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Primarie PD/ Vince Emiliano in Capitanata con il 55% dei voti. Gentile: “Elezione inquinata a Peschici alle ultime Amministrative il Pd ha preso 250 voti, stavolta 937, il quadruplo”. A Vieste 467 al governatore, Renzi 402.

Michele Emiliano vince per distacco in Capitanata con il 55% dei voti. e si prende lo scettro di candidato del Partito democratico più suffragato con quasi il doppio dei voti su Renzi e il triplo su Orlando. Il governatore pugliese è andato secondo le attese riportando 10.685 voti (dato parziale riferito a 40 comuni su 61, ma manca Foggia), mentre Renzi è a 5.248 (27%) e Orlando a 3.299 (17%). Ma sono state primarie alquanto movimentate anche a Foggia e in provincia, ai seggi si sono presentati in tanti – forse in troppi – al punto che non si contano le polemiche sugli «infiltrati» che in qualche caso hanno richiesto anche l’intervento dei carabinieri chiamati dai dirigenti del partito per allontanare gli «intrusi» (individuati nei simpatizzanti di altri partiti). La caccia all’imboscato avrebbe comunque avuto scarso successo: in diversi seggi, infatti, costoro avrebbero, votato regolarmente contando sul fatto di essere poco conosciuti. È accaduto a Zapponeta, a Vieste ed a Peschici, ma un po’ in tutta la provincia la polemica ha monopolizzato la giornata. A Foggia nel seggio di via Carlo Baffi (nella palestra Taralli) sono stati alla fine 4.131 i votanti in linea con l’andamento delle «primarie» del 2013 (candidati Renzi, Cuperlo e Civati). La prevista e temuta riduzione nell’affluenza ai seggi dunque non c’è stata anche se i vari maggiorenti del partito (di fede non favorevole al governatore) non considerano la nuova ondata di elettori propriamente un successo per il partito. «Sono arrivati i nuovi barbari e “hanno spazzato via tutto -si è lamentata così l’europarlamentare Elena Gentile (mozione Renzi) commentando il post-voto – abbiamo avuto problemi di questo tipo in tutta la provincia. Che sia un’elezione inquinata lo confermano alcuni dati, prendo a caso quello di Peschici dove alle ultime Amministrative il Pd ha preso 250 voti e invece stavolta si sono presentati in 937 al seggio, praticamente il quadruplo. Insomma, qualche dubbio ti viene». A Foggia ci sono state diverse contestazioni, ai volti i più noti dei presunti «imboscati» è stato impedito di votare: è il caso di Giorgio Cislaghi ex di Rifondazione comunista, del consigliere Paolo Citro e di Rita Saraò, candidata alle penultime primarie (le è stato rinfacciato di aver strappato la tessera in diretta televisiva dopo quella mancata elezione). Fenomeno «infiltrati» stigmatizzato anche dall’on. Michele Bordo (mozione Orlando): “In Puglia, com’era prevedibile, è stato un voto particolarmente determinato dal fattore Emiliano, non so quanto questa vicenda dei voti ricevuti non da elettori Pd abbia inciso. Ma stiamo parlando di un fenomeno molto consistente in Italia, che non avevo visto con la stessa intensità in altre circostanze». Veniamo al voto nei comuni, il governatore pugliese fà man bassa quasi ovunque: a San Marco in Lamis il dato forse più eclatante con 930 voti riportati rispetto ai 100 di Orlando e ai 174 di Renzi. A Manfredonia (3046 votanti) vince Orlando con 1.359 voti, ma Emiliano è subito dietro a 1.081 e Renzi si ferma a 472. A Peschici Emiliano colleziona 722 voti, Renzi arriva a 192, Orlando a 18. Stesso pieno di voti anche a Vieste per il governatore con 467 preferenze; buona comunque l’affermazione di Renzi (402), Orlando si ferma a 13. Testa a testa a Serracapriola dove Emiliano viene superato per un voto (68 a 67) dall’ex presidente del consiglio e Orlando buon ultimo con appena 4 voti. Ribaltone invece a Lucera dove è Renzi a prevalere con 619 voti seguito da Orlando (434) e da Emiliano che non va oltre i 305 suffragi. Renzi «sfonda» anche a Cerignola con 1.316 voti, Emiliano staccato a 504, Orlando a 153. «Siamo molto soddisfatti per com’è andata – il commento del segretario provinciale del Pd, Raffaele Piemontese – il voto conferma il risultato eccezionale colto dal presidente Emiliano in questa provincia, ritengo frutto del lavoro svolto dal governo regionale».