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Inchiesta Sanita’/ Tedesco, procura al contrattacco

“Una cupola gestiva gli appalti”. Il ricorso al Riesame contiene altre accuse: “ C’era una cupola che gestiva la sanità, così pilotava nomine e appalti”. L’ex assessore: "C’è un intento persecutorio contro di me e contro tutto il Senato".

 

C’era una "cupola che gestiva la sanità pugliese". Una cupola che aveva Alberto Tedesco come vertice, imprenditori, direttori generali e manager delle Asl come terminali. A sostenerlo è la procura di Bari che, in disaccordo con il gip Giuseppe De Benedictis, chiede al tribunale del Riesame di Bari di riconoscere l’associazione a delinquere. "A gestire la sanità pugliese  –  scrivono i pm Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia nel loro appello  –  c’era un gruppo che costituiva una vera associazione con tre obiettivi principali: il controllo di pacchetti di voti un favore del gruppo politico guidato dall’assessore Tedesco (il partito dei Socialisti Autonomisti poi confluito nel Partito Democratico) attraverso favori elargiti alle aziende che quei pacchetti controllano. La copertura dei posti chiave nelle Asl con uomini di fiducia o comunque legati al gruppo. Il controllo delle gare di appalto e delle forniture in modo da pilotarle verso imprese collegate al gruppo di potere".

Secondo la procura di Bari quella guidata Tedesco non era l’unica cupola a gestire la sanità pugliese. Ma c’era un’altra "associazione criminosa" contrapposta, che faceva capo a Sandro Frisullo. "Non merita alcun pregio l’affermazione  –  dicono i pm  –  che nello stesso sottosistema della sanità non potessero operare più organizzazioni contrapposte. Circostanza disattesa proprio dai risultati delle indagini che hanno dimostrato come ogni funzionario pubblico (dirigente, direttore sanitario e amministrativo o primario) favorisse nelle gare gli imprenditori a lui più vicini; di qui l’importanza per la politica di piazzare ai posti chiave persone di fiducia di quella o quell’altra corrente politica".

Una di queste era secondo l’accusa quella tra l’imprenditore Tarantini, l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino e Sandro Frisullo. "E’ la prova scrivono ancora i pm di come sullo stesso territorio operino più realtà associative antagoniste. Le logiche lottizzatorie poste alla base della gestione della sanità regionale rendono altamente probabile il materializzarsi, intorno a diversi poli di aggregazione rappresentati dai vari capi politici all’epoca presenti nella Giunta regionale (nella fattispecie, Frisullo e Tedesco), di associazioni criminose tra loro antagoniste. Insomma la spartizione avveniva sull’intero territorio regionale ed aveva ad oggetto non le singole piazze e i quartieri di una città, come per le associazioni criminali, bensì il controllo delle Asl da utilizzare quali serbatoi clientelari di voti e stazioni aggiudicatrici di appalti truccati".

Davanti a queste accuse, e alla decisione del tribunale del Riesame che ha deciso gli arresti domiciliari, torna a parlare proprio il senatore Tedesco. Che attacca i giudici. "C’è un intento persecutorio spiega contro di me e contro tutto il Senato perché nell’ordinanza si sostiene che è lo status di parlamentare che mi rende potenzialmente criminogeno. Questo sinceramente per me è troppo".
GIULIANO FOSCHINI