Menu Chiudi

Peschici/ UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA, PERCIÒ…

 Lo hanno deciso: la Sagra del Pane Peschiciano del 7 maggio scorso non resterà un fulmine a ciel sereno, una rondine che non fa primavera. Obiettivo? Consolidare la tradizione. Non tanto per i locali e i turisti che hanno visitato Peschici nell’ultimo fine-settimana, quanto per richiamare i vicini condòmini. Eppure manifesti e locandine sono state distribuite anche a Vieste, Vico del Gargano e Rodi-San Menaio, ma evidentemente la novità peschiciana – come tutte le novità – ha bisogno di tempo per radicarsi nel territorio. Conclusione: non si demorde. I membri del Comitato “Peschici Eventi” (costola e “braccio armato” dell’Associazione “Punto di Stella” organizzatrice) posseggono gli attributi giusti per non… abbattersi e “insistere”. Modi e mezzi li vedremo da qui a poco, se vogliamo seguire le loro “minacce”.

Bene così, comunque, anche perché se avessimo ricevuto la visita di viestani, vichesi e rodiani, avremmo dovuto rifornirci in corsa delle indispensabili vettovaglie. Le scorte, infatti, si sono esaurite nel giro di appena tre ore. Non c’è stata postazione – tre, distribuite in paese, con tre “offerte” diverse (basta scorrere le foto a corredo) allietate da tre gruppi musicali diversi, “Valida Idea”, “Street Band”, “Zobel & Co.” – che abbia portato a casa qualcosa. Pane (messo a disposizione dai forni locali), pomodori, fave, cacioricotta, pettole, “sponsali” e tutto il resto del companatico sono spariti nelle fauci di estimatori affamati, soddisfatti e compiaciuti.

C’è, tuttavia, un altro muro da abbattere: il muro dell’indifferenza, della supposizione, della sufficienza, eretto – vogliamo pensare inconsapevolmente o superficialmente – da chi ancora non ha ben compreso gli obiettivi che si sono dati i ragazzi del Comitato, diretti e guidati dalla supervisione di “Punto di Stella”. Obiettivi che possono riassumersi in un solo vocabolo: immagine! L’immagine di Peschici da ri-valutare, l’immagine di un paese che nonostante tutto – crisi, potere d’acquisto della moneta, apatie, cultura dell’orticello – vuole “vivere”, vuole offrirsi con le proprie virtù e i personali pregi, vuole farsi ri-conoscere nei suoi aspetti più genuini, più schietti, più viscerali, più sanguigni. E quale migliore offerta se non quella dei suoi prodotti tipici locali, del frutto delle sue stagioni, che non sono solamente ristrette e racchiuse nel tempo del solleone o del turismo di massa?

Ecco perché in programma c’è altra… “carne al fuoco”. Ecco perché non si esaurirà qui il palinsesto delle iniziative – specie le enogastronomiche – appena inaugurato. Ecco perché non ci si stancherà di progettare e proporre, ovviamente migliorandosi e perfezionandosi nella organizzazione e nella logistica dei tempi e delle locations in modo che l’intero paese, dalla 167 alla B3, dalla Marina all’ex Campo Sportivo, possano coinvolgersi in un unico grande afflato comunitario che debelli gelosie e invidie, lotte intestine e storture. La mission è impostata esattamente così e chi oggi si sia sentito defraudato da una scelta di spazi pensata per il tipo di sagra individuato, domani ci renderà merito di non averlo dimenticato.

Quindi… alla prossima!

Piero Giannini