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Calcio/ Gargano, il «consorzio» va

Calcio Prima Categoria una corporation più che un club, ma la squadra che unisce diversi comuni ora è in testa.

 

Carramba che sorpresa. Il Gargano calcio ha messo tutti in fila nel campionato di Prima categoria e guarda tutti dall’alto. La squadra che raggruppa alcune cittadine del Promontorio stà davvero sorprendendo tutti. Primo posto in classifica e grande entusiasmo sul Gargano. E domenica la prova del nove: si gioca in casa della corazzata Bovino che insegue ad un punto. Lo Campo, Carretto, Carpentieri e Daniele Martella proveranno ad diventare ancora più grandi. «Andiamo lì per giocarcela — rimarca subito il tecnico Mendolicchio -,vogliamo un risultato importante». Qualche defezione, il tecnico dovrà inventarsi la formazione. Fiducioso anche il patron Agostino Triggiani: «Undici contro undici, andiamo a fare la nostra gara, non firmo per un pareggio». Agguerrito, deciso, ottimista anche il dg Lino Marino: lui ha la certezza che la sua squadra venderà cara la pelle a Rocchetta (dove gioca il Bovino), senza complessi di inferiorità di fronte alla corazzata nero-verde. Sarà l’ennesima prova di maturità per Longo, Cardone, Ranieri, Iacovone e Scirpoli. «Ne abbiamo già superate tante di prove, i buoni risultati danno consapevolezza nei propri mezzi. Sappiamo quello che possiamo fare, ho fiducia — dice Marino -. Dobbiamo essere convinti, giocare unicamente per vincere. Questo Gargano ha giocatori per combattere in qualsiasi momento con chiunque, dimostreremo di essere all’altezza del Bovino. Queste partite si vincono o si perdono grazie ai colpi dei buoni giocatori. Sarà una sfida tirata». Serve il gruppo. «Serve il contributo di tutta la squadra. Anche chi va in panchina può dare un contributo importante» precisa Mendolicchio. Amoruso, Latorre, Biscotti e Di Stolfo dopo il 6-2 di domenica scorsa al Molfetta, sono in gran forma. Il tecnico carica i suoi. «Domenica mi aspetto un organico che abbia la mentalità giusta, che abbia voglia di osare per mettere in difficoltà gli avversari. Come? Facendo movimento senza palla, giocando a viso aperto».

Antonio Villani