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Maria Callas, il soprano più grande di tutti i tempi, rivivrà per una sera a Vieste.

Il 24 ottobre al Cineteatro Adriatico torna Musica Civica con “Vissi d’arte. Vissi per Maria” grande spettacolo teatrale e musicale per i 40 anni della morte della Divina.

In scena l’attore Giampiero Mancini e l’Ensemble “Musica Civica” che suonerà dal vivo in perfetta sincronia con la voce della Callas grazie ad una sofisticata tecnica di ingegneria acustica e manipolazione del suono.

Oggi sarebbe una signora di 94 anni e vanterebbe una vita e una carriera artistica insuperabili. Invece sono trascorsi già 40 anni dalla sua scomparsa e il suo mito è intramontabile. Lei è Maria Callas, la Divina, e Musica Civica la omaggia facendola rivivere per una sera.
Martedì 24 ottobre alle 20.30 il pubblico di Vieste potrà riascoltarla in “Vissi d’arte. Vissi per Maria”, spettacolo teatrale e musicale fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Vieste e dall’assessorato alla cultura guidato da Graziamaria Starace, ideato da Dino De Palma e incentrato sulla vita e sulla personalità umana ed artistica del soprano più grande di tutti i tempi.
Attraverso una sofisticatissima tecnica d’ingegneria acustica e di estrapolazione della voce, con interpolazioni e manipolazioni a partire da registrazioni originali di Maria Callas, Musica Civica produce uno spettacolo che consente di ascoltare la voce del soprano, mentre l’Ensemble “Musica Civica” suona dal vivo sul palco, in perfetta sincronia.
Un esperimento unico di isolamento della voce realizzato da Marco Maffei per far rivivere le emozioni di un timbro indimenticabile, di un virtuosismo canoro mai visto prima, di una voce che era “tre voci”, vista l’eccezionale estensione.

E mentre il soprano si esibirà, in scena ci sarà Bruno, il suo maggiordomo, interpretato da Giampiero Mancini, che svelerà i segreti di una vita eccezionale, gli amori, il dietro le quinte della celebre cantante.
Fedele servitore fino alla fine, Bruno rinuncia ad una vita propria e impara a servire, seguire, assistere, proteggere la donna che amò profondamente Meneghini, perse la testa per Onassis, si innamorò di Pasolini e non fu mai felice.
Colpito dalla sua ferrea disciplina, la sua severità, la sua capacità di studiare e lavorare anche venti ore al giorno, il suo sottoporsi a continui e costanti sacrifici, la sua tenacia instancabile, Bruno sa che Maria è un essere fragile e diverso dal personaggio che la critica dipinge.
Al racconto di una vita breve – perché la cantante visse solo 54 anni – è abbinato l’ascolto delle arie che hanno reso la Callas uno spartiacque tra il prima e il dopo.
Maria Callas, la casta diva dalla tecnica superlativa, il soprano capace di fondere canto e recitazione come non si era mai visto su un palcoscenico, la donna che unì le sfuriate da diva, il mistero del dimagrimento improvviso e la love story da copertina con il miliardario Onassis, che fece vendere pile di rotocalchi quando lui lasciò la moglie per lei, ma poi la piantò in asso sposando Jackie Kennedy, quella Maria Callas rivivrà per il tempo di uno spettacolo.
La sua voce indimenticabile e indimenticata sarà accompagnata dall’Ensemble strumentale composto da tre professionisti del calibro di Dino De Palma al violino, Luciano Tarantino al violoncello e Donato Della Vista al pianoforte.
Il testo dello spettacolo è di Roberto D’Alessandro.

L’evento, promosso dall’assessorato alla cultura del Comune di Vieste, col patrocinio della Regione Puglia e in collaborazione con l’associazione Nuova Diapason (Presidente Maria Candelma – Direttore Artistico Pietro Loconte), è organizzato dall’associazione Musica Civica di Foggia sotto la direzione artistica di Gianna Fratta.

