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Ischitella/ Incontro- dibattito adozione e affido: famiglie diverse?

Martedì 23 Novembre presso l’ex cinema Giannone, ad Ischitella, l’Associazione "E’ Primavera Ragazzi" onlus ha organizzato il quinto incontro-dibattito previsto dal progetto "Servizi a Sostegno della Famiglia", finanziato dal bando 2008 "Perequazione per la progetttazione sociale". L’incontro, sul tema dell’affido e dell’adozione, è stato relazionato, oltre che dalla psicologa del progetto Beatrice Cannarozzi, dalla dr.ssa Anna Pia Martelli e da Don Vincenzo Onorato dell’Associazione “L’altro mio figlio” giunti appositamente da Foggia per illustrare, grazie alla loro esperienza ventennale, le varie fasi e le varie tipologie di adozione e affido: temporaneo, nazionale, internazionale adozione a distanza.
Il dibattito è subito iniziato partendo dall’evoluzione del concetto di famiglia, infatti se negli anni passati la famiglia era riconosciuta dal momento del matrimonio, oggi invece lo Stato riconosce le "coppie di fatto", per i fini adottivi, dal primo giorno di convivenza e non dal matrimonio.
Si è posto l’accento sull’importanza del lavoro sinergico che le Istituzioni, le ASL e i Servizi Sociali devono mettere in atto al fine di non dover solo informare i futuri genitori affidatari (affidatari perchè per legge prima dell’adozione c’è sempre un periodo di affido, detto affido preadottivo) sulle leggi e sulle varie "scartoffie" da compilare, ma soprattutto formare i genitori su ciò che sta per accadere loro, sempre dirigendo la famiglia nella prassi regolare e giusta da seguire.
L’importanza della formazione dei genitori sta nell’accompagnarli verso la comprensione che sia l’adozione che l’affido non devono essere fatti per soddisfare un proprio bisogno egoistico di "avere" un bambino, ma deve essere una grande, un’enorme forma di amore, perchè oltre ad aiutare il bambino, ci si deve anche prendere cura della famiglia di origine, in alcuni casi non interrompendo le visite del minore alla famiglia di origine.
Da quanto detto dai relatori dell’incontro emerge che un bambino non può essere considerato un oggetto che serve a soddisfare un bisogno, ma che l’adozione deve essere vista come l’incontro fra due adulti e un bambino che necessita di essere accompagnato, curato e amato nella crescita.
Un bambino che viene dichiarato adottabile porta con sé un vissuto di profondo abbandono che non è in grado di elaborare da solo, infatti è necessario che siano gli adulti a “riparare” quel vuoto lasciato dai genitori naturali. Per questo, quando si arriva al momento dell’adozione, bisogna che i "nuovi" genitori siano in grado di aiutare il bambino nella elaborazione del senso di abbandono. In questo senso è importante che il bambino sia a conoscenza delle sue origini e che i genitori adottivi lo accompagnino in questa direzione contribuendo in modo sano alla costruzione della sua identità, oltre che a quella del senso di appartenenza alla famiglia che lo accoglie attraverso la condivisione.
Per quanto riguarda l’affidamento temporaneo i genitori hanno la responsabilità di offrire un nuovo e più funzionale modello relazionale non solo al bambino ma anche alla sua famiglia di origine. Per questo è necessario che siano ben distinti i ruoli ricoperti da ogni membro di entrambe le famiglie: l’affido è un aiuto non solo per i bambini ma anche per la sua famiglia.
Durante l’incontro sono state inoltre fornite una serie di informazioni sugli aspetti più “burocratici” sia dell’adozione che dell’affidamento temporaneo, proprio per offrire ai cittadini intervenuti gli strumenti necessari ad intraprendere queste tipologie di percorsi (dall’adozione nazionale a quella internazionale, dall’affidamento temporaneo a quello preadottivo). Si è posto inoltre l’accento sul fatto che la legge tutela il minore in tutte le circostanze e che l’adulto che intraprende percorsi simili deve tenere sempre a mente che non è una risposta ad un bisogno egoistico, ma prima di tutto è una risposta ad un bisogno profondo del bambino che sperimenta l’abbandono.
A chiusura dell’incontro si è dato spazio anche dell’adozione a distanza, la quale non prevede vincoli di età o di tipologia di coppia e può quindi essere presa in considerazione da chiunque voglia aiutare un bambino senza sradicarlo dal suo paese e dalla sua famiglia di origine, ma garantendogli la possibilità di andare a scuola, avere cibo, aiutando anche la sua famiglia o addirittura il suo villaggio.
In conclusione il percorso adottivo e quello di affidamento temporaneo richiedono grande consapevolezza di ciò che si sta facendo da parte dell’adulto, il quale deve aprirsi all’altro incondizionatamente e quindi correre il “rischio” di amare.