Menu Chiudi

Portus Agasus… Besti… Vesti…. VIESTE ?

CENNO STORICO SUI TOPONIMI E SULL’ETNOGENÌA DELLA COSTA GARGANICA.

Nei più veteri documenti sino ad oggi disponibili (l’uno del 1019 e l’altro del 1031) troviamo attestato rispettivamente Besti e Vesti, flettenti secondo la terza declinazione latina, e la forma aggettivata bestesanus-a­um, conservata con b > v2 nell’ attuale dialetto parlato, anche per la denominazione dell’etnos (i V’ st’ sën).

I due topos risultano trascritti indifferentemente (sia con b che con v) per tutto il secolo undecimo e anche molto dopo. Nel 1136′ compare Vesta e nel 1172 Bestia, trattate secondo la prima declinazione latina, e l’aggettivo vestanus-a-um, predominante nei secoli successivi sino a consolidarsi (in viestano) nella lingua italiana corrente.
Alla fine del XVII secolo l’arcidiacono Pisani adopera ancora Vesti e vestano e solo nella seconda metà del XVIII secolo troviamo in Giuliani Vieste, ma ancora l’aggettivo vestano anziché viestano.

Facendo un grande balzo a ritroso attraverso il buio epigrafico altomedievale, rinveniamo in epoca imperiale romana (I e II sec. d. C.) diversi possibili appellativi per il nostro sito, di cui solo uno (Portus Agasus) sembra condurre al topos medievale Besti- Vesti.
Peraltro congetturare appigli filologici tipo Vibeste – su un radicale Vibinia o Vibinum – per avvicinarlo a Tergeste, Ateste, Praeneste ecc. e quindi far derivare da Vibeste Vieste, ovvero collegare il topos attuale a nomi di popoli tipo i Bistones, i Vestini, è fascinosa forzatura. Fatto sta che nulla prova che questi popoli abbiano occupato il nostro sito.
Ancora più infondate appaiono escogitazioni filologiche intorno alla Dea Vesta (onorata dappertutto nell’area romana) o addirittura alla moglie di Noè Hestia (sepolta sop u Skùgghy!) da cui deriverebbe Vieste!

Fra i geografi dell’ impero romano soltanto uno e il più tardo, Claudio Tolomeo (87-165 d. C.), riporta sulla costa garganica un nome omofonicamente simile a Vieste: Apeneste.
Un’omofonia che ha indotto la maggioranza degli scrittori locali, passati e presenti, ad identificare Vieste in Apeneste, giudicando Vieste quale derivazione o corruzione di Apeneste.
Orbene del topos greco Apeneste (Tolomeo scrisse in greco e ci è giunto anche in latino tradotto dall’arabo) tentiamo un ragionamento filologico.

L’etimologia di Apeneste richiama un’origine preellenica come per le altre città fonologicamente simili: Praeneste, Ateste, Tergeste, ecc. Tali nomi risultano composti da più radici con valore semantico autonomo: Prae-n-este, At­este, Terg-este, dove la radice terminale este (st) indica posizione, situazione, nel senso di essere posto, trovarsi situato, in quanto trattasi di derivato da radice indoeuropea sed,da cui gr. hézesthai sedere sedersi, lat. sedere sedere, sedersi, russo sidét sedere, serbo-croato sedeti sedere stare seduto, ted. sitzen e setzen, rispettivamente, stare seduto e mettersi a sedere. La n centrale appartiene alla radice indoeuropea ni che significa “all’ingiù, verso il basso”, attestato con tale significato nelle lingue indoeuropee settentrionali (Germanico e Slavo): ted. nieder giù, basso e russo niz- “dall’alto in giù” (ted. niedersetzen posarsi del volatile, dall’alto in giù, Nest nido, lat. nidus nido, serbo­croato gnezdo nido).

