Ucciso con 4 colpi alla nuca. Forse attirato in trappola. Eventuali collegamenti con altri 3 agguati.
Quattro colpi d’arma da fuoco a nuca e spalle: è morto così Gianpiero Vescera, 27 anni festeggiati due mesi fa, sposato e da poco padre di una bambina. Il corpo senza vita è stato rinvenuto ieri mattina alle 7 in un uliveto in periferia. II corpo era a faccia in giù nel terreno agricolo, costeggiato da un tratturo che si imo mette sulla litoranea per Peschici nell’immediata periferia di Vieste: a 300 metri dal corpo, c’era lo scooter della vittima, la morte risale alla tarda serata di venerdì. L’omicidio Vescera – l’ottavo dall’inizio dell’anno in Capitanata – si inserisce nello stesso solco già tracciato da altri due omicidi ed un agguato fallito avvenuti nei primi mesi de1 2015? Chi e perché ha decretato il pollice verso nei confronti di un giovane che negli ultimi 6 anni era’ stato arrestato, condannato, assolto e scarcerato per droga, ricettazione e rapina? Vescera: aveva appuntamento nell’uliveto con chi gli ha teso una trappola ammazzandolo? A queste domande cercano risposte i carabinieri del reparto operativo di Foggia, i colleghi della comp-agnia di Vico e della locale tenenza, coordinati dalla Procura foggiana. Vescera era cognato di Marco Raduano (quest’ultimo ha sposato la sorella della vittima), trentatreenne, attualmente detenuto, ritenuto un emergente della mala garganica, dopo essere stato considerato sino a 20 mesi fa uno degli uomini di fiducia di Angelo Notarangelo, il boss viestano soprannominato«Cintaridd» assassinato a 38 anni il 26 gennaio 2015 in un agguato di stampo mafioso, delitto a sua volta in cerca di autore. Vescera fu arrestato e condannato dopo la scoperta nell’agosto 2010 di una piantagione di marijuana; ebbe un ruolo marginale, e fu peraltro assolto dall’accusa di ricettazione di un carrello, nell’inchiesta «Medioevo» sul racket della guardiania che vide condannati in primo grado sia Notarangelo sia Raduano; il 18 agosto 2015 fu arrestato, e scarcerato dopo 20 giorni per insufficienza di indizi, con l’accusa d’aver partecipato insieme al cognato ad un assalto a Termoli nel giugno precedente ad un furgone carico di sigarette. II cadavere è stato scoperto alle 7 da un operaio recatosi in un uliveto per lavori: nel terreno adiacente ha visto il corpo e allertato il «112». L’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni fornirà certezze: sul cadavere ieri mattina il medico legale ha riscontrato almeno 4 ferite d’arma da fuoco tra buca, scapola e spalle: al momento non è ancora chiaro se siano di pistola o fucile, visto che sul posto la «scientifica» non ha ritrovato bossoli, ogive e/o cartucce. L’omicidio risale alla tarda serata di venerdì, ed è avvenuto nell’uliveto dove poi è stato rinvenuto il corpo. Nel tratturo adiacente l’uliveto, a circa 300 metri dal cadavere, c’era lo scooter di Vescera: pare che il giovane fosse stato visto a Vieste nel pomeriggio di venerdì. Interrogati familiari e conoscenti della. vittima per ricostruirne i movimenti nelle ultime ore di vita; verificare se temesse per la propria vita e in tal caso se avesse espresso timori a qualcuno. Non si ha notizia di stub eseguiti su sospetti, alla ricerca di tracce di polvere da sparo su mani, volto e vestiti. Persino scontato, davanti al corpo senza vita di un giovane da poco diventato papà, se ci possa essere un collegamento tra la morte violenta di Vescera, quella di Notarangelo, crivellato di colpi mentre rientrava in paese dal proprio allevamento la mattina del 26 gennaio 2015; quella di Mariano Solitro assassinato a fucilate davanti casa la sera del 29 aprile del 2015; e il tentato omicidio di Emanueie Finaldi del 10 marzo sempre di un anno fa. Tre omicidi ed un miracolato in 20 mesi: un filo unico collega questa scia di sangue?
gazzetta di capitanata
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