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Amministrative 2016, come si vota

Si vota domenica 5 giugno 2016 a San Giovanni Rotondo, Torremaggiore, San Marco in Lamis, Vieste, Ascoli Satriano, Candela, Serracapriola, Alberona, Casalnuovo Monterotaro, Zapponeta. Ci si può sbagliare a votare. Se ci si accorge dell’errore (o se si ha un “ripensamento” dell’ultimo secondo) prima di avere riposto la scheda nell’urna, è possibile chiedere al presidente di seggio (o, se non presente al momento, al suo vice) una nuova scheda in sostituzione di quella usata.

 

 SOTTO I 15MILA ABITANTI. Nei comuni con una popolazione inferiore a 15mila abitanti e superiore a 5mila abitanti si possono esprimere due preferenze per i candidati al Consiglio comunale, vale a dire a un uomo e a una donna della stessa lista. Non si possono scegliere due candidati maschi o due candidati donne. Nemmeno un maschio e una donna di liste diverse. Non si può fare il voto disgiunto, quindi non si può scegliere il candidato consigliere di una lista e il candidato sindaco di un’altra. Barrando la croce sul simbolo della lista, il voto va al sindaco, mentre anche scrivendo il nome di un candidato consigliere senza barrare la croce sul simbolo, il voto va direttamente al sindaco.

SOPRA I 15MILA ABITANTI. Nei comuni con una popolazione superiore ai 15mila abitanti si può tracciare esclusivamente un segno sul nome del sindaco (in questo caso si vota solo per il sindaco e non per le liste collegate). In alternativa si può tracciare un segno sul simbolo di una delle liste che appoggia il candidato sindaco oppure sul nome del candidato sindaco e sul simbolo di una lista a lui collegata. Si può anche fare il voto disgiunto, vale a dire che si può votare una lista qualsiasi e un candidato sindaco avversario a quella lista. Si possono esprimere due preferenze, a un uomo e una donna appartenenti alla stessa lista.

SOTTO I 5MILA ABITANTI. Nei comuni con una popolazione inferiore a 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza al candidato consigliere di una lista o esclusivamente al candidato sindaco. Non si può fare il voto disgiunto.

Quando un voto è valido? Quando invece verrà annullato? Ecco una piccola guida con delle regole basilari per capire se un voto verrà convalidato o meno“

1. Il segno con cui si manifesta la volontà dell’elettore può essere espresso anche in modo diverso da quello più semplice o più diffuso quale il croce-segno.

2. In caso di due candidati con il medesimo cognome, si deve scrivere sempre il nome ed il cognome del candidato preferito.

3. Nel caso in cui in una lista siano compresi candidati con lo stesso cognome, vengono dichiarati nulli i voti di preferenza attribuiti con la sola indicazione del cognome poiché non consente di stabilire a chi a chi dei due candidati, assegnare la preferenza.

4. La preferenza accordata ad un determinato candidato alla carica di sindaco, non obbliga ad esprimere analoga preferenza per la lista (o per una delle liste) che sostiene il medesimo.

5. L’espressione del voto per il Sindaco quando sia stata votata la lista alla quale esso sia collegato è superflua, ma non invalida il voto.

6. La trascrizione del nominativo del sindaco nello spazio destinato all’indicazione della preferenza può e deve essere interpretata come conferma, benché superflua, del voto espresso per l’elezione del Sindaco.

7. Se l’elettore, dopo aver espresso il voto di lista sul contrassegno, indica nominativamente la preferenza in uno spazio diverso da quello votato, ma che si riferisce a candidato della lista prescelta, la preferenza è validamente espressa.

8. Se la preferenza è data per un candidato compreso in una lista diversa da quella votata, il voto di preferenza è nullo; né la notorietà del candidato può essere assunta ad elemento idoneo a riconoscere o ad escludere la validità del voto espresso a suo favore.

9. Sono nulle le preferenze espresse in eccedenza.

10. Poiché per l’espressione della preferenza è richiesta l’indicazione di nome e cognome o solo del cognome del candidato preferito, non è ammessa l’aggiunta del soprannome.

11. L’indicazione delle qualifiche professionali o dei titoli onorifici, preposta al nome dei candidati, ovvero la sottolineatura dei nomi stessi, non sono idonei ad invalidare la scheda elettorale, non costituendo, di per sé, indici inequivocabili ed incontrovertibili della volontà dell’elettore di far riconoscere il proprio voto.
Può sembrare banale, ma ci si può sbagliare a votare. Se ci si accorge dell’errore (o se si ha un “ripensamento” dell’ultimo secondo) prima di avere riposto la scheda nell’urna, è possibile chiedere al presidente di seggio (o, se non presente al momento, al suo vice) una nuova scheda in sostituzione di quella usata. Occorrerà verificare che la scheda sbagliata venga annullata dal presidente e riposta in un contenitore a parte. Se invece ci si rende conto di avere sbagliato a votare dopo che la propria scheda è stata riposta nell’urna ufficiale, non si può più “tornare indietro”.
 

 

 

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