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Medici precari del 118, vogliono il contratto

Protesta durante lo svolgimento del consiglio regionale.

 

 Entro il prossimo 15 gennaio sarà ratificata la legge di stabilizzazione dei medici precari del 118. E’ l’impegno preso dall’assessore pugliese alla sanità Fiore e dal presidente del consiglio regionale Introna a margine della protesta in via Capruzzi dei medici precari del 118.
Con bandiere, striscioni e megafoni, i medici hanno protestato ieri davanti alla sede del consiglio regionale per dire basta da un lato ai licenziamenti e dall’altro all’ingresso di personale senza esperienza di pratiche di rianimazione.
“Le croniche carenze di organico e la riconversione imposta dal piano di rientro sanitario dei Pronto Soccorso Ospedalieri in Punti di Primo Intervento Territoriali, ripropongono in maniera drammatica la carenza di personale medico esperto sul territorio. Per tale motivo – spiega Francesco Papappicco, medico 118 della Asl Bari – diventa fondamentale stabilizzare definitivamente il personale medico operante nel sistema già da diversi anni. Basta con contratti a tempo determinato. Siamo professionisti impegnati in un settore delicato quale è appunto l’emergenza medica territoriale e pertanto pretendiamo stabilità”.
Continueremo a sostenere questi lavoratori, come abbiamo sempre fatto sin dall’inizio della loro battaglia, ribadisce Giuseppe Gesmundo, segretario generale Cgil Bari, perché siamo fermamente convinti che il governo regionale non potrà sottrarsi all’impegno di stabilizzazione preso con i medici del 118. I precari che continuano ad essere in stato di agitazione, seriamente preoccupati del loro futuro, hanno quasi come esclusivo riferimento la nostra Organizzazione sindacale, pertanto è doveroso da parte mia e di tutta la Camera del lavoro metropolitana e provinciale di Bari, impegnarmi a cercare e a difendere il lavoro a tempo indeterminato.
I Pugliesi hanno diritto ad un sistema sanitario degno di questo nome. La Cgil Bari continua strenuamente a difendere questo diritto costituzionale, irrinunciabile soprattutto in un momento di crisi come questo, dove diventa indispensabile per il servizio pubblico garantire al meglio le proprie prestazioni cercando di attenuare i danni di questa manovra di Governo.