Cosa per cui Praeneste significa “luogo situato in basso presso il fuoco” (Prae dall’indoeuropeo peuor, pur, gr. pyr, germ. viur, fiur, ted. Feuer, lat. focus, serbo-croato para fumo).
Ateste significa “luogo situato da solo, separato da qualcosa, appartato” (At da radice indoeuropea au, aue lontano, separato, da cui gr. aùtos inutile, vano, vuoto, lat. au in auferre portar via e aedis tempio – che di solito sorge distaccato, appartato – germ. oede, odi, ted. öde solitario, abbandonato, vuoto).

Tergeste (la nostra Trieste) significa “situata presso un luogo circoscritto adibito a piazza o mercato” (trg in serbo­croato-sloveno piazza, mercato).

L’Apeneste garganica significa quindi “luogo posto in alto che si estende verso giù in basso” (Ape sopra in alto, da radice indoeuropea up( o )-eup-upéri, da cui gr. hypér, lat. super, germ. ufar, ubar, ted. ùber, auf, serbo-croato po). La radice Ape risulta conservata nel lat. Apenninus (la catena montuosa) ed apex-apicis apice, sommità.
Voler asserire con certezza che nell’ assonanza Apeneste­Vieste vi sia una corruzione o derivazione della seconda voce dalla prima è come voler mulgere hircos mungere capri, ossia fare cosa impossibile. La fredda analisi linguistica, allo stato del vuoto epigrafico fin qui esistente fra i due termini, propende ad escludere una sicura connessione etimologica.

È infatti avventata una finzione diacronica” del tipo:

Apeneste ~ Abeneste ~ Abeste ~ Aveste ~ Veste (caduta a iniziale, p > b, b > v e scomparsa della n). E ciò tenuto conto del fatto che:

a) in dialetto la a iniziale, specie se accentata, viene sempre conservata nei prestiti polisillabi (apatico > apàt’ k, aperto> apirt ecc.) o sfuma in ë nei monosillabi (afa> ëf, ago> ëk ecc.), ma non cade mai. La p e la n intervocaliche sono conservate regolarmente come tali (sapé sapere; c’ pòdd cipolla; këp capo; kanìstr canestro; m’ nèstr minestra). Lo stesso vale per il gruppo biconsonantico st finale. Infine il dialetto “mangia” le vocali atone e non le consonanti, che talvolta sono metatesizzate. La tendenza dialettale esclude quindi che da Apeneste si arrivi a Besti- Vesti;

b) nel confronto fra latino e greco, in termini dello stesso contesto (gr. Apalos lat. Hapelidae specie di scimmie, gr. Apollon lat. Apollo ecc.) il suono ap greco è accolto intatto in latino, talché la voce “greca” Apeneste è tradotta pari pari in latino.
Quindi da Apeneste non si può pervenire al latino Besti­Vesti;

c) nelle lingue succedutesi primieramente sul nostro territorio subito dopo la caduta dell’Impero romano (germanico, variante goto-Iongobarda; francese, variante normanna; italiano volgare, variante tosco-siciliano illustre), in germanico p iniziale> f e pf, in italiano e francese p > v (episcopus > vescovo > évéquei e p > b (gr. apotheke > bottega> boutique, lat. apis > ape >abeille) sono molto rari.

Quindi nemmeno per questa via si perviene da Apeneste a Besti- Vesti.
In sintesi Apeneste in dialetto viestano “arcaico” condurrebbe a Apnést o Àfnèste o Ab’nest e non a Besti­Vesti del 1019. Il contenuto semantico peraltro dice Apeneste “in alto” (ad altezza considerevole, certamente più degli attuali 50 metri s.l.m. di Vieste) ed “estesa verso il basso”, dove in alto è da presumersi abitata da agricoltori, pastori, boscaioli ed in basso dagli addetti alle attività marinare.

Il sito garganico con tali caratteristiche era Matinum. È quindi verosimile che Tolomeo, o chi per lui, abbia tradotto Matinum (che significa esposto ad oriente, dove sorge il sole) con l’equivalente greco Apeneste (da Apenistémi sorgo, mi levo)”.

Ma allora com’era denominata Vieste?

Prendiamo in considerazione Portus Agasus (o Aggasus) nominato dal solo Plinio.