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Vissi d’arte. Vissi per Maria.
Spettacolo teatrale e musicale per i 40 anni della morte di
Maria Callas

Ensemble Musica Civica
Dino De Palma, violino
Luciano Tarantino, violoncello
Donato Della Vista, pianoforte

Giampiero Mancini, attore
Voce di Maria Callas

Marco Maffei, sound engineer

Arie tratte da opere di Giordano, Bellini, Verdi, Puccini

Note d’ascolto

A quarant’anni dalla scomparsa, uno spettacolo incentrato sulla vita e la personalità umana ed artistica di Maria Callas, “la Divina”. E’ il suo maggiordomo, in scena Giampiero Mancini, a narrare i segreti di una vita eccezionale, gli amori, il dietro le quinte del soprano più grande di tutti i tempi. Bruno prende servizio presso casa Meneghini a Milano, in via Buonarroti, nel febbraio 1953, quando Maria ha trent’anni ed è bella come una dea greca. Fedele servitore fino alla fine, Bruno rinuncia ad una vita propria e impara a servire, seguire, assistere, proteggere la donna che amò profondamente Meneghini, perse la testa per Onassis, si innamorò di Pasolini e non fu mai felice. Colpito dalla sua ferrea disciplina, la sua severità, la sua capacità di studiare e lavorare anche venti ore al giorno, il suo sottoporsi a continui e costanti sacrifici, la sua tenacia instancabile, Bruno sa che Maria è un essere fragile e diverso dal personaggio che la critica dipinge. Non è la diva contesa da tutti i teatri, non è la superba, ambiziosa e capricciosa artista che si descrive, non è la Medea delle sue interpretazioni indimenticabili; è tutt’altro quello che gli occhi di Bruno vedono negli occhi di lei, troppo spesso pieni di dolore e di lacrime, quello che le sue orecchie sentono quando Madame, come lui la chiama, piange la perdita del figlio cui è costretta a rinunciare per amore di “Aristo”, Aristotele Onassis. Due vite che procedono insieme, unite dalla stessa spasmodica ricerca di colmare una mancanza, con la stessa zavorra di ritenersi probabilmente indegne di essere amate.
Al racconto di una vita breve – perché Maria Callas visse solo 54 anni e oggi ne avrebbe 94 – è abbinato l’ascolto delle arie che hanno reso la Callas uno spartiacque tra il prima e il dopo. Attraverso una sofisticatissima tecnica di ingegneria acustica e di estrapolazione della voce, con interpolazioni e manipolazioni a partire da registrazioni originali di Maria Callas, Musica Civica produce uno spettacolo che consente di ascoltare la voce della divina, mentre l’ensemble suona dal vivo sul palco, in perfetta sincronia. Un esperimento unico di isolamento della voce per far rivivere le emozioni di un timbro indimenticabile, di un virtuosismo canoro mai visto prima, di una voce che era “tre voci” vista l’eccezionale estensione. Maria Callas, la casta diva dalla tecnica superlativa, il soprano capace di fondere canto e recitazione come non si era mai visto su un palcoscenico, la donna che unì le sfuriate da diva, il mistero del dimagrimento improvviso e la love story da copertina con il miliardario Onassis, che fece vendere pile di rotocalchi quando lui lasciò la moglie per lei, ma poi la piantò in asso sposando Jackie Kennedy, quella Maria Callas rivivrà, con noi, per il tempo di uno spettacolo. A Vieste.

