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Ischitella/ Un processo al Visconti (XXXVI parte).

La scatola del tabacco,e perfino i bottoni della camicia il tutto in argento con l’aggiunta dei suoi servitori ed altri familiari ,quali si attese la restituzione più di due mesi onde il povero supplicante per poterli riavere fu pregato di farli cessione e ordine di ritirare ducati diciotto dell’Università che teneva in deposito del governatore in deposito fatta questa doppia cessione gli restituì i suoi argenti ,ne avendone potuto ritirare il detto Marchese detta somma ha fatto levare al povero supplicante il suo cavallo dalla stalla per mezzo dei suoi armigeri ,senza nessuna intimazione giudiziaria,ma semmai per farsi bello,quindi rappresentato,essendo venuti da Peschici circa cento persone armate,vestite all’uso turco con tamburri e bandiere ad uso di guerra per accompagnare il Marchese il medesimo non sapendo come dar da mangiare a tanti presenti ,mandò i suoi guardiani a pigliare quattro tra agnelli e castrati dalla masseria delle pecore del suddetto poi li fece macellare e distribuire gratis a quelle gente armate di Peschici ,che per l’allegrezza spararono con i loro archibugi ,avendo fatto tutto questo nonostante l’oratore abbia trovato le pecore doganate.

Giuseppe Laganella