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Gino Lisa/ Sorpresa, la pista avrà 2000 metri

Il progettista: “nel giro di qualche anno potranno decollare anche i grandi aerei”.

 

Dal progetto esecutivo per l’allungamento della pista del Gino Lisa, quasi fosse il vaso di Pandora, vengono fuori novità clamorose destinate a mettere in fuga le tante voci circolate in questi mesi (alcune allarmistiche, come le case da abbattere) ed a ribaltare idee, congetture e progetti coltivati per un decennio come la vagheggiata pista ortogonale. La lunghezza della pista attuale che sarà portata a 1800 metri operativi, avrà di fatto una lunghezza complessiva di oltre duemila metri così da rendere il Gino Lisa potenzialmente adeguato al traffico di aerei senza limitazioni di capienza. E’ una novità enorme, destinata a modificare radicalmente il futuro del piccolo scalo dauno e in prospettiva il trasporto aereo locale. Ciò è stato possibile grazie ai minuziosi studi topografici effettuati in questi mesi dalla squadra di tecnici di Aeroporti di Puglia, che hanno passato ai raggi X l’area scalo e i suoi confini martoriati da molte costruzioni abusive. La necessità era quella di ridurre i costi per gli espropri, la voce che rischiava di assorbire una quota rilevante dei 14 milioni di euro erogati dalla Regione per finanziare i lavori. Così come stanno le cose invece la spesa per gli espropri inciderà solo sui 15 ettari che saranno acquisiti alla causa del «nuovo Gino Lisa», ma
non verrà abbattuta una sola costruzione, almeno queste le intenzioni. A dirlo è l’ingegnere Antonio Bruno, il progettista foggiano responsabile del procedimento di Aeroporti di Puglia, che ha seguito da vicino tutte le fasi dell’elaborazione del progetto esecutivo che giovedì scorso è stato consegnato al protocollo del Comune per essere ora approvato dal consiglio comunale. «Grazie alle indagini – riferisce Bruno – eviteremo di abbattere tutti i fabbricati, soprattutto quelli a Nord della pista (verso tratturo Camporeale: ndr) che ci davano i maggiori grattacapi. I 1800 metri pienamente operativi li otterremo a prescindere dalle penalità esistenti anche a Sud della pista (testata 33 verso la tangenziale: ndr). Queste entreranno in gioco, e dunque bisognerà buttarle giù, soltanto quando si deciderà di rendere operativa l’intera striscia d’asfalto di 2000 metri. I 200 metri in più non ci serviranno per garantire la piena funzionalità dello scalo, dal momento che per i charter possono bastare in questa prima fase 1800 metri. Ma i 2000 metri stanno lì, pronti per entrare in gioco quando le nuove esigenze dello scalo e dei passeggeri lo richiederanno: a quel punto – conclude Bruno – bisognerà cambiare anche la categoria dell’aeroporto». La soluzione trovata per la pista esistente viene condivisa dal presidente di Confindustria, Pino Di Carlo, che aveva lanciato l’idea di un progetto di finanza per realizzare la pista da 2000 metri interno campo, alternativa a quella attuale. «A questo punto – confida Di Carlo – visto che possiamo ottenere i 2000 metri anche dalla vecchia pista è chiaro che quel progetto di finanza decade. In questi mesi – aggiunge il presidente di Confindustria – abbiamo seguito da vicino l’evolversi della situazione e devo riconoscere che con Aeroporti di Puglia è nato un bel gioco di squadra che mi auguro possa andare lontano».

Massimo Levantaci