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Sanità Puglia/ Liste d’attesa, si corre ai ripari

E’ caos nelle liste d’attesa della sanità pugliese dopo l’ultima delibera regionale che, imponendo lo stop alle prestazioni extratetto delle strutture private accreditate, dirotta tutto sul pubblico, già alle prese con code affollatissime di utenti. E si corre ai ripari. L’assessore alla Salute, Tommaso Fiore, ieri in conferenza stampa ha fatto il punto. Bisogna adeguarsi ai tagli imposti dal Piano di rientro dal deficit. Ma a monte ci sarebbe anche la recente direttiva nazionale che dà precedenza alle urgenze per patologie oncologiche, geriatriche, cardiologiche e dell’area materno infantile. La Puglia, dunque, alle prese con forti tagli, è costretta a rinviare tutte le prenotazioni per patologie diverse e non urgenti al 2011.  Mentre  si cerca di rassicurare: chi ha già prenotato non sarà rinviato. Il pubblico dovrà andare in overbooking (in pratica il posto lo si  deve trovare), grazie anche ad un lavoro di ripulitura delle liste d’attesa, spesso affollate di prenotazioni puntualmente disattese. La situazione insomma non è facile. Tutto sarà monitorato attraverso un’unità di crisi istituita a livello regionale. Bisognerà cercare anche disincentivare l’utente dal prenotare se non in caso di estremo bisogno. Come? Attraverso il pagamento di una penale (corrispondente al valore del ticket) qualora il paziente non si presenti. E centralizzando il sistema di prenotazioni. Tutte le strutture, pubbliche e private, devono consegnare la loro agenda al CUP della Asl, che procederà ad una scrematura e smisterà sulla base delle disponibilità delle strutture. Inutile dire il discorso potrebbe funzionare solo se è il CUP il primo a funzionare. E non poche sono le carenze, ad esempio, all’Asl di Foggia. Duro l’affondo del Pdl. “Siamo al festival degli annunci e dei sogni –commenta Rocco Palese". "La Puglia  -dice- è passata da Vendola che propagandava l’azzeramento delle liste d’attesa, a Fiore che oggi dice di volerle ripulire". Quando basterebbe per il capogruppo Pdl ridurre spese per beni e servizi e recuperare così risorse da destinare alle prestazione extratetto dei privati,messi in fermo forzoso. Per l’opposizione oltre ad essere negato il diritto di scelta dell’utente, gli si nega anche quello alla prevenzione. Peraltro, l’unica e fondamentale strada per la salute del cittadino innanzitutto.  Ma per lo stesso risparmio –quello reale- delle casse regionali.