Menu Chiudi

Ancora un omicidio a Vieste – Ucciso il 32enne Vincenzo Vescera (3).

Ci sono i primi so­spettati per l’omicidio di Vincenzo Vescera, il trentaduenne viestano detto «La Beccaccia», ucciso lunedì sera con due colpi di lupara al petto ed alle spalle, mentre rincasava da solo dopo aver cenato a casa dei genitori. Agguato che potrebbe ri­collegarsi ad una guerra di mala in corso, come confermerebbe il fatto che l’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. I carabinieri del reparto operativo di Foggia, i colleghi della locale tenenza e della compagnia di Vico del Gargano che conducono le indagini hanno sottoposto nelle ore immediatamente successive all’omicidio alcuni garganici (non è noto quanti) all’esame «stub» in cerca di eventuali residui di pol­vere da sparo su mani, volto e vestiti: i sospettati sono stati ri­lasciati, gli esiti dell’accertamento si conosceranno solo nei prossimi mesi. Le indagini dell’ Arma sul primo omicidio del 2017 ruotano su una serie di interrogativi: la morte di Vincenzo Vescera, già noto alle forze dell’ordine, è collegata alla scia di sangue che dal 26 gennaio 2015 ha già contato a Vieste in meno di due anni ben 4 omicidi e 2 tentativi di omicidio, tutti casi al momento irrisolti? C’è un filo comune che collega questi 6 agguati, il cui punto di partenza è rap­presentato dalla morte del presunto capo-clan locale Angelo No­tarangelo, alias «cintaridd»? È in corso una guerra di mala, forse interna a quello che una volta era un unico clan? Il possibile collegamento tra l’omicidio dell’altra sera e gli agguati precedenti (o alcuni di essi) è ipotizzabile anche perché la di­rezione delle indagini, come ac­cennato, è stata assunta dalla Dda di Bari. «Sul luogo del delitto a dirigere personalmente le prime fasi investigative è intervenuto il pm della Dda Ettore Cardinali che ieri mattina ha conferito l’in­carico per eseguire l’autopsia che sarà effettuata nei prossimi gior­ni» si legge in una nota diffusa dal comando provinciale dell’ Arma. Al vaglio degli investigatori ci sono il passato e le fre­quentazioni del giovane assassinato l’altra sera, di cui sono state ricostruire le ultime ore di vita. Vincenzo Vescera (cognome diffuso a Vie­ste è soltanto omonimo di Gianpiero Vescera ammazzato il 3 settem­bre scorso in un uliveto alla periferia della cittadina garganica) lune­dì sera era stato a cena a casa dai genitori. Stava rincasando ed era a po­chi passi dalla sua abi­tazione, in via San Nicola di Mira, alle spalle della caserma dei ca­rabinieri, quando poco dopo le 21 i killer sono entrati in azione, Secondo una prima ricostruzione de­gli investigatori, i sicari (forse un paio se non di più) verosimilmente a bordo di un’auto si sono av­vicinati al trentaduenne per esplo­dere due colpi di fucile calibro 12 caricato a pallettoni: le fucilate hanno raggiunto Vescera a petto e spalle, uccidendolo sul colpo. Ac­quisiti anche i filmati registrati dalle telecamere della zona e delle strade percorse dalla vittima per rincasare per cercarvi elementi utili all’identificazione degli as­sassini. Nel tentativo di individuare il movente del delitto, si guarda an­che al passato giudiziario di Vin­cenzo Vescera contrassegnato nel corso degli anni da denunce ed arresti, cui talvolta erano seguite condanne, per reati contro il patrimonio e spac­cio di droga. Vincenzo Vescera (alias «La Beccaccia», come emerge da atti giudiziari) fu arrestato nel blitz antidroga di Procura e carabinieri del 30 luglio 2014 denominato «Pony express» con­trassegnato dall’emissione di 15 ordinanze del gip del Tribunale di Foggia: carcere per 6 viestani, domici­liari per altri 6 tra cui lo stesso Vesce­ra che era poi tornato libero, ob­bligo di firma per altri tre in­diziati. L’indagine conta oltre venti imputati e il processo si è diviso tra chi scelse il giudizio abbreviato (6 condanne e 4 assoluzioni il 27 aprile 2015 davanti al gup del Tri­bunale di Foggia) e chi è andato al processo in aula, ed è il caso di Vincenzo Vescera che era sotto processo davanti ai giudici della terza sezione penale del Tribunale dauno. La Procura gli contestava il con­corso con due compaesani nell’«ac­quisto e cessione di marijuana a vari acquirenti» per fatti avvenuti tra il febbraio e giugno del 2013.

 

———————————————————————————————-

Informazioni pubblicitarie/ Vieni a scoprire le nuove offerte della Parafarmacia Santa Maria pensate proprio per te!

Le nostre fantastiche Idee Regalo ti aspettano!

Parafarmacia Santa Maria, il piacere di prendersi cura di sè!

—————————————————————————————————————————————