È indubbio che il sito di Vieste era il porto naturale più importante della costa garganica – punto obbligato .di transito sulla rotta Sud-Nord-Sud dell’ Adriatico – sia ai tempi di Plinio che per tutto il Medioevo, allorché la navigazione si svolgeva sottocosta. Quando Plinio scriveva, il Porto aveva almeno due invasi naturali: lo spazio compreso fra punta San Francesco e punta Santa Croce e chiuso dall’isola di Sant’Eufemia (che nel 1003 accolse alla fonda un centinaio di navi veneziane dell’epoca), nonché la lingua di mare che penetrava dalla punta di San Lorenzo nel Pantanello, sino alla località Pietà (braccio attivo sino all’epoca angioina e denominato Porto Aviane o Avianne). La zona abitata era ubicata nel triangolo sabbioso avente a base la direttrice Madonna della Libera – Fontana Vecchia e il vertice in Sop la Rën.

Agasus etimologicamente si ricollega a equus asinus asino ovvero equino con le orecchie piuttosto lunghe(lat. agaso-onis è l’asinaio ovvero custode di equini in genere).
Peraltro è noto che i Greci, e non solo loro, erano soliti denominare talune località costiere dalla conformazione della costa: Ancona < ankòn o agkòn gomito, Trapani < Drepanon falce ecc. E in effetti la forma costiera di Vieste, immaginata priva di edifici, con il mare che penetrava profondamente nella biforcazione peninsulare (che a sua volta era quasi circondata dalle acque, da sud fino alla Chiesa della Madonna della Libera e da nord dal Pantanello sino alla “Pietà”) e collegata con la retrostante terra ferma dal “collo” del Carmine che pure emergeva; il tutto doveva apparire a chi lo avesse visto da giusta prospettiva come un’enorme testa asinina con il muso immerso in mare.

Appare quindi evidente che Vieste all’epoca di Plinio il Vecchio doveva essere proprio Portus Agasus, ovvero Porto dell’Asino o Porto Equino o Porto della Bestia.
Ed ora esaminiamo Besti- Vesti riportati per la prima volta in documenti dell’Xl secolo della nostra Era. I due termini (tratti da contesti in latino volgare) sono all’ablativo. Al nominativo dovevano uscire in es o is, quindi Bestes-Vestes o Bestis-Vestis.

Bestes-Bestis è senz’altro più vecchio di Vestes-Vestis e ciò non solo perché il secondo termine è attestato più tardi. ma soprattutto perché il primo è più immediatamente popolare. Il lat. volgo Bestes-is è collegabile al latino classico bestia-ae animale e all’italiano volgare bestia animale da soma. Invero Bestia per Vieste, attestato per la prima volta nel 1172 e sucessivamente nei secoli XIV e XV, è verosimilmente la traduzione prima in latino volgare e poi in italiano medievale di Agasus.
Oltre che ad una derivazione dal latino, Bestes-is – per quanto insolito possa apparire – sembra pure collegarsi al verbo germanico bastian edificare stabilmente > ted. antico e medio festi e veste> ted. moderno Feste, Festung luogo fortificato, fortezza. Dal germ. veste si arriva al latino volgo documentato Bestes-is e Vestes-is e successivamente all’italiano medievale Bestia.

In conclusione la fredda indagine etimologica rivela verosimile che Vieste in epoca imperiale romana era Portus Agasus.

Nel seguito della storia possono formularsi due ipotesi, tenuto conto che durante le invasioni barbariche la città decade come porto:
a) il sito acquista in epoca longobarda nome nuovo (Veste).

