistema Capitanata’, agli enti locali mobilitati per la difesa di una manifestazione fortemente sentita: una reazione che mi
ha fatto sentire orgoglioso, così come importante è stato l’intervento dell’allora assessore regionale al Turismo Massimo Ostillio a sostegno delle tesi portate avanti con tenacia e convinzione dall’amministrazione provinciale e comunale, dall’ente Parco del Gargano e da numerosi attori istituzionali protagonisti di una pagina significativa della nostra storia recente. E nonostante gli evidenti gap della Fiera di Foggia, sono felice della scelta fatta che ha portato a un successo sempre maggiore negli anni e nelle successive edizioni”, continua. Nel 2009, infatti, sono stati oltre 200 tra buyers provenienti da ogni parte del mondo e da tutta Italia, per non contare i giornalisti accreditati, persone che oltre ad avviare concretamente rapporti commerciali hanno avuto l’opportunità di conoscere, raccontare e non semplicemente visitare, magari per la prima volta, un territorio dalle enormi potenzialità e contraddizioni: numeri che sembravano l’anticamera di un nuovo balzo in avanti, non di un cinico affossamento. Poi che è success? “Come ogni anno abbiamo presentato qualche mese fa il piano economico alla Regione Puglia, che nel 2009 — per fare soltanto un raffronto — aveva acquistato un’area espositiva e fornito determinati servizi, come le spese per l’accoglienza e l’acquisto dei biglietti aerei, per una somma di 200mila euro non erogata a noi direttamente, è bene precisarlo”, sottolinea. “Ci è stato risposto che, per problemi di natura economica legati a ristrettezze di bilancio, l’erogazione per il 2010 non poteva essere superiore ai 50mila euro. Io sono un imprenditore, e devo prendere atto che se non riesco a raggiungere il budget necessario per partire non posso organizzare nulla: questa è la realtà con la quale sono chiamato quotidianamente a confrontarmi”. L’assessore Silvia Godelli è stata durissima con questo modo di fare impresa puntando esclusivamente sulle istituzioni, limitando al minimo i rischi e il coinvolgimento dei privati. “Queste manifestazioni devono essere supportate dalle istituzioni, per l’enorme ricaduta che hanno sul territorio e per il territorio” è la sua risposta. “La vendita degli spazi espositivi non può essere che marginale rispetto al budget complessivo, perché allestire uno spazio comporta spese aggiuntive e necessita di collegamenti all’altezza degli sforzi. E non stiamo parlando di una Fiera ma di un workshop, di una Borsa internazionale del turismo religioso e delle Aree protette: quest’anno poi, volevamo puntare tutto sulla commercializzazione, allargando quanto più possibile il coinvolgimento e la partecipazione”, continua aumentando il disappunto velato di rimpianto.Il budget complessivo di ‘Aurea ‘, come ormai noto, è di 37Omila euro, “e sfido chiunque a verificare sulla congruità dei costi soprattutto se rapportati ai benefici”, sostiene Patano. “Ma se venissero fuori imprenditori capaci di garantire la stessa qualità e la stessa esperienza a minor prezzo, sono prontissimo a farmi da parte”, continua. ‘Aurea’ era nata con l’importante
partnership dell’Opera Romana Pellegrinaggi, per tornare al passato, e mons. Andreatta ne era rimasto entusiasta al punto da organizzare da tre anni nella capitale una manifestazione simile, “ma solo in apparenza, perché si tratta più che altro di una fiera, di un incontro con operatori e referenti dall’Opera Romana Pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo”, spiega ancora. “Per questo, i
nostri rapporti con loro continuano a essere eccellenti e il canale di comunicazione è di incontro è sempre aperto”: e potrebbe portare a spiacevoli sorprese, almeno per queste parti. “Io credo nei miei progetti, nelle mie idee, e se il presidente Nichi Vendola in persona è venuto all’inaugurazione delle ultime due edizioni, magari avrò le mie ragioni: se allora mi trovo di fronte a problemi di copertura finanziaria ho il dovere di andare avanti, di provarci e riprovarci, prima di arrendermi”, la sua ammissione, sincera e disarmante. “Ma non voglio alimentare ulteriori polemiche, ci tengo a sottolinearlo”. Ma .quelle ti piombano addosso inevitabilmente come una valanga che travolge e affossa tutto, anche la speranza.

Claudio Botta

Quotidiano di Foggia