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“Centro Studi Naturalistici ONLUS risponde alle accuse del Cpa”

Ancora una volta mi vedo costretto a dover rispondere alle sue inesattezze.

 

Ma prima di affrontare le questioni sollevate, è importante che chi legge sappia che lei è presidente di una delle associazioni venatorie che rappresenta “la lobby della caccia estremista”, come ha dichiarato in una recente affermazione l’attuale premier del Governo, in cui da ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale dovrebbe ritrovarsi.
A conferma di quanto affermato, aprendo il sito nazionale CPA alla pagina “Chi siamo” troviamo letteralmente scritto:
Ed ancora è C.P.A. a combattere il proliferare delle aree protette e dei parchi, che all’insegna di un fantomatico “turismo ecologico e sviluppo sostenibile” stanno decimando la categoria venatoria sempre più costretta nei “recinti” ed esposta al rischio di gravi sanzioni amministrative e penali.

Su questi presupposti falsi e dogmatici è veramente difficile pensare di poter dialogare, in ogni caso proverò lo stesso a illustrare il perché le sue tesi siano errate.
Sig. Trotta, è utile spigarle che il Centro Studi Naturalistici- Pro Natura che mi onoro di rappresentare, è composta cittadini uniti nel comune interesse di salvaguardare il patrimonio naturale, con particolare riferimento a quello delle provincia di Foggia.
Inoltre, voglia tranquillizzarla, informandola che provengo da una famiglia storicamente radicata in Capitanata da generazioni e sono cresciuto in un ambiente venatorio in quanto mio padre era cacciatore, per cui sono perfettamente a conoscenza sia degli aspetti positivi che di quelli negativi, legati al mondo venatorio come ad esempio le battute di caccia che venivano esercitate nelle valli con l’abbattimento di centinaia di animali o forse, usando un termine brutale a voi consono, dovrei parlare  di “pezzi”. Pertanto può evitare di raccontare con il roboante stile da cinegiornale l’epica vicenda di un periodo storico ormai lontano che riusciamo a stento a giustificare solo se lo inquadriamo nel tempo che fu’ .

Ma veniamo a giorni nostri:
le ribadisco che il canneto è una grande risorsa e contribuisce fortemente ad incrementare la biodiversità dell’area. Infatti come può facilmente verificare esistono pochissime aree estese di canneto in Italia: Lago Salso, la sacca orientale di Lesina, alcune zone del delta del Po.
Inoltre, il canneto contribuisce sensibilmente a migliorare la qualità delle acque grazie ad una forte azione fitodepurante e questo noi lo misuriamo mensilmente mediante analisi delle acque. In assenza del canneto la qualità delle acque del Lago Salso non sarebbe diversa da quella del torrente Candelaro.
Ovviamente, siccome siamo in una condizione di gestire delle vasche pensili, è naturale che si assista a un costante fenomeno d’interramento, che deve essere contrastato attraverso interventi mirati che, purtroppo, nei cinque anni di presidenza del Parco Nazionale del Gargano di un paladino dei cacciatori come il suo consigliere regionale G. Gatta, non è stato possibile attuare. Ma le garantisco che ora le cose sono decisamente cambiate e sarà passibile procedere ad un taglio selettivo e alla gestione dei fondali attraverso appositi mezzi idonei per lavorare in palude. E’ ovvio che siccome non abbiamo la necessità di gestire a fini venatori l’area, non ci interessa avere chiari di enorme estensione ma una rete di chiari di dimensioni variabili collegati da canali.
Inoltre, dobbiamo gestire una pesantissima eredità che ci avete lasciato, l’enorme quantitativo di piombo accumulato sui fondali che ovvie ragioni preferiamo rimanga seppellito nei sedimenti onde evitare che la “vostra arte” possa causare ulteriori morti per saturnismo.

Tornado a un suo cavallo di battaglia, il Gobbo rugginoso, le indicazioni sulla sua presenza in Puglia sono riportate da alcuni padri dell’ornitologia moderna, tra i quali spicca la figura di un pugliese quale il compianto Sergio Frugis. Inoltre, presso il Museo Provinciale di Storia Naturale di Foggia è conservata una collezione locale di inizi ‘900 del dott. Pedone in cui è presente un esemplare di Gobbo rugginoso di provenienza Manfredonia.
Per quanto riguarda i problemi riscontrati dal progetto Gobbo, sono stati ampiamente denunciati dal Centro Studi Naturalistici – Pro Natura e anche in questo caso le responsabilità vanno ricercate nel disinteresse dei responsabili del Parco che bloccarono nei fatti qualsiasi intervento teso ad evitare l’insorgenza di malattie. Le posso solo dire che quando fummo allontanati dal Parco lasciammo quasi 100 individui di Gobbo rugginoso (il nucleo più grande mantenuto in cattività in tutta Europa). Quando poi riuscimmo a rientrare nel centro gli animali erano solo 13!!! 
Penso che la triste morale da trarre sia che su certe cose non c’è proprio bisogno di impostare lotte politiche e che la corretta gestione scientifica del progetto poteva (e speriamo ancora possa) risultare efficace, contribuendo così a salvare dall’estinzione una splendida anatra, dando una grande visibilità nel panorama europeo a Manfredonia quale fondamentale tassello in Italia per la tutela della specie.

Per quanto riguarda le sue illazioni su progetti relativi ai rapaci, le posso assicurare che gli animali vengono seguiti e monitorati dopo i rilasci. Alcuni sono muniti di radio che si applicano alle penne timoniere e che verranno perse dopo la muta. Procediamo inoltre sia ad alimentare gli animali durante tutta la fase di ambientamento e raccogliamo e osserviamo le borre, per valutare se riescono a predare. Ad oggi, visti i risultati, possiamo affermare con sicurezza che il progetto sia pienamente riuscito.
Infine le comunico che, ovviamente, è in essere una collaborazione con l’Osservatorio Regionale di Bitetto per l’approvvigionamento degli animali caduti dai nidi o traumatizzati.

Infine noto che i suoi coloriti e inesatti comunicati hanno il principale scopo di attaccare le associazioni che si occupano di conservazione della natura, ma mai è intervenuto a sanzionare le azioni perpetrate dai bracconieri ma questo è spiegabile anche con il fatto che uno degli anacronistici obiettivi della sua associazione è quello di depenalizzare i reati venatori, iniziativa di alto profilo morale che ben si inserisce nella logica dei condoni e delle sanatorie.
Spero vivamente che lei trovi interessi più costruttivi anche perché sono anni che continua ad attaccare impropriamente sia il sottoscritto che gli attivisti del CSN onlus.

Ancora una volta le reiteriamo l’invito a collaborare per migliorare e riqualificare ancor più il nostro martoriato territorio e a evitare strumentali e sterili polemiche.
Distinti saluti
Dott. Vincenzo Rizzi
Presidente Centro Studi Naturalistici ONLUS
Vice presidente Federazione Nazionale Pro Natura