Da allora la nuova denominazione conferisce alla località la caratteristica predominante di “Torre fortificata” o “fortezza” o “luogo fortificato” su quella di “porto”. Proprio in quest’epoca infatti la zona abitata viene spostata nella parte più alta (Adàl’ t);

b)La vecchia denominazione Portus Agasus viene aggiornata prima in Portus Bestis e quindi nell’italiano volgare Porto di Bestia. Da Bestis e Bestia si proviene all’odierna Vieste ( b>v).
La seconda ipotesi è la più plausibile

 

 

 

—————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————

 

1. Vincenzo Ruggieri, Vieste nell’Alto Medioevo, Fonti e Documenti (sec. X-XII).
2. Lo scambio fra b e v è attestato in documenti del sec. VIII (bictoria e victoria, caballus e cavallus ecc.) ed anche prima (cfr.Gregorovius, Storia di Roma nel Medioevo l, Paperbacks storici, Newton Compton italiana, ed. 1972). La pronuncia b era volgare, popolare e la v erudita. Quindi Besti era voce rustica e Vesti dotta, e ciò sino al XVII secolo (cfr. G.B. Pacichelli, in G. Pisani, Cronica e Memorie di Vieste dall’ anno 1664 all’ anno 1700, Ed. Centro di Cultura “N. Cimagli a” – Vieste).,
3. Nei successivi secoli XIV e XV si legge negli atlanti e portolani più frequentemente Bestia, e Terra di Bestia pare denominarsi l’intero territorio del Gargano. In qualche caso leggiamo Basti, In documenti arabi è riportato Bâstiâh. e Bastiâh. In documenti greci Bestìan (cfr. V. Ruggieri, op. cit.).
4. G. Pisani, op. cito.
5. V. Giuliani, Memorie storiche politiche ecclesiastiche della Città di Vieste, Ed. 1873, pubblicata da Centro di Cultura “N. Cinaglia”- ­Vieste.
6. Apeneste Uria; Portus Agasus > Portus Bestis > Porto di Bestia> Besti> Vesti> Vieste.
7. Prof. Alessio, in Marco Della Malva, Vieste e le città della Daunia dalle origini al 1071.
8. È accertato che i Vestini parlavano un dialetto prelatino sabellico (abruzzese settentrionale), il quale adatta il latino con caratteri, tendenze e tradizioni locali del tutto diversi dal dialetto viestano (che ha invece tendenze d’origine osco-sannitica). L’unico elemento sabellico (ereditato attraverso la Campania) che presenta il dialetto vie stano è la posposizione dell’ aggettivo possessivo nelle locuzioni fràt’m mio fratello, sòr’m mia sorella, ecc.
9. Sono quattro in tutto. In ordine cronologico: Strabone (63 a. C. – 20 d. C.); Pomponio Mela che scrisse sotto Tiberio (14 – 37 d. C.), Plinio il Vecchio (23 – 79 d. C.) e il citato Tolomeo.
10. 1 a e 2a Lautverschiebung o legge di Grimm: lat. pater Fater padre, piscis Fisch pesce, piper Pfeffer pepe.
11. Matinum è nominato all’alba della nostra Era, ma perlopiù come aggettivo (lido matino, ape matina, ecc.). Il termine era riferito alla località estesa dal Monte Gargano (oggi Monte Sant’ Angelo) alla discesa nella conca di Mattinata, sino al lido del mare.
Tolomeo che scrive circa un secolo e mezzo dopo i primi autori latini, registra la stessa località come città (Apeneste), al pari di Siponto e Uria. Da ciò si evince che Matinum un secolo e mezzo prima di Tolomeo doveva essere un rado spiegamento di abituri che solo successivamente assunse la fisionomia di città.
Peraltro l’etimo Matinum appare collegato allo slavo (illirico) matica ape (in serbo-croato matica ape regina) ed all’ arabo Madinata villaggio (da Madina-Medina città). Se pensiamo che la località era nota nell’antichità per l’allevamento delle api, non è molto azzardato arguire un origine illirica del topos Matinum (località delle api), adottato poi dai romani con il significato di “esposto ad oriente”, quindi ripreso dagli Arabi (ivi dimoranti per più di una generazione) con significato di “villaggio” e definitivamente rimasto in italiano come Mattinata.
L’odierno toponimo Mattinata pare in definitiva racchiudere in sè piuttosto il relitto lessicale arabo madinata che quello illirico-latino matica-matinum
12. S. Prencipe, op. cit.
13. Non ci sentiamo di considerare Uria, nominata da tutti e quattro i nostri geografi latini, di cui almeno due (Strabone e Mela) la indicano chiaramente a Nord del Gargano, in un golfo (dice Mela), da dove si scorgono le isole Diomedèe – le Tremiti (aveva precisato Strabone); quindi sull’allora golfo di Varano.
14. Iscrizione sull’isola del Faro, riportata in V. Giuliani, op. cit.
15. Etimologicamente Aviane appare aggettivo latino costruito su avis uccello. L’invaso doveva essere frequentato da un numero considerevole di volatili (gabbiani ed altri), per le facili prede presenti nei bassi fondali.
16. G. Pisani, op. cit.
17. La radice è preelIenica. In serbo-croato magarac asino, mazgov mulo.
18. La località al fianco orientale del Carmine U pitt (il petto) potrebbe riferirsi al petto dell’asino o della bestia da soma.
19. Ci consta che solo due autori hanno avanzato il sospetto circa l’identificazione di Vieste con Portus Agasus. L’uno è H. Nissen (Ital. Landeskunde, Berlino 1902, Val. I, parte 2°), che muove da una attenta analisi geodinamica della costa garganica, per affermare: “Für die Schiffahrt am Wichtigsten ist der Hafen von Vieste an der Ostseite, insofern er dem Küstenfahrer Unterkunft bietet um den Wechsel des Windes abzuwarten. Ob dies etwa der von Plinius erwähnte Portus Aggasus sei, läßt sich um so weniger entscheiden als die Anordnung der Namen bei ihm gestört ist.”. “Per la navigazione, il porto più importante è quello di Vieste sul lato orientale. Questo porto offre riparo a chi naviga sotto costa, per consentirgli di attendere il cambiamento del vento. Che si tratti proprio del Portus Aggasus menzionato da Plinio, lo si può arguire con non poca incertezza, né può prendersi migliore decisione circa l’elencazione dei nomi in questo autore, ignorandosi fino a qual punto tale elencazione sia perturbata”. Dell’altro autore, G. Schmiedt (riportato da G. Ruggieri, op. cit.), non sappiamo su cosa basa la propria convinzione. Di questi due autori abbiamo avuto notizia dopo la conclusione della nostra indagine, sulla quale essi pertanto non hanno esercitato alcuna influenza.
21. Perlopiù in carte nautiche e portolani.
22. Bastian < radice indoeuropea pasto stabile, fermo> fr. antico bastir> fr. moderno batîr costruire > it. bastìa torre fortificata sulla costa (trascritto in arabo bâstiâh e in greco bestìa) e bastione opera fortificata.