GIAMPIERO MANCINI

Definito dalla critica “uno dei talenti più cristallini del teatro italiano”, Mancini è un acclamato attore abruzzese impegnato nel cinema, nella televisione, nel teatro, nel teatro-canzone, nella pubblicità. La sua poliedricità lo ha sempre condotto a cimentarsi in attività artistiche diametralmente distanti tra loro, dalle fiction (La prima volta di mia figlia, Zio Gianni, Angeli, Squadra Antimafia 6, I Segreti di Borgo Larici, Sarò sempre tuo padre, Caccia al Re, R.I.S, Distretto di Polizia, I Delitti del Cuoco, La Squadra, 7 Vite, Benvenuti a tavola, Che Dio ci aiuti, R.I.S Roma, Il Commissario Rex) alla conduzione di programmi per SKY (Bollicine sotto torchio e Piatto ricco), dalle pubblicità (testimonial con Francesco Totti e la Roma per la Volkswagen, per la guida del Gambero Rosso e protagonista degli spot pubblicitari di Pizza Hut) ai voice off (voce di Vallanzasca ne La storia siamo noi di Gianni Minoli per Raitre), dai radiodrammi ai readings (Pasolini, Bukowsky, D’Annunzio e l’ultima fortunatissima Lectura Dantis con la quale ha debuttato a Salisburgo). Con Tuo Hank, Maree e Far finta di essere Gaber, il legame con la musica diventa imprescindibile. Come attore-cantante Mancini trova la sua dimensione ideale collaborando stabilmente con le più importanti istituzioni sinfoniche nazionali ed internazionali in spettacoli come Strappami la Vita, Histoire du soldat, Il demone e la fanciulla, Pierino e il lupo, Il Bue sul tetto, Il Carnevale degli animali, Io Mozart, Carmen, Vi assicuro che zio Ludwig. Premiato in Versilia come uno dei dieci migliori artisti italiani nell’ambito del teatro-canzone, da 11 anni è direttore artistico del laboratorio di Formazione attoriale S.M.O. di Pescara. Di recente ha recitato per la televisione nel film tv prodotto dalla Rai La casa dei papà, in Rex 5, Don Matteo 8, nei panni di Giacomo Puccini nel kolossal Il grande Caruso, Come un delfino 2, con Raul Bova, RIS Roma 3. Ha da poco concluso una lunga tournée con il lavoro teatrale “Separati”, andato in scena al teatro Ghione di Roma, con grande successo di pubblico e di critica.

MARIA CALLAS

Maria Callas, al secolo Maria Anna Sofia Cecilia Kalogheropoulos, nasce il 2 dicembre 1923 a New York da genitori greci. Da piccolissima viene sottoposta, soprattutto dalla mamma, ad una vita di sacrifici e viene “sfruttata” come enfant prodige; non vive l’infanzia, come non vive la giovinezza. Il suo talento eccezionale le impone fin da subito una vita diversa. A 5 anni viene investita da un’auto e rimane in coma per circa un mese. È solo il primo di tanti incidenti, disavventure, imprevisti cui Maria deve far fronte, lottando per tutta la vita. Con la madre, che si separa dal marito quando Maria è ancora una bambina, si trasferisce in Grecia dove inizio a studiare canto al conservatorio. La sua carriera inizia con Puccini e la Tosca proprio in Grecia, nel 1942, con un successo strepitoso. Merito del suo spirito di sacrificio – studiava almeno 12 ore al giorno – e dello sfiancante lavoro. Nulla sarebbe stato il suo talento senza lo studio e la disciplina ferrea. Dotata di una voce particolare, nella quale si combinano un timbro unico, agilità, volume ed estensione ad un’interpretazione sentita, vera e inimitabile, Callas contribuisce alla riscoperta del repertorio italiano dell’Ottocento. Il suo nome è legato alle interpretazioni rimaste insuperate dei ruoli di Norma di Vincenzo Bellini e Medea di Luigi Cherubini; tra i suoi cavalli di battaglia anche Puritani, Sonnambula, Lucia di Lammermoor, Macbeth, Traviata, Trovatore, Aida, La Gioconda, Tosca, Madama Butterfly. L’ultima tournée mondiale risale al 1974. Si ritira poi a Parigi dove muore il 16 settembre 1977 per arresto cardiaco legato alla complicazione di alcune malattie che aveva avuto sin da bambina. Da tempo soffriva di insonnia e aveva sviluppato una dipendenza da metaqualone, un sedativo che dà effetti simili a quello dei barbiturici. Le sue straordinarie doti di soprano e attrice, il successo, artistico e mediatico, il mito costruito attorno a lei, le sono valsi l’appellativo di Divina.