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Il record dei voucher la Puglia si conferma capitale dei precari. Quasi 6milioni i ticket da 10 euro: raddoppiati rispetto al 2014.

Crollano le assunzioni a­tempo indeterminato e volano i voucher. Il lavoro in Puglia è sempre più precario. A fotografare la situazione occu­pazionale pugliese è il rapporto dell’Inps sui primi dieci mesi del 2016. Le statistiche elabora­te dall’Istituto nazionale di pre­videnza sociale raccontano di un calo complessivo delle assun­zioni pari al 6, 7 per cento rispet­to allo stesso periodo del 2015; una riduzione che diventa mol­to più pesante se si considerano i contratti a tempo indetermina­to che diminuiscono del 33,1 per cento. A questo va aggiunto il boom dei voucher da 10 euro, oltre 5 milioni quelli venduti nell’anno in corso, con un incre­mento a due cifre pari quasi al 30 per cento. Nel 2016, secondo il dossier dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, sono state 66.812 le assunzioni a tempo indetermi­nato a fronte di 79.108 cessazio­ni a tempo indeterminato: i di­pendenti tutelati dal posto fis­so, dunque, vanno in pensione ma non vengono sostituiti da al­tri lavoratori in pianta stabile. Piuttosto le aziende preferi­scono stipulare accordi a termi­ne: le assunzioni a scadenza, in­fatti, ammontano a 175.859 nel 2016, quasi11mila in più rispet­to al 2015, a fronte di 144.782 cessazioni di contratti a tempo determinato. I dati parlano chiaro. Si privi­legiano i contratti precari, con una data di scadenza, a discapi­to delle assunzioni a tempo indeterminato; del resto, i rapporti di lavoro a termine sono gli uni­ci che producono un saldo positi­vo tra assunzioni e cessazioni. Crescono, di pari passo, anche i contratti di apprendistato, 8.418 da gennaio a ottobre del 2016 contro i 5.459 di un anno fa, mentre rimangono più o me­no stabili i contratti stagionali pari a 27.547 (nel 2015 erano stati 28.764). Non è solo il lavoro stabile a diminuire, ma anche la possibilità stessa di una stabilizzazione. A questo proposito la dicono lun­ga i numeri delle trasformazio­ni dei contratti da tempo deter­minato a indeterminato. Le sta­bilizzazioni nel 2015 erano state 17.126 e nel 2016 sono scese a 12.274: un calo drastico del 28,3 per cento. Il lavoro preca­rio in Puglia – è la mappa dise­gnata dall’Inps – rimane tale. A preoccupare, però, è soprat­tutto il numero dei voucher che subisce un’impennata del 29,7 per cento in linea con il dato na­zionale che arriva a quota 32,3 per cento. In Puglia il numero dei voucher, dal valore nomina­le di 10 euro, venduti nei primi dieci mesi dell’ anno ammonta a oltre 5.745.700, un incremento di oltre 1 milione e 300mila sul 2015. Le mutazioni del mercato del lavoro sono ancora più evidenti se il confronto viene fatto con il 2014 quando i voucher venduti in Puglia erano “solo”, 2.391.070. In due anni, praticamente, i lavoratori pagati attra­verso la nuova formula sono più che raddoppiati. Bisogna considerare poi che l’importo nomi­nale di ogni singolo voucher comprende la contribuzione a favore della Gestione separata Inps (1,30 euro), quella in favore dell’Inail (0,70 euro) e una quota per la gestione del servizio (0,50euro). Il compenso net­to per il lavoratore si riduce dun­que a 7,50 euro. Senza alcun diritto né tutela occupazionale. «Sono numeri spaventosi – commenta Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Pu­glia -di un fenomeno che, inve­ce di aiutare nell’emersione del lavoro nero, sta contribuendo a far aumentare il lavoro precario e i licenziamenti. Si conferma quel che avevamo già previsto come Cgil, previsione che è alla base della raccolta firme per un – referendum che punta ad abro­gare i voucher».

FRANCESCA RUSSI
repubblicabari

 

 

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