 

Dialetti garganici: dizionario etimologico di voci proprie del dialetto viestano di Marco Della Malva e dei fratelli Franco e Vincenzo Lopriore
(Ed. Libreria Gogliardica Trieste)

 

 

 

 

—————————————————————————————————————————————

Info pubblicitaria/ LA GARGANICA rende i vostri eventi indimenticabili!

Fidati dello specialista delle decorazioni da festa per bambini ed adulti. Che si tratti di festeggiare un compleanno, una ricorrenza, un giorno speciale in famiglia o un’occasione tra amici, LA GARGANOPARTY ti propone tutto il necessario per una decorazione festiva eccezionale.

Organizzi una festa e hai voglia di creare un decoro originale? Creative sculture in palloncini? Lasciati sorprendere dalla Garganica Party. Se non sai da dove iniziare LA GARGANICAPARTY ha in serbo per te tante idee perfette per organizzare feste a tema di ogni sorta! Opta per una festa hawaiana, una festa di nascita, un compleanno sul tema dei pirati per i bambini, un matrimonio vintage, un compleanno a tema Disney… tutto ti è concesso!
Goditi l’organizzazione della festa perfetta!

Da LA GARGANICA trovi inoltre i fiori più belli e di ogni tipo, proposte uniche create per soddisfare tutte le esigenze…addobbi floreali , splendide composizioni e accurati per sale da ricevimento , camere d’albergo, matrimoni tutto con consegna a domicilio gratuita !
La Garganica un mondo di servizi in più…

La Garganica in via Verdi a Vieste, telefono: O884/701740 – 340/6232075

———————————————————————————————————————–