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Manfredonia/ Nel processo “età moderna” inflitte 10 condanne. Coinvolti mattinatesi, viestani e foggiani.

Tre assoluzioni; 10 condanne per complessivi 36 anni e 6 mesi di reclusione con pene oscillanti da 2 anni e mezzo a 7 anni, con tre anni inflitti al boss Mario Luciano Romi­to; non doversi procedere nei confronti del 14° imputato perché morto, in quan­to ammazzato lo scorso 16 gennaio nel­la guerra di mala che da due anni in­sanguina Vieste: è la sentenza pronun­ciata dai giudici del Tribunale di Fog­gia nel processo «Età moderna» a 14 manfredoniani, mattinatesi, viestani e foggiani accusati a vario titolo di de­tenzione illegale di armi e spaccio di droga. L’inchiesta «Età moderna» di Polizia e Procura foggiana sfociò nell’omonimo blitz del 9 ottobre del 2013 quando il gip del Tribunale dauno firmò ben 30 ordi­nanze cautelari: 14 in carcere, 7 ai domiciliari, 9 obblighi di firma. Il pro­cesso ai 30 imputati si è poi sdoppiato tra i 14 che furono rinviati 11 giudizio e sono stati giudicati ora dal Tribunale di Foggia ed altri 16 che optarono per il giudizio abbreviato e che dopo il pro­cesso d’appello ha contato 9 assoluzio­ni e 7 condanne. Nella tranche foggiana (l’imputato più «impor­tante» visto il suo passato ed il peso della sua famiglia è Mario Luciano Romito, cinquantenne manfredoniano, condannato a 3 anni di reclusione e 4 mila euro di multa per concorso in detenzione illegale di armi. È un espo­nente dell’omonima famiglia-clan, un tempo alleata dell’ex potente famiglia Libergolis e poi diventata sua rivale in una guerra che, tra l’aprile 2009 e il giugno 2010, ha contato tra Manfre­donia e Monte Sant’Angelo 6 omicidi e 2 agguati falliti. Questi ultimi due pro­prio ai danni di Mario Luciano Romito che prima (18 settembre 2009) rimase illeso nell’esplosione dell’auto su cui viaggiava; e poi – 27 giugno 2010 – rimase gravemente ferito al volto dai colpi di kalashnikov, in un agguato in cui era il principale obiettivo e nel quale fu ammazzato il nipote, figlio di un fratello già ucciso nell’aprile 2009. Gli altri 9 condannati in primo grado sono An­tonio Alfarano, 50 anni di Foggia, cui sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi e 7mila euro di multa perchè avrebbe ceduto hashish a due viestani nel centro gar­ganico nel febbraio 2011; Pasquale Co­langelo, 50 anni, viestano, riconosciu­to colpevole di concorso in due episodi di spaccio e condannato a 3 anni e 8500 euro di multa; Pio Francesco Gentile, 49 anni di Mattinata accusato di armi e droga e condannato a 5 anni e 6 mesi e 4mila euro di multa; Antonio Iannoli 26 anni, viestano, cui sono stati inflitti 2 anni e 10 mesi e 8mila euro di multa per due episodi di droga; Stefano Langi, 33 anni di San Giovanni Rotondo, condannato a 2 anni e 8 mesi 7200 euro di multa per l episodio di acquisto di droga destinata alla cessione secondo l’accusa; Marcela Vrablikova, 36 anni, nata nella Repubblica Ceca e re­sidente a Mattinata, condannato a 2 anni e 10 mesi e 8mila euro di multa per due episodi di droga; Ervin Sbima, 36 anni, albanese residente a Vieste, con­dannato a 3 anni e 8500 euro di multa per concorso in un episodio di spaccio di droga; Silvio Stramacchia, 29 anni, viestano, cui sono stati inflitti 4 anni e 2 mesi e una multa di 10mila euro per 4 episodi di droga; e Felice Zillo, tren­tanovenne pure di Vieste, cui è stata inflitta la pena più pesante – 7 anni di carcere e l5mila euro di multa – per ripetuti episodi di spaccio. I giudici hanno dichiarato «il non doversi pro­cedere nei confronti di Vincenzo Ve­scera perché i reati a lui ascritti sono estinti per morte dell’imputato», Vescera, classe ’84, di Vieste, era imputato di una mezza dozzina di episodi di spaccio di droga. Lo scorso 16 gennaio il giovane garganico è stato ammazzato a Vieste da killer ignoti nell’ambito della guerra di mala che dal gennaio 2015 ad oggi ha già contato 5 omicidi, 4 agguati falliti e una lupara bianca, tutti delitti irrisolti. Vincenzo Vescera la sera del 16 gennaio rincasava da solo a piedi quando vicino la sua abitazione fu affiancato da un’auto con due killer che lo uccisero a colpi di lupara. I giudici del Tribunale di Foggia hanno infine as­solto perché il fatto non. sussiste gli altri tre imputati: si tratta di Giuseppe Cardone, 41 anni di Vieste; ed i com­paesanani Massimo Ragni, 44 anni; e An­tonella Valentini di 41 anni, anche lui viestano, accusato di singoli episodi di detenzione di droga che secondo l’accusa «appariva destinata ad un uso non esclusivamente personale» per quanto contestato dalla Procura.

 

gazzettacapitanata

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