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Ischitella/ Il giallo di Nicolina nei tabulati.

Un giallo la morte di Nicolina, con tanti, troppi retroscena e zone d’ombra su cui bisogna fare luce, per capire se l’assassino della ragazzina, Antonio Di Paola, 37 anni, potesse essere bloccato prima o no. Appena lo scorso aprile Donatella Rago (la madre di Nicolina) e Antonio Di Paola avevano pubblicato una foto su face book, felicemente innamorati sulle spiagge della costa versi liana. Ad agosto, invece, la rottura definitiva. Lei, madre anche di un altro ragazzino di dieci anni, aveva deciso di trasferirsi a Viareggio, dove tra l’altro vive anche il suo ex marito, padre di Nicolina. E questa decisione aveva scatenato in Antonio Di Paola una sequela di incomprensibili raptus, dettati dalla gelosia. Dapprima aveva tentato il suicidio, poi si era scatenato in una serie di minacce a cui però i nonni materni – nonostante le denunce – non avevano dato peso. Già, i nonni. Forse le altre due vittime di questa assurda storia. Donatella Rago, 37enne, li ha accusati di non essersi presi cura di Nicolina, di averla lasciata sola. Lei aveva perso i figli per una precaria condizione lavorativa. E per questo motivo il tribunale di Firenze (competente territorialmente perché per un periodo Nicolina aveva vissuto a Viareggio ma non con la madre, ndr) aveva deciso di affidare la 15enne ai nonni, a Ischitella ritenendo che la distanza tra madre e figlia non fosse sufficiente ad ottemperare l’ordinanza del giudice del tribunale dei minori. Segno che non era solo per le precarie condizioni economiche di Donatella Rago che Nicolina non vivesse più con i genitori (anche il padre, come detto, viveva a Viareggio). Mistero. Di certo la donna – secondo i giudici – non era in grado di accudire i figli, da qui l’allontanamento. E’ un dettaglio importante, perché qui entra in gioco la figura di Antonio Di Paola. L’uomo, pregiudicato e con una personalità disturbata, è stato più volte soggetto a perquisizioni dei carabinieri, perché considerato un personaggio molto pericoloso in zona. Aveva dei precedenti per rissa, violenze e minacce e probabilmente era stato proprio il padre della ragazzina a chiedere al tribunale che la figlia non fosse costretta a vivere con una persona poco raccomandabile. Sta di fatto che dopo la decisione del giudice di Firenze, Nicolina torna a Ischitella e la madre resta a Viareggio. Ad agosto la Rago decide di lasciare Di Paola, che non accetta la separazione e comincia a minacciarla. La donna, infatti, mette i nonni in allerta: “Non lasciatela sola, quel tipo è pericoloso”. Quando le riferiscono che l’uomo sta cercando di avvicinare Nicolina per farsi dire l’indirizzo di Viareggio dove vive capisce che è in pericolo di vita. Purtroppo nessuno si rende conto che la persona in pericolo è proprio Nicolina. E infatti la follia prende il sopravvento. Di Paola avvicina la ragazza in via Zuppetta, sule rampe delle scale di una stradina in centro che conduce alla fermata del pullman per Vico del Gargano, dove la 15enne frequenta il secondo anno del Liceo Scientifico. Vuole sapere l’indirizzo. Insiste, alza la voce, alcuni testimoni assistono alla scena e vengono ascoltati dai carabinieri. L’uomo estrae la pistola e spara a Nicolina un colpo in faccia, all’altezza dello zigomo sinistro. Poi fugge a piedi. La ragazza è grave. Arrivano i soccorsi, un’eliambulanza la trasferisce all’ospedale di Foggia dove si tenta una disperata rianimazione. Nel pomeriggio Antonio Di Paola viene ritrovato morto suicida nella sua autovettura. Si è sparato utilizzando la stessa pistola. Stamattina, alle sette, anche Nicolina muore. Le indagini proseguono setacciando i tabulati telefonici di tutti i protagonisti di questa vicenda agghiacciante. Tanti i quesiti da sciogliere: come ha fatto Di Paola a procurarsi l’arma? Il colonnella Marco Aquilio del comandando provinciale di Foggia tiene una conferenza stampa questa mattina: “Abbiamo potenziato tutte le compagnie garganiche, ci saranno 50 uomini in più. L’idea che chiunque possa pèropcurarsi una pistola con tanta facilità è inconcepibile. Rastrelleremo il territorio, ora basta”

 

 

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